Su instagram c’è un tizio, o tizi multipli, che da otto anni si firma Fontanesi – bel nome che stimola la mia immaginazione ridolera, come Musolesi o Lombardozzi – e pubblica con costanza fotomontaggi di due o più foto, messi e tagliati alla grossa, con esiti ironici e spesso surreali. Ora è a circa seimila. Non tutti mi piacciono, per buona parte mi dicono poco, ma alcuni sono proprio azzeccati e divertenti. Per esempio:
E poi ce ne sono alcuni, tipo questo, proprio spassosi:
✦ La mia settimana comincia nel migliore dei modi, visto che ho il piacere di assistere alla conferenzina stampina di Berluschini alle dimissioncine dal San Raffaelini. Non è che stesse benissimo prima, dopo il covid le consonanti nel discorso si sono fatte ancor più confuse e incomprensibili.
✦ Anche stavolta la bottiglia di amarone del 1994 resta chiusa. A proposito di covid, il fratello Gallagher (sto parlando degli Oasis, per i profani) che pensavo intelligente (Noel) ha detto che lui la mascherina non se la mette e che se si ammala sono solo affari suoi mentre il fratello che reputavo scemo (Liam) ha detto che il covid è una cosa seria e che non bisogna fare gli stronzi. Vedi come ci si sbaglia, nelle cose? ✦ Sempre sul contagio, la virologa Ilaria Capua spiega che «il pranzo della domenica con la famiglia può essere più rischioso che andare al supermercato» e questa sì che è un’ottima notizia, ora sì che ho un motivo più che giustificato e d’ora in poi domenica la passerò in un posto sicuro, al supermercato. ✘ Sempre pandemia, Tenet, il nuovo film di Nolan nei cinema (ne parlo qui in fondo), ha incassato complessivamente duecento milioni di dollari, e sto parlando di mondo. Pochi per un film che ne è costati più di quattrocento. Ma il motivo non è il film, il fatto è che nessuno va più al cinema. Cosa vera già prima della pandemia, ancor più vera ora. I servizi di streaming casalingo registrano numeri in grande crescita e il cinema agonizza. Io ci sono andato ed eravamo come le dita di due mani, ma vuoi mettere? ☀ Passando ad altro, da novembre 2021 le Barbados diventeranno una repubblica. Ora, io non sapevo che forma avessero fino a oggi e apprendo ora che sono una monarchia e la regina è, indovina?, Elisabetta II d’Inghilterra. Per cui, dopo solo cinquant’anni dall’indipendenza dal Regno Unito, è tempo di repubblica. E quando cade una monarchia io festeggio: metto su Rihanna. ✘ Fuffa in rete, ma tanta: gira il video dei ragazzi a scuola che fanno l’autoscontro con i banchi con le ruote, ed è un video di anni fa e, comunque, se ai miei tempi io avessi avuto un banco con le ruote altro che autoscontro, girano i video e le foto della protesta delle minigonne delle studentesse francesi e sono video e immagini di più di dieci anni fa. E bene che almeno i contesti sono appropriati. Di certo la rete italiana diventa sempre più autoreferenziale e provinciale, il mio invito è di fare uno sforzo e uscire dal cortiletto di Salvini, Feltri, Repubblica e i social nostrani. ☀ La senatrice Monica Cirinnà, PD, ha dichiarato di volersi candidare a sindaca di Roma, facendo le primarie del partito. Ora, siccome io la ricordo con gratitudine per la legge sulle unioni civili e come prima firmataria di una proposta di legge sul suicidio assistito, e anche perché è persona seria e concreta, sarebbe un’ottima cosa per Roma. Che, ricordo, è devastata da decenni di Alemanno, orrendo, Marino (non tanto lui, quanto il PD romano, per fortuna per poco) e molto Raggi, peggio degli imperatori del quinto secolo, a botte di quattro alla volta. ☀ Armand Duplantis al Golden Gala di Roma ha saltato con l’asta 6,15 metri. Record del mondo, un centimetro sopra il Bubka del 1994. Io me lo ricordo il record di Bubka, quello e gli altri sedici outdoor, perché lo vidi in diretta e vivaddio non riuscivo proprio a capire come si potessero fare i record un centimetro alla volta, io se avessi potuto avrei saltato una volta sei metri e quaranta e bon, sarei rimasto nella storia della disciplina per l’eternità. Bubka, giustamente, lo faceva per soldi, era anche il tempo dell’Unione sovietica, ci mancherebbe, ma io proprio non lo capivo. E ora tutti quei centimetrini sono il passato.
