la musica delle stagioni, primavera 2025

Fa già la caldazza bestiale ed è appena finita la primavera, stagione, e con essa la mia compila primaverile, trentesima. Stavolta i ragazzi, io, sono stati in giro, quindi le canzoni sono solo quaranta e la durata un paio d’ore e rotti, esattamente quanto serve per andare da Partskhanakanevi a Kutaisi con uno skateboard senza saperlo usare.

Sintonizzare la frequenza su un qualche FM, meglio se attorno ai 97 che era più bello, e lasciar andare. Già Fugue state di Vulfpeck alla terza mi dà un certo ritmo divertito, a me le compile servono quando sono in giro a zonzo per i paesi e le regioni o quando sto pulendo o potando, che allora le cose mi diventan più leggere. Eccole qua, tutte le compile: dicevo, son trenta, la cosa impressionante è che ciascuna son tre mesi, quindi il calcolo complesso mi dice che i brani sono finora 2.351 più i quaranta di ora 2.391, e i mesi novanta, novanta!, per una quantità significativa di giorni si arriva a una media di quasi quasi un brano al giorno. Non malaccio, va’. Più meritevole la continuità che la mole, in questi tempi bulimici e incostanti.

Se la primavera 2025 nella moda si è caratterizzata per i look decostruiti, giacche con maniche fatte di stivali e corsetti fatti di giacche legate in vita, colletti al contrario e maniche-foulard, la primavera politico-social-economica del mondo non è stata un granché, a dire la verità (euf.) e, direi, nemmeno quella musicale. Per questo, occorre ripescare qua e là dai tempi migliori, magari New Order, Human League, Roberto Wyatt, Bronski Beat, Pixies, Richard & Linda Thompson e così via, quando poi invece i tempi migliori non tornano da sé, Beth Gibbons per esempio. Ho messo anche un remix inascoltabile, lo ammetto, chissà che avevo in testa quel giorno. Mah, mica si è inteligenti sempre, quel giorno mooolto meno. Ancora bella invece la dylaniana Epilogue di Cat Ridgeway e formidabili gli Ocean Colour Scene.

Le compile vere e proprie: inverno 2017 (75 brani, 5 ore) | primavera 2018 (94 brani, 6 ore) | estate 2018 (82 brani, 5 ore) | autunno 2018 (48 brani, 3 ore) | inverno 2018 (133 brani, 9 ore) | primavera 2019 (51 brani, 3 ore) | estate 2019 (107 brani, 6 ore)| autunno 2019 (86 brani, 5 ore)| inverno 2019 (127 brani, 8 ore)| primavera 2020 (102 brani, 6 ore) | estate 2020 (99 brani, 6 ore) | autunno 2020 (153 brani, 10 ore) | inverno 2020 (91 brani, 6 ore) | primavera 2021 (90 brani, 5,5 ore) | estate 2021 (54 brani, 3,25 ore) | autunno 2021 (92 brani, 5,8 ore) | inverno 2021 (64 brani, 3,5 ore) | primavera 2022 (74 brani, 4,46 ore) | estate 2022 (42 brani, 2,33 ore) | autunno 2022 (71 brani, 4,5 ore) | inverno 2022 (70 brani, 4,14 ore) | primavera 2023 (74 brani, 4,23 ore) | estate 2023 (53 brani, 3,31 ore) | autunno 2023 (92 brani, 6,9 ore) | inverno 2023 (76 brani, 4,5 ore) | primavera 2024 (59 brani, 3,4 ore) | estate 2024 (56 brani, 3,1 ore) | autunno 2024 (78 brani, 5 ore) | inverno 2024 (58 brani, 3,7 ore) | primavera 2025 (40 brani, 2,5 ore) |

La stagione dei concerti è stata ridotta ma non modesta, i Wombats a Leeds e Badly drawn boy a Nottingham in un uno-due di fila niente male, i belli perché intimi e di gran valore Angela Baraldi e Meganoidi a Milano, due cose diverse non un solo concerto, non meno piacevoli. A breve si apre la stagione all’aperto con Offlaga Disco Pax e Bloody Beetrots e io, come si cambia invecchiando eh?, stavolta vado quasi più per il secondo che i primi, con rispetto parlando. Da adesso parte la compila dell’estate, uno, due, via.

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