the b. site of the moon
sbrodolata finto-casuale di b.cose.
A Stalingrado non passano e, nel suo piccolo, neanche nel b.site. In ogni caso, rimane sempre il piano B.

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uno, due,
tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, undici, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, diciassette, diciotto, diciannove, venti, ventuno, ventidue, ventitre, ventiquattro, venticinque, ventisei, ventisette

i giri a Roma di trivigante:
15/02: termini
17/02: attorno a termini

26/03: repubblica
21/06: barberini

la letteratura di trivigante:
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della satira
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della vulva
dello Zeppelin
di Hitler
Lele Luzzati


trivigante 2006

ventisette

Ricordare, ricordare, ricordare.
E ancora una volta. Oggi viene ufficialmente inaugurato il Museo per la memoria di Ustica a Bologna, in via Saliceto, ovviamente la data non è casuale, come ogni anno dal 1980: 27 giugno significa 81 morti su un aereo che si disintegra sul mar tirreno. Disintegrato, completamente, come ben visibile qui. Lo stato dei processi è a dir poco desolante, dato che argomento del dibattere è se i generali Bartolucci e Ferri abbiano mentito e deviato le indagini, se abbiano commesso alto tradimento o meno. Secondo la Cassazione, 10 gennaio 2007, non lo hanno commesso, come da sentenza di due anni prima. Il punto, com'è ovvio, è del tutto un altro, dato che di questo si discute e ancora non esiste un'idea giudiziaria, nemmeno pallida, del come l'aereo sia venuto giù. Sempre la stessa identica storia, ogni anno.
E' veramente difficile tenere alta l'attenzione sul nulla, fissare attentamente il vuoto e fissare il vuoto che riempie il vuoto sentenza dopo sentenza, indagine dopo indagine. Restano sempre i morti e i fatti, noti, che restano lì a indicarci qualcosa di abbastanza preciso. Uno per tutti, la famosa telefonata in diretta a "Telefono Giallo" nel 1991:
Augias - "Pronto?"
Interlocutore - "Sì ...mi sente?".
Augias - "Piano, ma la sento".
Interlocutore - "Buongiorno, io quella sera ero in servizio al radar di Marsala e devo ammettere che in effetti noi vedemmo qualcosa nel radar. Ad ogni modo il giorno dopo vennero i superiori e ci dissero che dovevamo stare zitti. Ma io vedendola in TV ho avuto la spinta interiore di dire ciò che sapevo... anonimamente, perché non voglio rogne. Comunque la storia è una: ci fu ordinato di starci zitti e la saluto e saluto anche l'onorevole Amato che è li in studio".
Augias - "No...genti... gentile amico non attacchi... ha attaccato".
Restano anche le voci di quei giorni, voci vere, le voci dei piloti, le voci dei radaristi e dei militari, le voci degli ambasciatori e di un sacco di altri che c'erano e che qualcosa hanno visto: qui, in formato real media.
E poi restano i morti, moltissimi, un numero impressionante:
 

Andres Cinzia (24), Andres Luigi (32), Baiamonte Francesco (55), Bonati Paolo (16), Bonfietti Alberto (37), Bosco Alberto (41), Calderone Maria Vincenza (58), Cammarata Giuseppe (19), Campanini Arnaldo (45), Casdia Antonio (32), Cappellini Antonella (57) anni, Cerami Giovanni (34), Croce Maria Grazia (40), D’Alfonso Francesca (7), D’Alfonso Salvatore (39), D’Alfonso Sebastiano (4), Davì Michele (45), De Cicco Giuseppe Calogero (28), De Dominicis Rosa (Allieva Assistente di volo Itavia) (21), De Lisi Elvira (37), Di Natale Francesco (2), Diodato Antonella (7), Diodato Giuseppe (1), Diodato Vincenzo (10), Filippi Giacomo (47), Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32), Fontana Vito (25), Fullone Carmela (17), Fullone Rosario (49), Gallo Vito (25), Gatti Domenico (Comandante Pilota Itavia) (44), Gherardi Guelfo (59), Greco Antonino (23), Gruber Berta (55), Guarano Andrea (37), Guardì Vincenzo (26), Guerino Giacomo (19), Guerra Graziella (27), Guzzo Rita (30), Lachina Giuseppe (58), La Rocca Gaetano (39), Licata Paolo (71), Liotta Maria Rosaria (24), Lupo Francesca (17), Lupo Giovanna (32), Manitta Giuseppe (54), Marchese Claudio (23), Marfisi Daniela (10), Marfisi Tiziana (5), Mazzel Rita Giovanna (37), Mazzel Erta Dora Erica (48), Mignani Maria Assunta (30), Molteni Annino (59), Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39), Norrito Guglielmo (37), Ongari Lorenzo (23), Papi Paola (39), Parisi Alessandra (5), Parrinello Carlo (43), Parrinello Francesca (49), Pelliccioni Anna Paola (44), Pinocchio Antonella (23), Pinocchio Giovanni (13), Prestileo Gaetano (36), Reina Andrea (34), Reina Giulia (51), Ronchini Costanzo (34), Siracusa Marianna (61), Speciale Maria Elena (55), Superchi Giuliana (11), Torres Pierantonio (32), Tripiciano Giulia Maria Concetta (45), Ugolini Pierpaolo (33), Valentini Daniela (29), Valenza Giuseppe (33), Venturi Massimo (31), Volanti Marco (36), Volpe Maria (48), Zanetti Alessandro (18), Zanetti Emanuele (39), Zanetti Nicola (6).


