minidiario scritto un po’ così dei giorni di reclusione causa cojonivirus: giorno 13

Ordinanza del governo, oggi, che limita ancora un po’ lo spazio di azione individuale: infatti, pare ci sia un po’ troppa gente in giro con la scusa della corsetta o di qualsiasi altra cosa. Dal mio limitatissimo angolo di prospettiva, l’ho detto, non ho visto eccessi ma, in effetti, non vedo parchi o colline o isole ecologiche o qualsiasi luogo possa costituire attrazione di questi tempi. Se ne leggono di ogni, in effetti. Niente attività sportiva, dunque, se non in prossimità di casa, chiusura dei parchi e dei giardini, vietate attività ludiche all’aperto e ogni spostamento nei festivi e pre. I governatori leghisti avevano richiesto la chiusura dei supermercati nei fine settimana e questo è bastato a scatenare, di nuovo, l’assalto ai generi alimentari: bisognerebbe parlare molto molto meno. Per fortuna, mi ripeto, al governo il sale in zucca c’è e, a Cesare!, si stanno comportando bene, dando dimostrazione di serietà e prontezza. Nessuno, credo, possa dirsi abbandonato in questo momento. I casini più evidenti si riscontrano quando intervengono i governatori locali delle zone più colpite, Lombardia e Veneto, dunque leghisti entrambi, che premono per avere la propria visibilità e, quindi, impongono conferenze stampa in concorrenza con quelle ufficiali della protezione civile. Oppure quando i loro compari all’opposizione del governo, anche in questo caso alla ricerca di visibilità, bloccano l’approvazione veloce del decreto che destina aiuti a imprese e autonomi: ve la ricorderete questa cosa?

Il mio amico e collega M. ci racconta cos’è successo ai suoi genitori: hanno trovato nella cassetta della posta, e come loro tutte le persone della via, una busta anonima con il seguente messaggio: «Cari vicini, andrà tutto bene. Dio vi benedica. Forza Italia». Dentro, quattro mascherine. Il padre di M. è riuscito a vedere in lontananza l’autrice di questo gesto di grande umanità: la famiglia di cinesi che abita cento metri più avanti nella via. Nonostante – mi si perdoni la battuta – gli accenni a Dio e Berlusconi, trovo la storia commovente. Sono molti i gesti di umanità in questo periodo, minori e maggiori, dalla condivisione della spesa al sostegno tra persone vicine, per ogni imbecille fuori a esercitare la propria individualità ce ne sono parecchi che, invece, agiscono per il meglio e in modo collettivo. Oltre ai sanitari, ovviamente, e tutto ciò che ci gira attorno, si va dalle grandi aziende come la LVMH, gigantesco conglomerato di marchi del lusso come Dior e Loewe, che ha annunciato ieri di aver convertito l’intera linea di produzione di profumi in gel disinfettante per le mani, ai gesti dei volontari che consegnano in ogni quartiere spesa e farmaci, agli insegnanti che con sforzo notevole proseguono le lezioni online e a tutti coloro che, anche nello spazio di un pianerottolo o di un cortile, fanno la propria parte.
A Jennifer Haller, donna di 43 anni di Seattle con due figlie adolescenti, che due giorni fa si è fatta iniettare la prima dose di “mRNA-1273”, dando il via ufficiale alla sperimentazione dei vaccini al Covid-19 sull’uomo. Meglio: sulla donna. Partiti gli USA, l’Europa annuncia i primi test a giugno, l’Italia è già un po’ più avanti ed è ai test pre-clinici sugli animali, oltre all’avanzata sperimentazione di farmaci già esistenti. In Cina sono alla soglia dei test umani. Insomma, ci si muove insieme.
Ed è in quest’ottica che è arrivata in Italia. alcuni giorni fa, una delegazione di medici e industriali cinesi per portare l’esperienza diretta di quanto fatto con successo a Wuhan, oltre a un aereo pieno di aiuti materiali. Sono arrivati anche i medici cubani a sostenere lo sforzo dei nostri, in linea con uno scambio che da anni va avanti tra Italia e Cuba (noi gli mandiamo odontotecnici da decenni, per condividere le professionalità). Molti tra cui io non hanno potuto fare a meno di notare la coincidenza degli aiuti da paesi, almeno nominalmente, socialisti. Tra tutte le storture dell’applicazione della teoria, il sostegno e la solidarietà tra paesi è però parte fondante della cultura socialista, va riconosciuto e ne va merito.

