l’inchiostro rosso

Una vecchia barzelletta in voga nell’ex Repubblica Democratica Tedesca – la riporta Slavoj Žižek in Benvenuti nel deserto del reale – racconta di un operaio tedesco che trova lavoro in Siberia. Consapevole del fatto che tutta la sua posta verrà letta dalla censura, dice ai suoi amici: “Stabiliamo un codice: se la lettera che ricevete è scritta in normale inchiostro blu, significa che è veritiera; se invece è scritta in inchiostro rosso quella lettera dice il falso”. Dopo un mese, gli amici ricevono la prima lettera, scritta in inchiostro blu: “Qui è tutto meraviglioso: i negozi sono pieni di merci, il cibo è abbondante, gli appartamenti sono grandi e ben riscaldati, nei cinematografi si proiettano film occidentali, ci sono ovunque belle ragazze disponibili per un’avventura. L’unica cosa che non si trova è l’inchiostro rosso”.
(E Žižek, che è bravo, ne trae spunti molto interessanti).

i suoi trattamenti possono essere «santo padre, sua santità, santità»

A me questo papa è simpatico, specie quando scudiscia i suoi cardinaloni palazzinari e puttanieri. Lo comprendo anche quando cade o, volutamente, mostra la sua umanità.

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Meno quando prende (o gli viene fatto prendere) l’autobus – alla giornata mondiale della gioventù a Cracovia, ieri – come fosse un normale cittadino: perdio (ops!), no, non lo è. Volenti o nolenti è il re, il re sia di uno Stato sia di una comunità spirituale, mantenere un tono è fondamentale, per cui dategli un’auto, magari non appariscente, un elicottero, una barca, una carrozzetta, e portatelo dove deve andare. L’autobus no, dai.

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Altrimenti fa immediatamente pensionato.

ah, voi ebrei

Una storiella riportata da Slavoj Žižek in 107 storielle di Žižek:

Due ebrei passano davanti al portone di una chiesa cattolica sulla quale è affisso un grosso manifesto indirizzato ai fedeli di altre religioni: «Venite a noi, accettate il cattolicesimo, e riceverete immediatamente trentamila dollari in contanti!». Mentre si allontanano, i due iniziano a discutere se l’offerta sia da prendere seriamente. Una settimana dopo, i due amici si incontrano di nuovo davanti alla stessa chiesa, e uno confida all’altro: «Mi chiedo ancora se l’offerta sia seria». L’altro risponde con sufficienza: «Ah, voi ebrei, non pensate che ai soldi!».

abbiamo ucciso Aleppo

Secondo wikipedia, «Aleppo è la città più popolosa della Siria, con 1.900.000 abitanti. (…) È una delle più antiche città del mondo abitata ininterrottamente dall’antichità. (…) È patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1986. Nell’anno 2006 Aleppo è stata la prima città a fregiarsi del titolo di “Capitale culturale del mondo islamico”».

Ed ecco un bello sguardo complessivo, su come era e come è ora:

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Oggi Aleppo è, di fatto, una città abbandonata dai civili, tutti scappati come profughi. Ci volevamo noi, uomini e donne del ventunesimo secolo, per farla morire. Le foto sono di Hannah Karim.