Cosa resta, ancora? Un sacco di cose, tra cui anche gli stronzi dell'Aereonautica che continuano a raccontar palle con evidente soddisfazione, che dicono che il depistaggio partì dal Kgb, figuriamoci, ai quali non interessa nulla dei morti e di ciò che è stato, si sentono pure delle vittime, accerchiate dai parenti dei morti che, sostengono, si accaniscono contro generali dell'Aereonautica indifesi. E resta Arturo Parisi, ministro della Difesa in carica, governo centro-sinistra, che il 27 marzo, poco dopo le ultime assoluzioni, ha dichiarato che la Cassazione "riconferma oggi a voce alta di fronte al paese la piena lealtà dell'istituzione e dei suoi uomini. In tutti questi anni, gli uomini dell'Aeronautica, pur sottoposti ad accuse gravissime ed ingiuste, hanno saputo mantenere una dignità ed un rispetto per le istituzioni assolutamente esemplari". Complimenti, davvero. Cordialmente, fanculo.

ventidue

Requiem for a drim.
Se dico Maggie O'Connell alcuni di voi, come me, saranno di certo percorsi da un nostalgico afflato di memoria passata, rimembrando cose ormai scomparse da tempo, periodi piacevoli e sogni strambi.

E' a loro che mi rivolgo, chi non ha idea di ciò di cui sto parlando lasci perdere, molli qui perché la cosa non è di alcun interesse.
Questo post è un invito a disinteressarsi di ciò che è successo dopo, di ciò che succede ora, non fate ricerche, non fatevi venire curiosità, è per il vostro bene. Ignorate deliberatamente.
Io sono stato stolto e ci sono rimasto malissimo, sul serio. Ho scoperto cose pessime al riguardo di Maggie e voglio che voi non le sappiate. Quindi, non andate per nessun motivo qui o qui. D'accordo?

