minidiario scritto un po’ così dei giorni di reclusione causa cojonivirus: giorno 96

«E, quindi, vorrei prenotare un tavolo per due per domani». «Sì, siete coppia o amici?». Ma senti questo che sfacciato, fatticazzituoi, no? «È per il distanziamento, scusa, non è per farmi gli affari tuoi». «Ma certo, figurati, avevo capito, amici» ed è così che, ormai, vanno le cose: tavolo più grande per amici, tavolo più ravvicinato per coppie. Ma uscire a cena è bellissimo, penso lo farò tutte le sere d’ora in avanti, anzi, ristoratori! Tranquilli, ci penso io a risollevare il settore: eccomi! Sono proprio contento delle piccole libertà riacquistate, vedere qualche amico, mangiare insieme, parlarsi a una ragionevole distanza senza mascherine, mi fa talmente piacere che trasgredisco volutamente e mi concedo qualche buffetto, una pacca, un maddai sulla spalla per il puro piacere del contatto e di, appunto, normalità. E poi un caffè al tavolino, all’aperto, andare con qualcuno da qualche parte, piccole cose di grande importanza, per me, che mi rendo conto mi fanno davvero piacere. Mancavano, eccome. Un compleanno di un’amica: fuori a cena. Un amico che non vedo da tempo: a lavorare insieme in giardino. Una persona simpatica in cortile: chiacchiere a volontà. È il bello delle persone, mi mancavano, posso prendere il meglio e in quantità, magnifico. Poi il fruttarolo, il ferramenta, il bar, il fornaio, i cinesi, mi siete mancati tutti, dove siete stati? Nei mesi scorsi ne abbiamo lette tantissime, notizie false create ad arte per aumentare la confusione e la disinformazione, non ne ho parlato molto perché ho preferito attenermi ai fatti e ai fatti positivi, più che altro. Ma ce ne sono state tante, di notizie false: la Commissione europea ha per la prima volta indicato la Cina come una fonte di disinformazione collegata al coronavirus. Bene, posso immaginare la solita Russia in aggiunta e già un paio di nomi li abbiamo. Il New York Times ha contato centotrentacinque progetti di vaccino al covid-19 al mondo, chi lo becca svolta per sempre. Sarebbe bello se un esito di questa pandemia fosse il rafforzamento e il consolidamento dell’Unione Europea: probabilmente la diffusione del contagio ha già agito come catalizzatore sul governo europeo, accelerando alcune decisioni di condivisione economica e sanitaria che altrimenti sarebbero state di là da venire. Chiaro che oggi vediamo con maggior chiarezza le differenze che si sono manifestate in questi mesi, la distanza che c’è stata tra noi e gli altri paesi nelle prime fasi del contagio, quando siamo stati lasciati soli e, anzi, allontanati, quando non derisi. Sono però convinto che nei prossimi tempi vedremo invece i risultati positivi di una situazione che ci ha costretto a fare i conti con la realtà, ovvero che nessun paese è autonomo, che le decisioni di uno influiscono su quelle degli altri, che una strategia comune costa meno ed è più efficace di molte strategie, spesso contrastanti. Tutte cose che sapevamo già ma per molti serve sbatterci la faccia, solito problema.

Lunedì prossimo potranno riaprire parchi giochi e centri estivi, sale giochi e centri termali, cinema e teatri. Rinviati al 25 invece gli sport di contatto, al 14 luglio fiere e discoteche, le udienze giudiziarie potranno riprendere dal 1° luglio. Per poi richiudere subito, se faranno le ferie lunghe ad agosto, come ogni anno. Perché abbiamo bisogno di vacanze, no? Tutto ’sto panificare a casa con i figli rompicoglioni, lamentarsi che non si poteva proibire la ripresa del lavoro, tutto ciò ha creato molto affaticamento, servono vacanze, lunghe, riposanti, al mare. E domani gioca il Milan.