✘ Superati i trenta milioni di contagiati al mondo e quasi raggiunto un milione di morti. Questo lo scrivo per il me del futuro e, sarebbe utile, per gli stronzi che negano l’evidenza. Penso sempre più che ciò che ci farà svoltare in un breve tempo sia un test veloce (minuti) ed economico (uno-cinque euro). Si vuol fare un rave? Test fuori e dentro i negativi si comportano normalmente. Come a scuola, a cena, ovunque. Le mie aspettative al momento vanno in questa direzione. ✦ Ancora: la Crusca prende atto dell’uso e nonostante «sarebbe stato forse preferibile che il nostro acronimo si fosse affermato al femminile, in modo da evitare fraintendimenti tra nome del virus (SARS-CoV-2) e nome della malattia (COVID-19)» ora ammette per coerenza l’utilizzo al maschile di covid-19: il covid-19. Cosa peraltro che ho sempre fatto anch’io, evidentemente sbagliando. ☀ Ah, domenica sera appuntamentone: alla Cineteca Milano MIC di viale Fulvio Testi alle 17 proiettano La corazzata Potëmkin accompagnata al pianoforte da Francesca Badalini su musiche di Arvo Pärt. E mi chiedo: quanti alla fine si alzeranno in piedi per dire la solenne battuta? È un buon motivo per esserci.
Dopo la guidina di ieri, a corredo, i cinquantanove secondi del trenino (ah, i diminutivi) presi dal centro dei vagoni scoperti, felicitandomi ora che li vedo (i secondi, non i vagoni) dello stabilizzatore della macchina fotografica, davvero notevole al punto che sembra avvitata. Io invece ballavo, eccome. Il treno, come si vede, è lanciato a bomba contro l’ingiustizia. Ma finisce bene.
Per l’ennesima puntata di “59 secondi di…”, la rubrica più compassionevole del circondario, un altro episodio fatto di soli cinquantanove secondi di qualsiasi cosa venga in mente, che abbia o meno un qualche significato intrinseco e che abbia un qualche tipo di senso immortalare. Preferibilmente con i mezzi più ridotti possibile.
Prima considerazione: immaginare e poi realizzare un treno rosso è un gran colpo di genio, grande visibilità, effetto-plastico in miniatura immediato, senso giocoso. Magnifico. Il treno di cui parlo (trenino, vien da chiamarlo trenino proprio perché rosso e amichevole) è il Bernina Express che collega Tirano, capitale dell’Albania, a Sankt Moritz, amena località svizzera dai prezzi proibitivi. Scherzo, Tirano Valtellina. Il treno si abbarbica sususu fino al passo del Bernina per poi scendere di là, in Engadina, il tutto elettricamente: poiché il motore elettrico non permette oltre certe pendenze, bisogna lavorare di grande ingegneria e così è stato, il percorso è una sorpresa continua. Anche perché non è facile far curvare un treno, serve un certo raggio, per cui i binari attraversano montagne, valli e gole, vengono lanciati con anelli e ponti là dove serve recuperare quota in breve, su fino ai duemilatrecento metri del passo. E Tirano è a quattrocento, per dire il viaggio verso l’alto.
Bisogna immedesimarsi e immaginare il contesto e l’entusiasmo di un’epoca precisa: primissimi anni del Novecento, pochi anni prima il treno non c’era, ora sì. Per dire, la seconda guerra di indipendenza la fecero a piedi, la terza in treno. Pare poco? Qui non solo d’inverno la tratta commerciale tra Italia e Svizzera era impraticabile ma, comunque, anche d’estate toccava farla a piedi. Serve immaginazione, quindi, per sentire l’entusiasmo e l’eccitazione per ciò che arrivò in pochi anni, l’elettricità, il motore elettrico, il treno. Una meraviglia. La ferrovia la fecero in dieci anni, gallerie, ponti, terrazzamenti, curve e rettilinei, stazioni, pali, fili elettrici, tutto quanto. Ed è quanto si vede oggi. E si vede benone, perché se siete persone dotate di un minimo di coraggio allora io consiglio il vagone aperto, per fare il viaggio in immersione.
Il modo migliore di godersi la giornata è a parer mio scendere al passo e fare un pezzo a piedi, fin dove si desidera. Poiché Sankt Moritz è sì in una grandiosa posizione ma in sé è mediocre, a meno che non ci andiate a sciare o abbiate un invito a cena da Marella, la parte più interessante è nel mezzo. Belle passeggiate in alto o nei boschi più in basso, con l’opzione Diavolezza se si desidera salire ancora. Oh, ma questa mica è una guida completa, arrangiatevi. Io segnalo, il resto si trova facile. Aggiungo semplicemente che il costo è di 48 CHF per tratta, che non è poco perché con un CHF ci si può comprare un modesto castelletto nei Grigioni, ma ne vale decisamente la pena. Sarà una giornata da ricordare.
Per gli amanti del brutalismo declinazione sovieticheggiante, io!, una visita è d’obbligo alla torre Genex di Belgrado: trentacinque piani di dolcezza armata per centoquaranta metri di altezza, di Mihajlo Mitrović.
