Sepolto il papa a Santa Maria maggiore, ottima scelta, a fianco di Bernini e del vigliacco Junio Valerio Borghese, in molti come me hanno apprezzato la sobrietà della tomba ma si sono interrogati sull’epigrafe. Chiarisco. Partendo dalle foto, ecco:

Il nome, esattamente come scritto, è dunque:

Ciò che salta all’occhio anche dei non addetti è la crenatura, o spaziatura a dirla più comprensibile anche se meno corretta, ovvero lo spazio tra una lettera e l’altra, o tra gruppi di lettere. Ora: lo spazio tra le lettere di una qualunque scritta non è mai regolare, viene bensì adattato dai grafici e dai tipografi perché risulti più appagante per l’occhio, quindi attorno a certe lettere si riduce, attorno ad altre si aumenta. Tutto leggermente, niente di drastico, ma è un lavoro necessario perché la spaziatura regolare e precisa non viene apprezzata alla vista.
In questo caso, appare tutto un po’ strano, provo a dare le distanze:

Le prime tre sono regolari anche se eccessivamente distanziate, poi la ‘N’ eccede prima per invece appiccicarsi al gruppo ‘CIS’ che si restringe drasticamente, torna quasi alla normalità per terzultima e penultima per poi stringere di nuovo. Le differenze sono sostanziali, non è un impercettibile aggiustamento, tant’è che anche alla vista appare un accrocchio di gruppi separati, tipo: F R A NCISC V S.
Ecco come sarebbe se fosse sistemata, seppur troppo ravvicinata per i canoni papali:

Ora: è ovvio che la cosa sia voluta, non c’è dubbio, sfuggono però le ragioni. Che sono sicuramente molteplici, dalle consuetudini secolari al contesto in cui è stata collocata la tomba al manuale di grafica pontificia che, magari, risale a Marco Aurelio, va’ a sapere. L’unica certezza è che stride, sia alla vista sia in relazione alla sobrietà, come detto, e semplicità del sepolcro. Inutile aspettarsi chiarimenti, in questo la Chiesa è saggia e non parla, al massimo tra due secoli manderà un onesto artigianino che zitto zitto acconcerà la cosa. Per ora, andrò a vederla di persona non appena il flusso sarà scemato e cerco di sedare il pensiero di quegli spazi messi lì così.