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Un commento su “minidiario scritto un po’ così dei giorni di reclusione causa cojonivirus: giorno 96

  1. Rimozioni forzate

    Ormai io a capirci qualcosa di questo andamento ci ho rinunciato. Oggi hanno fatto più tamponi ed è peggiorato il rapporto tra tamponi e nuovi casi di positività: uno su 53, quando ieri era uno su 94. 379 nuovi casi in tutta Italia e 81 a Brescia: praticamente facciamo un terzo della Lombardia e un quarto del totale assoluto, eppure non mi sembra che ci sia una grande apprensione, se eccettuiamo lo schieramento di poliziotti schierati ai bordi di Piazzale Arnaldo. Eppure, dalle foto che amici e conoscenti postano su internet, nonostante adesso nei vari locali non si possa essere serviti se non si è prenotato un tavolo, non mi sembra che il rispetto delle distanze tra i commensali (non parliamo poi dell’uso della mascherina) sia particolarmente sorvegliato. Non dico dagli esercenti, che in questo sono in chiaro conflitto di interessi e sarebbe iniquo pretendere che si oppongano a comportamenti “devianti” a meno che non siano urlati, ma se c’è tanta polizia da sciogliere un corteo potrebbe – che so? – dare un’occhiata?
    Dalla prossima settimana pare che si potrà tornare a giocare a calcetto come a tutti gli altri sport di contatto, salvo che le singole regioni non dispongano in senso più restrittivo in ragione della loro specifica situazione. Cosa farà la Lombardia? C’è da credere che non vorremo essere secondi a nessuno neppure nella libertà di fare una partitella al parco o di scendere in campo con gli amici nei vari impianti sportivi. In fondo hanno aperto le piscine e le palestre, ma due tiri al pallone no?
    Al solito, è un cane che si morde la coda. Se si prende un certo sentiero, poi tutto il resto quasi fatalmente segue, fino al punto in cui ci si dimentica che la scelta se prendere o meno quella strada era proprio l’elemento più controverso, del quale testare puntigliosamente l’opportunità nel tempo, e non una sorta di assioma da cui derivare tutto il resto.
    Ovviamente sto vaneggiando, e in fondo questo mio indossare la mascherina quando sono all’aria aperta, ed eventualmente alzarla fino a coprire il naso, oltre che la bocca, quando incontro qualcuno ed eventualmente è abbassata, sempre più sta diventando un gesto di stile, come una sorta di scappellamento spagnolesco (a destra).
    Va detto che ci sono anche buone notizie. Intanto gli italiani (3 su 4 secondo le statistiche di oggi) vogliono andare in vacanza, in barba al perfido virus, e quindi bene per il settore finora più bistrattato dell’economia. A tal proposito, per portarsi avanti, sembrava che il Governo volesse aprire fin da lunedì anche le discoteche (vi immaginate Rimini e la riviera romagnola senza?), ma poi alla fine qualcuno (immagino un cacciatore di draghi) li ha convinti che fosse ancora troppo pericoloso, e quindi si è slittato avanti di un mese. Nessuno sa, apparentemente, se ci sarà una seconda ondata a ottobre; gli scienziati sono divisi ma dicono “ci faremo trovare preparati”. Ma cosa vuol dire qualcuno me lo sa spiegare, esattamente? A dire il vero un po’ lo immagino: con ogni probabilità si riferiscono al bonus premio per i medici e gli infermieri che “hanno combattuto in prima linea contro il covid”. La Regione si era accordata coi sindacati per la cifra di 1.250 euro, ma adesso ha deciso unilateralmente di dimezzarla. Una scelta che francamente mi lascia perplesso e deluso. Io non avrei mai pensato di offendere i nostri angeli retribuendo il loro impagabile sforzo neppure con un centesimo: anche solo pensare che abbiano rischiato la vita con la prospettiva di essere poi ripagati venalmente è un oltraggio al loro eroismo del quale mi pregio di non essere complice.

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