wcrs 2016

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Due mesi fa si sono tenuti in Svezia i campionati del mondo di – come dire? – salto della corda, che in inglese vien più bello: World Rope Skipping Championships.
Il paese ospitante ha esordito così (per tutti quelli, come me, che non sapevano esistessero dei campionati di disciplina e, soprattutto, non avevano mai visto l’attività portata ai massimi livelli):

Uao. Sto per diventare devoto, a quattro in particolare.

“potrebbe anche non ringraziare mai”

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Pare che le tracce di Dylan si perdano dal giorno della conferma della vittoria del Nobel: ha suonato a Las Vegas, credo, senza nulla dire dal palco, e non ha fatto commenti ufficiali (pare nemmeno non ufficiali, come è nel personaggio). Chissà. Secondo Bob Neuwirth, suo amico, potrebbe anche non dire mai nulla, al riguardo. Vedremo.
In ogni caso, il New Yorker giustamente celebra con una bella copertina di Malika Favre. E Spotify festeggia, visto che gli ascolti di Dylan sono saliti del 512% dal giorno prima del premio.

“Roma non mi ispira l’abito lungo”

Primo tappeto rosso alla Festa del Cinema per il sindaco di Roma Raggi e per l’assessore alla Cultura del Comune di Roma Bergamo. Capisco l’understatement e il volersi distinguere per sobrietà da altri rappresentanti politici, ma qui si rasenta la tristessa, amici.

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Forza, su. Dai.
Ciò nonostante, nessun cambio di rotta reale, perché gli inviti vengono come sempre recapitati ai soliti rottami: Gianni e Maddalena Letta, il banchiere Luigi Abete, il ministro Dario Franceschini accompagnato dalla moglie Michela, l’ex ministro Giovanna Melandri, la figlia di Ciriaco de Mita, Antonia, la contessa Marina Ripa di Meana, la giornalista Myrta Merlino, l’ex miss Italia Nadia Bengala, cose così.

l’appuntamento sportivo dell’anno

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Io sarò là. Per vegliare che i cuneesi, invidiosi, non osino accusarci ancora di doping. Aimreditumilc.
Qui tutte le info dell’imperdibile appuntamento. Riuscirà il campione in carica a confermarsi? Probabile, visto che gioca in casa, stavolta…

Le regole, poche e chiare:

Ogni concorrente dovrà fornirsi di sgabello (scagn) e secchio per la mungitura. Verranno dati circa due minuti di tempo, segnalati dalla giuria, per la “messa a latte”, quindi altri due minuti esatti per la prova, durante i quali, il concorrente dovrà mungere più quantità di latte possibile. Il campionato si svolgerà in un’unica prova.

Per la mungitura è consentita qualsiasi tecnica che utilizzi le sole mani nude.

prof. Lucio Lucertola e altri animali

Un bel modo per celebrare e ricordare Dario Fo è riguardarsi (già visto, vero?) «Musica per vecchi animali». Lucio Lucertola, Lee il tigrotto campione-di-fast-food e Lupetta, vera signora, protagonisti di un film molto poetico e sognante tratto da Comici spaventati guerrieri di Stefano Benni.

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Per un motivo a me ignoto rimase nei cinema pochissimo, ma in rete si trova cercando un pochino. Perché ricordare la prima regola del kung-fu è fondamentale: talvolta le risposte arrivano prima delle domande.

Un altro bel modo è ricordarlo con Franca Rame:

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Mmm, peccaminosi.

accidenti (Dario Fo)

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Che dire? Mi mancherà, come a molti. Che contentezza che provai quando vinse il Nobel, e poi che lo sapesse in quel modo, in auto, con una compagnia così improbabile. Lo vidi a teatro a Milano alla fine degli anni Ottanta ed ebbi modo di parlarci qualche minuto (di ringraziarlo, in realtà), perché il suo camerino era sempre aperto. Ecco, mi mancherà anche quel modo di fare, aperto e disponibile verso le persone, le parole e le occasioni, che oggi vien così poco praticato.

pippottoni emirateschi

Gli sceicchi turbantosi arricchiti grazie al nostro vizio di andare ovunque in macchina hanno, in settimana, posato la prima pietra di un altro superpistolone dopo il Burj Khalifa, il Dubai Creek Harbour.

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Il DCH sarà un pippottone di quasi un chilometro, affidato a Calatrava che di certo cercherà di farne un ponte, del quale gli appartamenti sono già in vendita, con la benedizione del sovrano Mohammed bin Rashid Al Maktoum e del Dubai tutto.
Certo, vivere a ottocento metri di altezza ha il suo fascino, o potrebbe averlo, nel senso che come sempre conta poi quello che hai attorno e quello che vedi: se è Dubai e il deserto, non è detto che sia entusiasmante.

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Ma siccome i posti sono pochi, costano. Tremila euro al mese per l’affitto di un appartamento al 29° piano del Burj Khalifa (bassino, invero, visto che i piani sono 160) – tre bagni, due camere da letto e soggiorno con cucina a vista (tre bagni?) – e poi alcune scomodità insuperabili, come racconta Simone Pagliani, già pilota delle Frecce Tricolori, che abitò a Dubai per parecchio tempo mentre stava addestrando la pattuglia acrobatica emiratina Al Fursan:

«non stendi mai i panni, c’è l’asciugatrice; la raccolta differenziata viene fatta al piano, a mano, da un inserviente che sta chiuso in una stanza; in caso di incendio non devi correre fuori, ma ogni tot piani ci sono camere ignifughe che fanno da punti di raccolta; non puoi mai aprire le finestre; puoi scegliere l’aroma da farti spruzzare con l’aria condizionata; è tutto elettrico; non ci sono i citofoni, devi sempre parlare con il personale della reception»

Bellino. Il concetto, più o meno, che si applica a queste nuove case è quello di «appartamenti più piccoli, simili a suite (…). Sono spazi molto privati, che servono solo per dormire, perché poi ci sono spazi condivisi per pranzi o cene con ospiti, per far giocare i bambini, per guardare un film» (dice Antonio Citterio, che nel frattempo costruisce alveari a Hong Kong). Tornando a Pagliani e al Burj, sebbene lui fosse contento, racconta anche che:

«senti inquietanti schiocchi di assestamento del metallo, che si dilata o si restringe a seconda della temperatura»

Non male, in effetti. Poi succede che, quando il Burj Khalifa è stato finito, Google ha preso uno dei suoi Street view Program Manager, Pascal Malite, le ha messo sulle spalle il trekker, immagino la felicità, e l’ha spedita in cima al grattacielo, percorrendo tutti i corridoi possibili, così da produrre le immagini per Street view:

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È più divertente il video della manager che guarda giù dall’ottantesimo piano, secondo me, mentre porta sulle spalle una baracca da non so quanti chili sorridendo, secondo la filosofia del prodotto.
Ecco altri posti notevoli del pianeta da esplorare con Street view, se la cosa piace, in attesa del nuovo cilindrone.