ventuno

L'allegra nonché inutile guida di Roma di trivigante.it (quattro).
Barberini, i partigiani e gli scheletri. Avete avuto un bel po' di tempo per osservare l'Estasi di Santa Teresa d'Avila nella chiesa di Santa Maria della Vittoria (cfr. b.site 26 marzo 2007). Ora è tempo di muoversi, verso nuove mirabolanti avventure romane, seguite l'ombrello alzato e la bandierina, e via quegli sguardi ebeti ancora rapiti dalla Santa Teresa gaudente. Scollinate e scendete in via Barberini, seguendola fino alla piazza, ehm, Barberini, dove si trova l'Hotel Barberini, il cinema Barberini, il bar Barberini (Bar Berini?), insomma, avanti così senza fantasia, un po' come la casa di Barberini, il camper di Barberini, il pony di Barberini, in un diluvio di ripetizioni infinite, tra cui anche Borromini, Barberini e Bernini. La gente, prima o poi, si trova e fa comunella, è evidente. Tra le Barberini-cose, impossibile non cozzare di capo contro palazzo Barberini, risalendo un pezzetto in via delle Quattro Fontane, un tempo volgarmente sede (anche) del Circolo delle Forze Armate, oggi per fortuna ospita solamente la Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini. Due cose al volo, banalmente: lo scalone e Giuditta e Oloferne di Caravaggio, qui a fianco.
Esattamente di fronte alla cancellata di palazzo Barberini, si trova via Rasella, anch'essa in discesa. E' qui che il 23 marzo 1944 i GAP fecero saltare un carrettino della monnezza con 18 chili di esplosivo, mentre passava una colonna di SS sudtirolesi del Polizeiregiment Bozen.
Trentatre morti tra i tedeschi, numero importante perché diede origine al conteggio, sbagliato, per la vile rappresaglia delle Fosse Ardeatine. Herbert Kappler, insieme con Pietro Caruso, il comandante della polizia italiana, attese alla scelta delle vittime: in gran parte guerriglieri catturati ed ebrei vennero tradotti da Erich Priebke e Karl Hass, fucilati in piccoli gruppi e gettati nelle fosse. 335.
Segnalo due film, riguardo l'attentato di via Rasella: Rappresaglia (1973), diretto da George Pan Cosmatos con Marcello Mastroianni e Richard Burton; Dieci italiani per un tedesco (1962), diretto da Filippo Walter Ratti con Gino Cervi.
Riprendendo il tùr, devo ammettere che, a parer mio, questa non è una zona molto interessante di Roma, nel senso che non offre molti bugigattoli, ripieghi, sorprese occultate, diversivi o botteghe molto oscure, si sente già l'aria di Fontana di Trevi e cominciano a esserci un po' troppi tedeschi e giapponesi. Ma qualcosa c'è.
Basta tornare, infatti, in piazza Barberini, accostarsi alla fontana del Tritone e far partire l'immaginazione: da qui partivano i macabri cortei, fino al XVIII secolo, che si facevano quando veniva ritrovato un cadavere sconosciuto. Veniva messo su un carro e, lentamente, veniva fatto circolare per la città, in attesa che qualcuno lo riconoscesse. Sempre da piazza Barberini, partiva invece la molto più bella processione del Trionfo delle fragole: carrozze, calessini, carri agricoli adorni di fragole e festoni di fiori partivano con in testa la statua di S. Antonio, sorretta dal contadino più anziano, per raggiungere piazza della Rotonda (Pantheon), dove le cosiddette fravolare intrecciavano saltarelli e tarantelle distribuendo ai presenti carrettate di fragole. Niente male, davvero.
In un angolo della piazza, si trova la fontana delle api, simbolo dei Barberini, ricostruita in epoca recente senza criterio e con materiali addirittura diversi dall'originale, bestie!, ma che merita lo stesso un'occhiata.
Recuperando parte di una vecchia cosa del b.site (16 ottobre 2006) vi consiglio di fare una capatina, dai, per via Veneto, soprattutto se siete in compagnia di Ursula Andress: potreste sbattere contro la scalinata della Chiesa dei Cappuccini, vale a dire la Chiesa della S.S. Concezione. Come uso dei Cappuccini, a Palermo e a Vienna, per esempio, esiste anche una cripta, ovvio, nella quale sono sepolti circa seimila frati. Forse, però, sepolti non è la parola adatta, dato che tutti i corpi sono stati smembrati e le ossa e i teschi utilizzati per comporre motivi ornamentali, tipici per allegria e buon gusto della Controriforma italiana o spagnola. Qualche gioioso esempio. Se pensate a una festa, in linea di massima non invitate molti frati Cappuccini. Ammorbano l'atmosfera. Comunque sia, a metà della cripta, sotto un cumulo enorme di teschi, c'è una scritta ammonitrice, anche questa notevole per leggerezza e simpatia: "Noi eravamo ciò che voi siete, noi siamo ciò che voi sarete". Mancano gli avvoltoi e le cornacchie e il quadro è completo.
Cappuccini maledetti, non ci avrete. Il resto di via Veneto, per quanto mi riguarda, potete dimenticarlo.
Dopo tutte 'ste botte de curtura, la solita nota organizzativa: un riepilogo sintetico di quanto detto in questa quarta parte della guida romana di trivigante.it (il riepilogo complessivo delle puntate della guida è nella colonna di sinistra del b.site). Se non salite ora sul pullman, perdete lo sconto sul materasso in lana merinos e il diritto di cantare Battisti nei posti in fondo alla corriera. Marsc!