È il confronto che, talvolta, va a nostro svantaggio, se mandiamo avanti i governatori leghisti e forzitalioti del nostro paese, purtroppo. Ieri, il signor Hua Hu, amministratore delegato di Cosco Shipping Lines Italy, ha donato alla Regione Liguria cinquantamila mascherine e Toti e i maggiorenti della Regione hanno ben pensato di farsi una foto con lui.

Dando visibile dimostrazione di beotismo, ignorando le minime funzionalità e il senso delle mascherine, la differenza è evidente. Uno, dico io, uno. Vabbè.
È primavera.

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Un commento su “minidiario scritto un po’ così dei giorni di reclusione causa cojonivirus: giorno 13

  1. Regole e sanzioni, tra interpretazioni e buon senso

    In questi giorni si discute animatamente delle regole eccezionali alle quali siamo già sottoposti e delle altre, si immagina ancor più restrittive di talune libertà (anche costituzionali), che potrebbero essere a breve introdotte.
    Siccome professionalmente mi occupo di norme giuridiche, da ciò traggo conferma di una serie di convinzioni che ho maturato nel tempo. Prima convinzione: tutti, all’occorrenza, interpretano i documenti normativi (qui, i vari Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) e lo fanno precedentemente all’intervento, peraltro solo eventuale, di giudici o poliziotti che possano dare loro ragione o torto. Seconda convinzione: tutti o quasi sono interessati a come l’autorità possa applicare le norme che ci riguardano, in senso più o meno rigido, perché nessuno ha poi tanta voglia di passare dei guai. Terza convinzione: l’interpretazione esternata talora può anche essere pretestuosa, per andare incontro alle proprie esigenze e/o ai propri desideri, ma anche in questo caso essa segue (ed è accessoria a) un tentativo il più possibile rigoroso di comprensione della norma nella sua “oggettiva” consistenza. Anche se voglio eludere una norma, insomma, e se per farlo scelgo di nascondermi dietro una lettura “stiracchiata” o addirittura di comodo, strategicamente è utile conoscere il punto originale dal quale ci si allontana. Quarta convinzione: nella decisione di osservare o meno una norma giuridica, l’efficacia della sanzione è uno stimolo necessario per molti, e in Italia probabilmente per troppi: se non c’è il bastone, fotte sega.
    Segnalo peraltro un effetto perverso di questa situazione. Una volta trovata una norma giuridica che consente una certa attività (esempi: corsetta, passeggiata per attività motoria etc.), o escogitato il metodo per eludere un certo divieto, ecco che immediatamente ci si precipita a esercitare tale “libertà” (di diritto nel primo caso, di fatto nel secondo). Il buon senso, che si traduce in regole finalistiche del genere “se (non) vuoi ottenere tale effetto, scegli (o evita di prefiggerti) il tale scopo o il tal mezzo”, viene completamente bypassato.
    Posso (giuridicamente o concretamente) fare una certa cosa, quindi voglio farla. Anche se stupida, anche se potenzialmente dannosa per me o per altri. E magari strepito pure contro chiunque mi inviti al raziocinio (vedi appunto gli appelli al “restate in casa”, a prescindere e oltre i divieti espressi) proprio nella misura in cui si tratti di scegliere in concreto se, come e quanto esercitare una libertà concessami in astratto: è un mio diritto e vaffan#*lo.
    Ringraziamo questi signori, così intelligenti, scaltri e soprattutto solidali. Li ringrazieremo ancor di più se e quando – dio non voglia – l’esercito verrà mandato a presidiare le strade.

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