il ‘ddl Zan’ e la libertà dei miserabili

Ricapitolo: la Camera approva il ‘ddl Zan’ con 265 voti a favore, 193 contro e un’astensione. Cito dal Post: «I primi due articoli del ddl Zan introducono l’orientamento, il genere sessuale e l’abilismo negli articoli del codice penale, il 604 bis e ter, che puniscono la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione». E «il terzo, il più importante, modifica il decreto legge 122 del 1993, la cosiddetta legge Mancino», ovvero prevede il carcere anche per chi commetta o inciti a «reati di violenza fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sull’abilismo». Bene, no?

No, non del tutto. Durante le votazioni, i deputati di Fratelli d’Italia si sono alzati e in segno di protesta hanno indossato un bavaglio. Eccoli.

Che conclusioni ne dobbiamo trarre? Che gli aderenti al partito ritengano che la propria libertà sia indebolita e limitata da un progetto di legge che vorrebbe punire la discriminazione sessuale? Cioè vorrebbero essere liberi di insultare e istigare all’odio liberamente? È questa l’idea?
I loro colleghi della Lega, analogamente, hanno scandito in aula lo slogan «Liberta! Liberta!» e vale lo stesso discorso, che idea miserabile e modesta della propria libertà hanno, che poco valore le attribuiscono se essa è, di fatto, la libertà di dare del frocio a qualcuno e poi ridersela, che pessimo modo di stare al mondo.

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