mezz’ora o due giorni e mezzo?

Ecco, secondo me in Italia il Panasonic deck rs-296US non arrivò mai e se anche lo fece di sicuro non nelle case dei giovani ululanti come me.

Fortuna peraltro che ne abbia scoperto l’esistenza solo ora, allora sarei diventato pazzo a non poterlo avere, avrei sbavato per mesi o anni. Un po’ sto sbavando anche ora, a esser onesto. Venti cassette in fila su entrambi i lati, l’autoreverse per chi lo sa, addirittura il selettore per l’ordine di riproduzione. Altro che il fuoco, Prometeo portò questo dall’Olimpo tra gli umani.

Il disco ruotava, portando in posizione la cassetta che poi si inabissava andando sulle testine e venendo riprodotta. Ovviamente, sarebbe stato da pazzi avere venti testine e il disco fermo.
Ovviamente Panasonic non fu l’unica ad affrontare la questione della riproduzione in sequenza di cassette, vedi per esempio le programmazioni delle stazioni radio, specie di notte, ma fu quella che la fece nella maniera più elegante anticipando tutti. Anche la Pioneer produsse il proprio modello, ben più tardi, il CT-M6R. Anni Ottanta, sei cassette, infinamai telecomando, impilabile con gli altri elementi dello stereo.

La Philips, come suo solito, affrontò il problema nel modo più creativo possibile e sicuramente più economico, con quello che poi venne colloquialmente chiamato il ‘crazy ski slope’, l’N2408. Ecco la mattata:

Le cassette risalivano la rampa, girandosi di lato, e venivano reimpilate. Ecco come funziona. Un sacco di usura meccanica e di possibili complicazioni, secondo me si incastravano di continuo ma Philips faceva così: innovava, spesso con estetica ingegneresca e nederlandica. Una completa follia, bellissimo.
Di cassette ne ho ancora a bizzeffe, centinaia come minimo, tutte belle organizzate e, chissà, smagnetizzate. Ma se avessi un magnifico deck rs-296US allora sì che potrei, allora sì che il sole mi splenderebbe in casa, allora sì che tutto avrebbe finalmente senso. Allora sì.

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