minidiario scritto un po’ così dalla punta estrema del mondo di sotto: uno, oceano, bestie, fuorilegge, megabestie, quanti ettari


Chissà com’è fatta l’Argentina. Oppure, perchè non andare in Argentina? E allora, per vedere com’è fatta l’Argentina… Prendo un volo interno per Puerto Madryn, d’estate si va solo a sud, e sono due ore solo per arrivare a un terzo del paese. Fare pure confronto Milano-Palermo sola andata. L’aeroporto è una stanza nel mezzo della pianura ma quella pianura vuota e dritta, tirata con la riga e senza orizzonte, non come la nostra di capannoni. Com’è tutto uguale in Argentina. La città è sul golfo della península Valdés e lo stabilimento per la produzione dell’alluminio dà lavoro a una parte importante della popolazione. Ma non si pensi, il golfo è frequentato dalle balene australi in stagione, la concentrazione anche industriale non è un concetto noto nello spazio argentino. Da qui, la stessa latitudine di Pavia ma sotto, comincia la Patagonia. Fino alla latitudine di Berlino, sempre dalla parte opposta. In Patagonia, Butch, in Patagonia. Liberi.

Quella Croce del Sud nel cielo terso, la capovolta ambiguità d’Orione e l’orizzonte sembra perverso. A un certo punto dalla pianura appare un collo lunghissimo seguito da un vagone del treno, è un Patagotitan mayorum, un megabestione lungo quaranta metri e alto venticinque trovato a Trelew, la comparazione è femore-uomo. Per fortuna non abbiamo mai convissuto, vederlo arrivare senza sapere se fosse erbivoro o meno sarebbe stato paurevole, sempre a non esser schiacciati. In città c’è un formidabile museo paleontologico, la Patagonia fu per milioni di anni casa per certi dinosauri affetti da gigantismo, titani appunto. Per me un caffè all’hotel Touring Club di Trelew, ha ancora l’aria di quando ci passò a cavallo Butch Cassidy, qui per professione e per scappare dalla Pinkerton, andato poi chissà forse a morire in Bolivia. In Patagonia, Butch, in Patagonia. Si ricorda ancora il massacro di Trelew, di circa venti peronisti venduti dai compagni all’esercito del dittatore. Da qui si va a punta Tombo per vedere i pinguini. Una colossale colonia di oltre due milioni di individui, nanetti dondolanti lungo la costa tanto goffi sulla terra quanto agili in acqua. Sono della stessa taglia della colonia urbana che vidi a Città del Capo, anche l’odore selvatico è lo stesso. È pieno di guanacos, specie di lama marroncini e sputatori, lepri, pernici e chissà quanto altro non colgo. Il rapporto costante con gli animali è un pezzo definitivamente perduto per noi europei.

Incontro Humberto, Beto, gaucho figlio di gaucho della provincia di Rovigo, a fare le guide in Patagonia. Andremo insieme per la ruta 25, tagliando il paese in orizzontale dalla península Valdés a Esquel, ai piedi della cordigliera. E da lì, poi giù per la Carretera austral. Millei salterà entro l’estate, mi dice Humberto, già si sente la puzza. Perderà le elezioni di medio termine, dice, e poi cadrà e così altri otto anni dei peronisti, senza che abbiano coraggio però di fare riforme. Ne dice il peggio, ha un pullmino nuovo di zecca che non può immatricolare perché non c’è più il ministero. Ne prendiamo uno con mezzo milione di chilometri, appropriato, sempre che sia al primo giro. Non gaucho, mi dice, che è l’appellativo brasiliano, ma paisano, quello è.

Che poi, possedere diecimila ettari di terra vuol dire avere una fattoria piccoletta e nemmeno essere ricchi, gli appezzamenti sono di ben altre dimensioni. Come quel ranch in Australia che è grande come mezza Lombardia. Fa impressione perché quasi tutta la terra è recintata, seppur blandamente per le pecore merinos è comunque per gran parte privata. Ovviamente, savasansdir, fino a qualche decennio fa te la tiravano dietro. Ogni appezzamento è diviso in quadranti e gli ovini si fanno ruotare perché, altrimenti, desertificano, mangiandosi tutti quei deliziosi cespuglietti spinosi che punteggiano la pianura.

Un helado pompelmo rosado e dulce de leche tentación, seguendo il consiglio di Nelson, e via verso ovest, sulla ruta 25. Duecento chilometri da Trelew a las Palmas tutti uguali, per seguire il fiume Chubut verso la cordigliera. Ma questo poi. In Patagonia, Butch.


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