Se l’obbiettivo era dunque celebrativo di coloro che sono tutela dei cittadini, presidio delle istituzioni, difensori della patria mi sento di certificare che non sia stato raggiunto.

Il volto ovale, il baffo cartoonesco, il braccio snodabile, la gamba tagliata, l’otre infiammato, la legnosità complessiva rimandano più a Pinocchio – e poi ti dichiaran pazzo – che all’Arma sugli attenti, nell’esercizio delle proprie funzioni. Certo, dovrebbero essere in coppia, due almeno, come le migliori barzellette raccomandano: uno fa una cosa, l’altro l’altra. E in due, fanno uno. Ma anche per la scorta, uno di qua e uno di là. Tra l’altro, oltre ad avere fattezze da disegno, questo carabiniere sembra pure di cioccolata, verrebbe voglia di dare uno sgagno. Che non sta bene, a un rappresentante dell’Arma.
Dunque, nella mia bidecennale ricerca sull’estetica e la retorica patria applicata ai monumenti, più che altro ai caduti, questo momumento non si direbbe riuscito. Dal mio punto di vista personale, invece, riuscitissimo.
L’estetica e la retorica patria applicata ai monumenti, più che altro ai caduti: colonna, gussago, gussago/2, idro, langhirano, montichiari, montichiari/2, mulazzo, palazzolo, pandino, pontevico, predore.