Francis il muro parlante: fuori gli obiettori (due)

Questo stencillista l’abbiamo già visto. Ma, stavolta, sulle barricate mette anche le persone, rendendo il messaggio più variegato e complesso. Una manifestazione, a dirla tutta, più che una barricata.
Il muro è diverso dall’altra volta, la scritta pure, più pulita, nonostante sopra vi siano le tracce di un primo tentativo andato, letteralmente, storto. Forse la pula? Un passante? Un obiettore? O solo tremore, chissà. La seconda è buona e il messaggio sacrosanto: andate a obiettare da un’altra parte, anche solo nella vostra mente e badate al servizio.

Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono e lui, lo stencilista, lo sa eccome, avendolo fatto almeno due volte. Fuori.

le scritte sui muri:
a saperlo prima, aggiunte, arriva l’estate, attualità stringente, avverbiunque, basta!, bellalavita, bellezza assoluta, braccia restituite all’agricoltura, cacca al diavolo, dal libro dei Savi IV, 42, dialettica politica, e tutto il resto, fatevi una vita, fuori gli obiettori, fuori gli obiettori (due), i cattivi, i lavoratori più disciplinati, i tre comandamenti, il benessere, il clero, il genere, la lasagna, la musica alternativa, le certezze, le decorazioni, l’immigrazione, l’indignazione, maledetta la fretta di far la rivoluzione, maria jessica, mentalità aziendale, nella strada e nella testa, palumbo, pas de quartier, però serve, pio pio tutto io!, politica contemporanea, possiamo smetterla?, prima sopra, ora sotto, rubare ai richi, sintesi politica, sintesi politica due, speranza per tutti, superminimal, togliete quei maledetti calzini, uomini al bar, voce del verbo rapire

compra europeo (dureremo due settimane come al solito)

Metti i dazi? E allora addio, noi non compriamo più americano. Viva la spuma, perdio! Viva il caffè con la cicoria, al grido di autarchia europea! Mmm, ho un déjà ù, chissà.

Si registra un moto d’orgoglio europeo in direzione autarchica, no a prodotti americani sì a prodotti europei locali o, comunque, non loro: e se le alternative alimentari non sono difficili da trovare, quelle tecnologiche ci sono ma, insomma, lo scambio è piuttosto impari. Le comunità in rete si moltiplicano al grido di BuyFromEU, BuyEuropean, Buy_European, EuropeanAlternatives, European Products e così via. Quindi, basta indossare le proprie Adidas con vestiti H&M, spegnere la lavatrice Miele e chiudere il frigo Electrolux, spegnere il computer Tuxedo, bersi una Red Bull con un po’ di gommosità Haribo, controllare la propria posta con Proton mail, due minuti social su Mastodon, controllare i feed sul gestore bulgaro, aggiornare i files nel cloud tedesco (questo è buono per davvero) per poi uscire di casa, prendere la propria BMW o Renault e andare a lavorare. Facile.

E se poi in giro venisse sete di una bevanda gassata dissetante? Ancor più facile:

E con le patatine fritte – che son francesi, ricordo, quindi si può – cosa ci mettiamo? Facile, il fantastico ketchup inglese, peraltro molto più buono:

E con l’insalata? Beh, il fantastico olio di semi di girasole organico prodotto in Ucraina, così gli si dà pure una mano. Basta con quell’olio di oliva estravergine prodotto in Amer… ehm, no, non era così. Credo.

E poi? Poi lavarsi i denti con il dentifricio norvegio-svedese al mango, una tentazione anche al di fuori dei pasti:

E il telefono? Beh, un Jolla C2 con Sailfish, sistema finlandese, che loro li sanno fare:

La cosa che mi fa più ridere tra i prodotti europei è il caffè. E chi se ne impippa, adesso, degli americani? Noi no di certo. Un supermercato in Danimarca ha inserito una stella nera nei cartellini del prezzo per segnalare i prodotti europei, bene. Ma blu, la stella, dai, visto che il colore lo sai fare.

Proprio un bel post, questo, bravo trivigante. Adesso vado a ripostarlo sui miei social, FB, IG, X, Google+ e poi uno spammone nel gruppo WApp, perché no? Che faccio il botto.

ottimo lavoro, compagno Honecker

Le elezioni di oggi in Germania sanciscono, oltre alla vittoria della CDU, l’affermazione sostanziale della destra della destra, di AfD che supera il venti per cento. Guidata peraltro da una lesbica con due figli che vive in Svizzera ma questo è un mistero che meriterà altre considerazioni. A forza di fare governi ad excludendum, e il prossimo sarà certamente così anche con i socialisti ampiamente perdenti, AfD continuerà ad aumentare il proprio gradimento, condannandoci a un ventennale antilepennismo anche al di qua del Reno.

