le allegre nonché inutili guide turistiche di trivigante: il trenino rosso del Bernina

Prima considerazione: immaginare e poi realizzare un treno rosso è un gran colpo di genio, grande visibilità, effetto-plastico in miniatura immediato, senso giocoso. Magnifico.
Il treno di cui parlo (trenino, vien da chiamarlo trenino proprio perché rosso e amichevole) è il Bernina Express che collega Tirano, capitale dell’Albania, a Sankt Moritz, amena località svizzera dai prezzi proibitivi. Scherzo, Tirano Valtellina.
Il treno si abbarbica sususu fino al passo del Bernina per poi scendere di là, in Engadina, il tutto elettricamente: poiché il motore elettrico non permette oltre certe pendenze, bisogna lavorare di grande ingegneria e così è stato, il percorso è una sorpresa continua. Anche perché non è facile far curvare un treno, serve un certo raggio, per cui i binari attraversano montagne, valli e gole, vengono lanciati con anelli e ponti là dove serve recuperare quota in breve, su fino ai duemilatrecento metri del passo. E Tirano è a quattrocento, per dire il viaggio verso l’alto.

Bisogna immedesimarsi e immaginare il contesto e l’entusiasmo di un’epoca precisa: primissimi anni del Novecento, pochi anni prima il treno non c’era, ora sì. Per dire, la seconda guerra di indipendenza la fecero a piedi, la terza in treno. Pare poco? Qui non solo d’inverno la tratta commerciale tra Italia e Svizzera era impraticabile ma, comunque, anche d’estate toccava farla a piedi. Serve immaginazione, quindi, per sentire l’entusiasmo e l’eccitazione per ciò che arrivò in pochi anni, l’elettricità, il motore elettrico, il treno. Una meraviglia.
La ferrovia la fecero in dieci anni, gallerie, ponti, terrazzamenti, curve e rettilinei, stazioni, pali, fili elettrici, tutto quanto. Ed è quanto si vede oggi. E si vede benone, perché se siete persone dotate di un minimo di coraggio allora io consiglio il vagone aperto, per fare il viaggio in immersione.

Il modo migliore di godersi la giornata è a parer mio scendere al passo e fare un pezzo a piedi, fin dove si desidera. Poiché Sankt Moritz è sì in una grandiosa posizione ma in sé è mediocre, a meno che non ci andiate a sciare o abbiate un invito a cena da Marella, la parte più interessante è nel mezzo. Belle passeggiate in alto o nei boschi più in basso, con l’opzione Diavolezza se si desidera salire ancora.
Oh, ma questa mica è una guida completa, arrangiatevi. Io segnalo, il resto si trova facile. Aggiungo semplicemente che il costo è di 48 CHF per tratta, che non è poco perché con un CHF ci si può comprare un modesto castelletto nei Grigioni, ma ne vale decisamente la pena. Sarà una giornata da ricordare.

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Un commento su “le allegre nonché inutili guide turistiche di trivigante: il trenino rosso del Bernina

  1. Eravamo da quelle parti giusto domenica (in auto stavolta). Compresa la salita in funivia a Diavolezza, da dove si gode una delle più belle viste su ghiacciai delle Alpi.
    Il percorso in treno meglio farlo con tempo limpido, o è di una tristezza assoluta, lo dico per esperienza piuttosto recente: il panorama costituisce buona parte del fascino.

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