loghi: un restyling riuscito, London Symphony Orchestra

Fino agli anni Novanta, a parte il solito eccesso degli Ottanta, svarioni, il logo della London Symphony Orchestra, per gli amici e per me da adesso LSO, è sempre stato molto istituzionale e formale, con allori e a volte cupolette, l’ultimo addirittura imperiale romano:

Poi nel 2004 si sono risolti per un restyling della corporate identity, a partire dal logo, e si sono rivolti, felicemente, all’agenzia The Partners (oggi Superunion), un colosso, che ha proposto questo logo:

Bellissimo, perché è insieme la scritta ‘LSO’ e il direttore d’orchestra con la bacchetta nella destra e con la sinistra che conduce. Visto? Insieme un font moderno e netto ed è fatta.

Come dice, lei là in fondo? Serve davvero la spiegazione? Vabbuò, capisco che non funziona per tutti allo stesso modo, eccola chiara:

Magnifico, vent’anni e resiste ancora impavido, peraltro dando sì l’impressione di serietà e accuratezza dell’istituzione ma insieme le tondità suggeriscono un atteggiamento meno serioso e un po’ più contemporaneo.
La revisione grafica è però andata oltre e il ragionamento ha coinvolto i caratteri tipografici e le scritte stesse: la soluzione delle lettere attraversate dallo sbuffo della bacchetta del direttore a me paiono meno convincenti, per quanto il messaggio sia chiaro e abbia una sua consistenza e senso.

Insieme ai quattro sfondi proposti, anch’essi belli ma più da sfondo da smartphone che per manifesti musicali – io sono sempre per soluzioni o uniche o variate di volta in volta contesto per contesto -, le locandine vengono così (il discorso è ben più complesso e strutturato, non me ne vogliano, qui è chiaro):

Anch’esse meno convincenti, a parer mio. Resta il logo che, anche in cima al manifesto fa un’ottima figura per semplicità e chiarezza, è il frutto di un lavoro davvero ben fatto. Da insegnare a scuola.