quattordici

Festa, grande festa.
Oggi è morto Kurt Waldheim, dopo una troppo lunga vita e troppi, troppi onori e soddisfazioni, come per esempio essere stato per dieci anni il segretario generale delle Nazioni Unite (qui) o essere stato il Presidente federale austriaco. Mi è noto che la questione delle sue responsabilità o meno come arruolato nella Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale (l'operazione Kozara, per esempio) non sono mai state del tutto accertate, come mi è noto che lo stesso Wiesenthal lo difese, a sorpresa, da alcune delle accuse che lo dipingevano come un criminale nazista. Giova ricordare, però, che nell'occasione Wiesenthal distinse tra criminale nazista (e Waldheim, forse, non lo era o, comunque, non è provato) e denunciò, invece, la prossimità consultiva di Waldheim con il nazismo, in particolare per aver partecipato alla deportazione di cinquantamila ebrei che risiedevano a Salonicco. Il fatto è acclarato. Wiesenthal si oppose alla nomina di Waldheim alla presidenza austriaca. Fu eletto, e continuò con ostinazione a negare di essere stato a conoscenza dei fatti di Salonicco, oltre al noto tentativo di occultare, sino a che gli fu possibile, la sua presenza su quel fronte.
Smascherato, fece finta di nulla. Tutto ciò a me basta per gioire oggi, perché ce n'è uno in meno che, se non altro, non potrà usufruire di permessi di lavoro a novantatre anni e continuare a prenderci per il culo girando per strada libero e giocondo.
E per ogni festa che si rispetti, ci vuole la musica. Eccola (una nota, Pontiff sta per Pontefice, il riferimento è a Wojtyla per il loro felice incontro di cui riporto foto sopra):
 

Lou Reed - Good Evening Mr. Waldheim

Good evening Mr.Waldheim
and Pontiff how are you?
You have so much in common
in the things you do
And here comes Jesse Jackson
he talks of Common Ground
Does that Common Ground include me
or is it just a sound

A sound that shakes
Oh Jesse, you must watch the sounds you make
A sound that quakes
There are fears that still reverberate

Jesse you say Common Ground
does that include the PLO ?
What about people right here right now
who fought for you not so long ago ?
The words that flow so freely
falling dancing from your lips
I hope that you don't cheapen them
with a racist slip

Oh Common Ground
Is Common Ground a word or just a sound
Common Ground
Remember those civil rights workers buried in the ground
If I ran for President
and once was a member of the Klan
wouldn't you call me on it
the way I call you on Farrakhan
And Pontiff, pretty Pontiff
can anyone shake your hand ?
Or is it just that you like uniforms
and someone kissing your hand

Or is it true
The Common Ground for me includes you too
Oh is it true
The Common Ground for me includes you too

Good evening Mr.Waldheim
pontiff how are you
As you both stroll through the woods at night
I'm thinking thoughts of you
And Jesse you're inside my thoughts
as the rhythmic words subside
My Common Ground invites you in
or do you prefer to wait outside

Or is it true
The Common Ground for me is without you
Or is it true
The Common Ground for me is without you
Oh is it true
There's no Ground Common enough for me and you

tredici

Una segnalazione.
Se dovete comprarvi il compiuter o una macchina digitale o pezzetti vari di tipo informatico, segnalo il negozio onlain di ApmCom. Motivi: è una cooperativa sociale di Catanzaro, non ha fini di lucro, sono bravi, li conosciamo, fanno inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati o emarginati, sono corretti, i prezzi sono più che buoni e non aggiungono spese di spedizione dopo una certa spesa. Tutti i ricavi vengono reinvestiti con finalità sociali. Io, francamente, li trovo tutti dei buoni motivi, poi fate vobis.

Trivigante sbanda.
Trivigante sta conoscendo in queste ore una gravissima crisi di ispirazione, essendo venuto a mancare il faro, la guida ideologica e spirituale, il punto di riferimento unico ed essenziale di tutto l'essere ontologico trivigantesco: Flavia Vento. Infatti, con grande sconcerto, sono alcuni giorni che refrescio di continuo il suo blog senza risultato, niente, kaputt, tutto sparito e nulla di nuovo, sono rimaste soltanto le fotografie.
E il sito è anche peggio: morto. Maledizione, e adesso? Non so che fare, non so che dire, mi manca la mia maestra spirituale, neanche cantare Moreno mi risolleva dal senso di solitudine che mi prende in queste ore.
Leggo, rileggo e ascolto le sue parole, ma questo non mi basta, io ho bisogno di idee nuove, di stimoli nuovi che lei sola poteva darmi. E' evidente che questa sua scomparsa è il risultato della cattiveria dei rosiconi, lei già si difendeva qualche anno fa così, testuale: "sono flavia vento leggendo quello che scrivete sul mio conto posso solo dirvi che siete dei gran rosiconi ,guardatevi dentro prima di giudicare una persona mi sono candidata perche mi piace la politica pensate a voi e alle vostre vnegativita deficienti".
Quanto mi manca. Che farò io, ora? Io vi avviso, se non torna qua si chiude baracca, la vedo male.

