Come le palle di Mozart – che comunque se n’era andato – a Salisburgo, il testone di Beethoven a Bonn, idem, trovato la gloria altrove, il Dante a Firenze cacciato in esilio, la faccenda delle glorie locali è interessante da osservare, più di frequente un vero spasso. Non è raro che una celebrità se ne sia andata dalla città natale sbattendo la porta – nemo propheta, d’altronde – e abbia trovato la gloria altrove, spesso parlando anche piuttosto male nei bar malfamati del proprio luogo di provenienza. Ma non importa, a celebrità deceduta tutto è bello, tutto va bene, avanti con le celebrazioni e il merchandise, chi se ne impippa?
A Wittenberg le glorie locali sono numerose ma alcune davvero poco spendibili: i Cranach, piccolo e grande, figuriamoci; Melantone chi era costui? Il principe illuminato di Sassonia non mi pare proprio; Lutero sì, lui sì, puntiamo su quello. E il bello della gloria locale è che con la sua gloria, infusa come luce che si spande, illumina tutto quanto, qualsiasi angolo, qualsiasi prodotto. Perché quindi non promuovere i famosi coltelli di Lutero, tra cui l’imperdibile multifunzione copia di quelli svizzeri?

O il set da cucina con i manici colorati. Che avrà pur mangiato tra la sessantaduesima e la settantesima tesi, no? A proposito di quello, ecco l’immancabile Playmobil – ricordo che siamo in Germania – con le fattezze dell’eroe. Oddio, a essere sinceri potrebbe essere un qualsiasi governatore dei Paesi Bassi tra Cinque e Seicento o un estensore della prima costituzione americana o un poeta inglese tipo Milton, se non fosse per l’Antico Testamento che ha in mano e sul quale ce l’hanno dovuto proprio scrivere perché si capisse.

Il sospetto che Playmobil abbia in questo caso risparmiato, optando per il modello versatile, viene. Così non è per il pane con miele di Lutero, proprio quello che lui mangiava cinquecento anni fa per tenersi in forma e affrontare la temibile Chiesa Cattolica Romana e batterla sul suo terreno. Certo, aveva anche le carte con le tesi, proprio lì a destra. E lì a fianco la borraccia, un pallino una tesi.

Le glorie locali postume sono un argomento di mio gran gusto, ancor più quelle alla Girolamo Savonarola a Firenze, per esempio, che prima l’hanno bruciato sul rogo, manifestando un certo astio a parer mio, e ora ci sono le statue, qualche pupazzetto, magari una pizza e la cosa pare risolta, credo il Comune si sia scusato. Certo, comodo dopo, vallo a dire a uno arso vivo.