Il suo vero nome è ‘La porta occidentale della città’ – in serbo cirillico Западна Капија Београда, Zapadna Kapija Beograda – e la sua forma dovrebbe appunto richiamare una porta. Obbiettivo non del tutto raggiunto, direi, dato che non ispira un’idea di apertura, tutt’altro. Il pippolone in cima è un ristorante girevole, chiaro esempio di mollezza occidentale. E la foto qui sotto è proprio sotto lo stipitone della portona.
La torre più bassa sono uffici, quella più alta residenziale, meglio saperlo prima di acquistare. Così, cose là fuori.
Se capita di avere una casella di posta con Google, come a molti capita, due cosette utili. La prima: essendo titolari di un indirizzo qualsiasicosa@gmail.com si è allo stesso modo titolari dell’indirizzo qualsiasicosa@googlemail.com. Non male se si vogliono tenere distinte certe cose o utilizzare uno dei due per le iscrizioni. La seconda: è possibile utilizzare l’operatore ‘+’ in questo modo: qualsiasicosa+qualsiasialtracosa@gmail.com, il che viene comodo per iscriversi o registrarsi a qualsiasi servizio, utile o meno, per creare filtri all’interno della casella stessa e per tracciarne l’utilizzo. Vualà.
Settimane intense, queste. Perché son giorni di prime volte, non in assoluto, ovvio, ma dopo la reclusione e il fermo di quasi tutte le cose che facevamo di solito: quindi, prima volta al cinema e prima volta al palazzetto dello sport. Dopo il concerto di ieri. C’è il ritorno, quindi non è cosa da neofiti, e c’è anche la curiosità di vedere come sia adesso, con regole diverse e amabilmente disomogenee. Il cinema, è bene dirlo, se già prima versava in stato di crisi, ora la pandemia gli ha tirato il definitivo colpo di pistola alla testa. Il film è di richiamo, Tenet di Nolan, e saremo sì e no in sette. Posto occupato-posto libero-posto occupato capirai, siamo sette su quattrocento posti. Niente mascherine nonostante si sia al chiuso, perché si presuppone il consumo di pop corn ma il pop corn non è in vendita, fuori. E nemmeno gli orsetti gommosi, solo qualche triste cosa confezionata e il resto è bandito. Prospettive grame. Al palazzetto in quanto a presenze non va meglio: la capienza concessa è del venti per cento massimo, quindi due posti liberi a destra e due a sinistra, intere file inutilizzabili. Ma anche qui non c’è rischio, le presenze sono molto lontane dalla possibilità teorica.
E nonostante il posto sia molto più grande e si sia più distanziati che al cinema, qui la mascherina è obbligatoria. Nessuna misurazione della temperatura all’entrata ma un’autodichiarazione da consegnare già compilata. Sembrerebbe di essere in paesi con regole diverse, pare di essere andato al cinema in Francia e a vedere il basket in Germania, e il fatto è invece tipico italiano. Frutto di contrattazioni diverse. Oh, beh, comodi si sta comodi. Niente da dire. Io per un po’ sottoscrivo anche così, d’accordo, tra l’altro alla partita si sente bene cosa si dicono in campo e non è male, però poi un cinema pieno e una partita con i cori dagli spalti mi farebbero di nuovo piacere.
Due parole su Tenet, posso? Dopo Memento, Inception e Interstellar prosegue la riflessione su tempo e spazio di Nolan e questo film è da vedere, in questo senso. Il presupposto è che il tempo possa scorrere nelle due direzioni, avanti e indietro, e che possa farlo contemporaneamente, sovrapponendo diversi livelli che si muovono in direzioni opposte. Naturalmente c’è il classico momento dei film di Nolan nel quale io mi chiedo cosa stia guardando perché non ne ho proprio idea e in questo caso avviene più volte, tutt’ora non ho capito almeno la metà del film nonostante qualche arguta analisi letta in rete ma non importa, tanto non avevo capito in dettaglio nemmeno gli altri.
Poi le cose non vanno come vorrei io e il protagonista non canta icilefiruguaitnat, etairuguaitnat, pazienza, ma il film sarebbe da vedere lo stesso se si apprezza il genere, possibilmente al cinema e in un cinema bello, visto che è girato in settanta millimetri. Se no, a casa ma con una bella tazza di comprendonio.
È mancato oggi Franco Maria Ricci, editore consapevole con il quale condividevo la passione per Bodoni. Lui ha poi fatto anche altre cose che condividere una cosa con me e una delle più meritevoli secondo me è la Biblioteca di Babele, collana libraria diretta da Borges che ne scriveva anche le introduzioni.
I miei preferiti di Babele: London, Meyrink, Chesterton, Kipling, Stevenson, Poe, ovviamente Borges, Bioy Casares, addirittura in ordine di pubblicazione. Bei testi, belle edizioni.
facciamo 'sta cosa
Questo sito utilizza dei cookies, anche di terze parti, ma non traccia niente di nessuno. Continuando la navigazione accetti la policy sui cookies. In caso contrario, è meglio se lasciamo perdere e ci vediamo nella vita reale. OccheiRifiutaCookies e privacy policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.