otto

Il taxi è troppo caro?
Ecco la storia, in breve: il ministero della Difesa, gestione centrodestra, ha acquistato nel duemilaesei "2 velivoli ad ala fissa da destinare alla polizia di stato e all'arma dei carabinieri per il successivo impiego nell'opera di contrasto del fenomeno migratorio". Sedici milioni di euro e passa per due aerei (i cosi ad ala fissa, nome del modello p180) dotati non di mitraglioni anti-immigrati, come verrebbe da dire, ma di telecamere super-ultra tecnologiche a bassissimo effetto balengo, che servono per pattugliare le coste ad alta risoluzione e a registrare gli immigrati che invadono il paese. Gli aerei sono Piaggio ma non sono cinquanta di cilindrata, non hanno il cassone dietro e non ci si fanno i raduni tra appassionati. Il 14 dicembre 2006 arriva il primo aereo ai Carabinieri, consegnato a Pratica di Mare. Pare da fonti certe, interne ai carabinieri, che poche ore dopo la consegna la telecamerona (è una sfera bianca piuttosto ingombrante) fosse già stata smontata. C'è persino una fotografia dell'aereo senza traccia di telecamera che riporto qui a destra (qui quello della Polizia). Non solo: dopo un paio di voli per trasporto passeggeri, l'aereo a fine febbraio è stato rimandato alla Piaggio, e non per togliere la marmitta. Due settimane dopo viene rimandato ai carabinieri in "configurazione a bassa densità", vale a dire - come da manuale tecnico dell'aereo - senza possibilità di attaccare alla fusoliera la telecamera. Quindi, del tutto inutile allo scopo per cui è stato acquistato. Ma c'è di più: oltre ai sei carabinieri mandati per varie settimane negli USA per imparare a pilotare il p180, pare ne sia appena stato mandato un settimo. Nel frattempo, voci più che attendibili spiegano che all'interno dell'aereo è stato montato un divano bianco, in pelle. Infatti, spiega un tecnico, il p180 non è mai stato considerato l'aereo giusto per nessun tipo di pattugliamento, visto che per utilizzare correttamente la telecamerona deve volare a 210 km/h, cioè pressappoco la velocità in cui stalla. Non per niente è chiamato "la Ferrari dei cieli". Temo che non sia solo perché è veloce e perché c'è un accordo tra le aziende. Dunque, c'è qualcuno che si fa scorrazzare in giro, beatamente seduto su un divano bianco in pelle sulla Ferrari dei cieli. Scicchissimo. Ma si consoli, non è certo da solo: i p180 di carabinieri e polizia sono rispettivamente il trentesimo e il trentunesimo aereo p180 comprato dallo Stato italiano, tutti uguali e tutti inadatti allo scopo. L'hanno voluto la Protezione civile e i Vigili del fuoco, l'Aereonautica, la Marina, la Guardia di Finanza. La Forestale ne ha voluto uno per "vigilare sui boschi con apparati speciali", come riferito dal Governo in un'interrogazione parlamentare. Sul serio, sembra una scemenza ma non lo è. Alla Piaggio, per forza, ringraziano caldamente.

Scripta non manent.
27 agosto 2006, spiaggia di Focene, vicino a Fiumicino, viene ucciso a coltellate Renato Biagetti, ventisei anni, romano. Era andato a sentire un concerto, all'alba, quando sta per tornare a Roma, proprio fuori dal chiosco, sulla spiaggia, una macchina grigia metallizzata accosta la vettura dove Renato e i suoi amici sono appena saliti. «E' finita la festa?». «Sì? E allora perché non ve ne andate a Roma?!», ha detto uno dei due sulla macchina prima di scendere con il coltello. Tre colpi al cuore e ai polmoni di Renato. E ferite più lievi per i suoi compagni. Saranno loro e qualcuno accorso dal chiosco a fornire ai carabinieri le prime notizie sull'accaduto.
Renato riesce a parlare con i carabinieri. Lo farà al Grassi di Ostia mentre aspetta un paio d'ore, pare, prima di entrare in sala operatoria. E' lì che morirà, intorno a mezzogiorno. «Dopo un'attesa inspiegabile e inaccettabile», spiegano gli amici. Cinque testimoni diversi raccontano di aver visto Renato che rispondeva alle domande e almeno un agente che metteva a verbale le sue dichiarazioni.
La famiglia e gli amici di Renato fanno pressione sulle indagini, finché i carabinieri ammettono che il verbale con le dichiarazioni di Renato non si trova più. Sparito. Le indagini, se è possibile, proseguono pure in modo peggiore: l'inchiesta viene affidata dalla Procura al nucleo dei carabinieri in cui lavora il padre di uno dei sospettati, Vittorio Emiliani. Carabinieri che indagano su carabinieri, il tutto su un letto di affetto paterno. La soluzione del mistero della morte di Biagetti si allontana. Probabilmente, è una delle ipotesi, la sua morte rientra nel numero incredibile di aggressioni di stampo neofascista degli ultimi anni, in particolare a Roma, l'ultima delle quali è di tre giorni fa.
Si contesta Veltroni per l'assegnazione di uno spazio al centro sociale di destra Foro 753 e una, per così dire, equidistanza poco critica di fronte allo svolgimento di questo genere di cose.