Non è che noi si sia più bravi, perché dopo l’excludendum adesso li facciamo governare, sia chiaro.
Ora, lo so che l’hanno notato tutti e non da oggi ma la coincidenza tra il voto e la divisione tra est e ovest delle fu Germanie divise è impressionante:

Se sovrappongo è evidentissimo:

La novità di questo giro è che AfD mostra un’affermazione anche a ovest, in due collegi occidentali: Gelsenkirchen in Renania Settentrionale-Vestfalia e Kaiserslautern nella Renania-Palatinato. Non basta: in tre stati occidentali è arrivato secondo, dietro la CDU: Renania-Palatinato, Baden-Württemberg e persino in Baviera, regno del centrodestra. Il travaso è iniziato, se prima si spiegava con le distanze tra ex-DDR e RDT, vedi l’attuale differenza tra gli stipendi, adesso l’idea di destra per cui ciò che non va sia da imputare agli immigrati comincia a far presa anche di qua. E più la Germania ha difficoltà e più AfD e la destra in generale avanza, soprattutto tra le persone disoccupate e la classe lavoratrice composta da operai, manovali, braccianti, come i dati dimostrano. E vista, infine, l’affluenza notevole, non si può nemmeno affermare che sia stata la scelta di pochi, come invece in Italia. Barlumi? Pochi.

Francis il muro parlante: cacca al diavolo

E fiori a Gesù, ovviamente. E anche a papa Giovanni, il papa della bontà.

Scrivere sui muri è arte sopraffina e dovrebbero farlo solamente coloro che sanno ciò che scrivono. E il teologo che ha scritto questa invocazione sa quel che fa, usando una formula diretta, concisa, fulminante, saltando anche quell’articolo che renderebbe tutto meno incisivo e, anzi, aggiungendo un tocco di familiarità che già il simbolo dell'”abbasso” suggeriva. E via, chissà come ci è rimasto male, il demonio.

le scritte sui muri:
a saperlo prima, aggiunte, arriva l’estate, attualità stringente, avverbiunque, basta!, bellalavita, bellezza assoluta, braccia restituite all’agricoltura, cacca al diavolo, dal libro dei Savi IV, 42, dialettica politica, e tutto il resto, fatevi una vita, fuori gli obiettori, fuori gli obiettori (due), i cattivi, i lavoratori più disciplinati, i tre comandamenti, il benessere, il clero, il genere, la lasagna, la musica alternativa, le certezze, le decorazioni, l’immigrazione, l’indignazione, maledetta la fretta di far la rivoluzione, maria jessica, mentalità aziendale, nella strada e nella testa, palumbo, pas de quartier, però serve, pio pio tutto io!, politica contemporanea, possiamo smetterla?, prima sopra, ora sotto, rubare ai richi, sintesi politica, sintesi politica due, speranza per tutti, superminimal, togliete quei maledetti calzini, uomini al bar, voce del verbo rapire

il portone del melograno

Le piante sarebbero in realtà due, una per anta.

Il portone, come molto del liberty a Torino, è di Pietro Fenoglio ed è del 1907. Il palazzo non ha invece caratteristiche notevoli, si trova nel quartiere di San Salvario a Torino. I melograni sembrano maiolica e invece sono ferro battuto, c’è dibattito se all’origine fossero di naturale color brunato e se poi siano stati pitturati indebitamente oppure no, la critica si divide. Di sicuro il legno andrebbe rimesso a posto, forse i segni delle scartavetrate e l’impalcatura al palazzo lo promettono.

Una bella sorpresa della domenica mattina a zonzo.

allora vale tutto (calma, Repubblica)

Musk twitta (icsa?) una cosa sibillina con quattordici bandiere americane e il corrispondente di Repubblica, cui non sfugge nulla e vigile come pochi, coglie il nesso con l’ora di pubblicazione, le 14:14, e si lancia con una concione sul codice dei suprematisti. Esoterico, pure, oltre che precisissimo.

Va bene. Anzi no, perché sarebbe bastato guardare l’ora del twit di Musk per darsi una calmata: le otto, le quattordici sono le ore di Basile in Italia. Ha imbroccato i minuti, al massimo; Repubblica sempre meglio.

E poi, fosse Musk davvero così: ma perché pubblicare il 15 e non il 14, a questo punto? 14, 14, 14:14, quaterna. Quattordicerna.