sette

Facce da culo: Giancarlo Cimoli.
Cinque milioni di euro di buonuscita ma, soprattutto, si vocifera nei corridoi, l'assicurazione che il prossimo gestore - o proprietario - di Alitalia non lo trascinerà in tribunale per danni. Giancarlo Cimoli, dal suo punto di vista una buonuscita, dal nostro un caro prezzo per levarselo dai marroni. Peccato avessimo già pagato una sontuosa buonuscita per toglierlo dai marroni delle Ferrovie di Stato.
Pare che i sospiri di sollievo alla partenza di Cimoli si siano sentiti in ogni ascoso angoletto dotato di aeroporto. Infatti, la prospettiva, proseguendo con la scellerata gestione Cimoli, era di arrivare a non avere più nulla da vendere, in Alitalia, essendo la dignità e il buon nome già dissolti da tempo. Rottura totale con tutti i sindacati, stipendi faraonici e contratti onerosissimi con società esterne, persino dopo l'uscita di numerosi bilanci sul filo della bancarotta. Un classico esempio di supermanager italico, sponsorizzato e difeso fino all'ultimo anche da Padoa Schioppa, finché Cimoli non ha davvero superato la soglia oltre la quale è diventato davvero indifendibile. Degno erede di quel Giuseppe Bonomi, leghista, che è in testa alla superclassifica show degli sfascia-Alitalia. Un paio di esempi della lungimiranza di Cimoli: tre anni a capo di Alitalia, totale percepito come stipendo: 8,4 milioni di euro, cui si aggiunge la buonuscita. Sei volte lo stipendio del presidente di British Airways. Giova ricordare che Alitalia è (ancora) una compagnia pubblica, ne consegue che se un imprenditore privato può fare quel che preferisce con i soldi della sua azienda, più o meno, un manager pubblico non ha esattamente la medesima libertà. O non dovrebbe averla, diciamo, se avesse un minimo di etica nascosta da qualche parte, al di sopra della cintola. Cimoli non ce l'ha. Secondo esempio: i soldi, i soldi veri, in ambito areonautico, si fanno con i voli intercontinentali, non certo con il volo Orio al Serio-Colli dei legionari. E, di solito, si fanno con i voli verso paesi rilevanti per il commercio e lo scambio. Cimoli, d'autorità, decise di sopprimere la rotta Alitalia per Shanghai il giorno stesso in cui Prodi volava in Cina con tremila imprenditori al seguito. Nessuna logica imprenditoriale, è ovvio, una provocazione. La domanda, dunque, è: a chi piace, o piaceva, tanto Cimoli?

Scelte da fare per prepararsi bene.
Un corposo e meticoloso studio dice, inequivocabilmente, che il modo migliore nonché quello con più possibilità di uccidere un leader, un re, un capo di stato, un dittatore, è senza dubbio utilizzando una pistola. La casistica è ampia, 298 sono i casi presi in considerazione da Jones e Olken, i due studiosi, senza calcolare, nei duecentonovantotto, colpi di stato e complotti sventati.
In sostanza, lo studio dice che niente è efficace come la pistola per raggiungere lo scopo ed eliminare l'odiato capo, le bombe sono perlopiù inefficaci e rischiano di farvi saltare in aria con esse, capita spesso. Un esempio, il colossale dittatore ugandese Idi Amin fu oggetto di un attentato in cui l'attentatore gettò una bomba a mano contro il tiranno, la bomba rimbalzò sul petto di Amin e cadde in mezzo alla folla. Esito: Amin vivo e un sacco di morti. Stessa sorte per il dinamitardo che nel 1925 cercò di far saltare in aria Boris III di Bulgaria, falciando invece centinaia di presenti. Tralasciando i casi eclatanti di fucili che sparano da finestre di biblioteche a distanza siderale il cui proiettile rimbalza innumerevoli volte, in generale una bella rivoltella e una distanza ragionevole non è detto che siano sufficienti. Infatti, su 298 casi analizzati, solo 59 si sono risolti con un successo per l'attentatore, uno su sei dal 1875 al 2004. Se pare un numero alto, si sappia che di media, attualmente, ogni due anni un leader muore di morte violenta, causa lo sproporzionato aumento dei paesi indipendenti negli ultimi anni (e, di conseguenza, di capi di stato o re). Lo studio si trova qui ed ha una sola pecca, nonostante la puntigliosità: ne ha dimenticato uno importantissimo, Gaetano Bresci che, con pistolettate, appunto, uccise Umberto I di Savoia. Sarebbero sessanta, quindi.
Quello che lo studio non dice, però, è che se intendete assassinare un capo di stato o re in Europa, molto probabilmente passerete alla storia come un povero anarchico psicotico, dedito all'autocommiserazione nel proprio mini-monolocale, senza scopo e senza famiglia, forse schiavo dell'alcool o della droga e, sicuramente, di un'ideologia oppressiva che gli pervade le vene. Se, invece, intendete assumere il ruolo di agente americano che attenta la vita a un dittatore sudamericano, spesso pure eletto democraticamente, passerete di certo alla storia come un gran fico, efficiente, bello, spietato e con un enorme senso della giustizia. Sarete poi circondati da donne bellissime. Bizzarro.

cinque

Cristo, quanti errori!
Sebbene io non sia un lettore dell'Espresso, mi dà ancora il gusto di lettura da radicale sciccoso su barca capalbiese, oggi sono incappato in un articolo buffo, che riguarda gli strafalcioni di papabenedettoXVI nel suo ultimo best seller, Gesù di Nazareth. Aveva avvertito che non era il caso di applicare l'infallibilità pontificia a questo testo, trattandosi di una lezione non magisteriale, e aveva del tutto ragione. Ha un'insana passione per la cattedra, il signore.
Spassoso, in particolare, il titolo dell'articolo: "Cristo, quanti errori!".
Ma quanto è divertente prendersela con il papa, non ci sono proprio paragoni.

uno

Qualche informazione utile per chi visita trivigante.it.
Vorrei raccontare, a chi è poco avvezzo e a chi è eventualmente curioso, alcune delle cose che accadono quando vi collegate a un sito internet. O, molto meglio, raccontare quello che succede quando vi collegate a trivigante.it, degli altri so pochino. Niente informazioni altamente tecniche, non sono in grado, solo alcuni dati supplementari e alcune considerazioni a margine. Apro gli archivi segreti di trivigante così da mostrare una trasparenza di facciata, rivincere le prossime elezioni con bulgaro plebiscito e continuare ad amministrare questo sito senza rendere conto a nessuno, nemmeno a Mosca.
Vado a cominciare: fin dall'inizio, come fanno quasi tutti, ho agganciato trivigante.it a uno dei tanti siti gratuiti di statistiche web, in specifico questo. Lo scopo è di capire quanti signori visitatori onorano le mie sciocchezzuole e avere un minimo riscontro numerico che mi permetta di individuare pagine vive e pagine morte. Se prestate attenzione, in fondo a ogni pagina del sito, a sinistra, potete fugacemente notare un contatore web che si attiva all'apertura della pagina. Ho preferito scegliere un contatore invisibile per il semplice fatto che, ah l'estetica!, mi fa schifo vedere i contatori visibili sulle pagine, sembra quasi un'inutile esibizione. Se utilizzate Linux, però, contatore e mini-statistiche dovrebbero essere visibili (checcazzo, mai un vero standard...). Qui a destra, un esempio delle statistiche sui visitatori, aggiornate a questa mattina presto. Il conteggio delle visite avviene, per sommi capi, analizzando l'indirizzo IP di chi si connette a trivigante.it, quindi - va da sé - è un calcolo che ha un margine di abbondanza, nel senso che se la stessa persona si connette da due pc differenti, per fare un solo esempio, risulta come due visite distinte. Oppure, se riceve dal server un nuovo IP, risulterà come un nuovo visitatore sebbene non lo sia. Vabbè, poco importa.

Ecco l'andamento delle visite dell'ultimo mese, distinto tra pagine visitate, numero visitatori e numero nuovi visitatori. E' utile anche per capire quando è sabato o domenica, tutti in giro a far merende nei prati, com'è giusto che sia. E fin qui, tutto bene. Il 18 maggio è stato grandioso, grazie.
Ora mi addentro brevemente in territori più spinosi: le informazioni interessanti ma non necessarie, ovvero fin dove è il caso di tracciare la navigazione altrui? Vorrei chiarire, a questo proposito, che si tratta comunque di dati pubblici, niente di strano, per cui non sto parlando di illeciti presunti o reali, quanto più di questioni di opportunità. Chiunque smanetti un minimo su internet sa che è piuttosto facile risalire legalmente all'anagrafica in dettaglio del proprietario di un sito, per esempio, il punto è se sia opportuno che questi dati siano disponibili con facilità oppure no. Io penso non sia il caso, come non è il caso che chi, come me, necessita di statistiche abbia poi accesso ad altre moli di dati francamente eccessive.
Infatti, per me è molto utile sapere quali pagine siano visitate e in che misura e come i visitatori arrivino a trivigante.it, perché mi aiutano nella gestione complessiva del sito, non allo scopo di accrescere le visite, quanto più per capire dall'esterno la posizione e la sostanza di ciò che faccio.
Ora, queste informazioni vengono fornite tra le statistiche: qui a sinistra le pagine visitate negli ultimi sette giorni con le relative visite. Si conferma il fatto che b.site e inendaut sono le pagine più viste, ovviamente, dato che sono anche quelle che aggiorno con più frequenza.
Inoltre, e qui la cosa si fa un po' più complicata, mi vengono fornite informazioni sul comportamento di un visitatore, vale a dire la provenienza, le pagine visitate in una sessione più altri dati trascurabili, per esempio la lingua utilizzata nel browser (??). Ne posto un esempio qui a destra. Ho dovuto oscurare gli indirizzi IP perché, come si vede, appaiono in chiaro e non ho nessuna intenzione di diffondere dati di cui, in qualche modo, sono custode. In questo modo, l'altro ieri, ho potuto vedere che un visitatore spagnolo è arrivato sul b.site di dicembre 2006 cercando coprofobia porno. Giuro che non l'avrei mai immaginato, cacchiate da motore di ricerca testuale. Comunque, trovo che - nonostante, ripeto, siano pubblici - non sia di nessuna utilità conoscere gli indirizzi IP di coloro che si collegano al sito. Per questo motivo, ci tengo a dirlo, cancello settimanalmente tutti i dati riferibili alle visite, mantenendo solo i dati generali, il numero complessivo. Né è mio interesse cercare di riconoscere gli indirizzi IP.
Poiché, però, gli indirizzi IP hanno una locazione geografica, per ovvii motivi, è possibile fare una mappa dei contatti a trivigante, più per curiosità che altro. Ecco quindi il mondo:

Restano indifferenti l'Africa e l'Australia, tra i continenti, nessuno dalla Groenlandia o dal Giappone, peccato, e si può facilmente riconoscere la visita del giudice filippino Floro, di cui parlavo nel b.site del 18 maggio 2007 e con il quale presto sorgerà una sincera amicizia, con tutti i suoi nani.
In dettaglio, l'Europa mi procura una certa soddisfazione (scusate il moto di orgoglio):

Trattandosi di un sito in italiano, è evidente che per la maggior parte si tratta di contatti casuali (immagini) o di emigranti che sentono la nostalgia per le italiche bischerate, talmente disperati nella solitudine da finire su trivigante a vagolare. Devo dire che la resa grafica fa tutto un altro effetto, sono onorato e sento su di me la responsabilità di fare cose buone, più che pria. Grazie per le visite, davvero.
Mi sorprende piacevolmente, guardando il dettaglio delle città di provenienza dell'ultimo mese (non riporto quelle con una sola visita), Napoli, non me l'aspettavo (ammetto, mi fa piacere), mentre Tallin si spiega col fatto che ho appiccicato io per strada gli adesivi di trivigante.it, qui a destra la tabella.

In sintesi e in conclusione, mi pareva opportuno condividere quanto sul sito non è visibile, di modo che tutto sia chiaro, e far dichiarazione dei miei intenti, puramente informativi. Il servizio di statistiche che utilizzo io è gratuito, quindi offre molto meno di quanto un servizio professionale può offrire, il che spalanca enormi ambiti di discussione sulla privacy dei navigatori e degli utenti. A parer mio, da profano, le informazioni disponibili su generalità e comportamenti sono troppe e troppo facili da raggiungere, le garanzie offerte sono piuttosto labili e la legislazione varia da paese a paese.
Nel mio piccolo, dunque, mi faccio carico volentieri delle sorti dei visitatori di trivigante.it e mi faccio formalmente custode e baluardo del loro anonimato informatico da tutti i punti di vista, non fornirò mai a nessuno alcun dato specifico a nessun proposito e nemmeno sotto tremenda tortura confesserò che un sacco di visite provengono dall'Ufficio Indagini Informatiche del Viminale. Occacchio, l'ho detto...

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