Hydrangea. Gron. virg. 50.

E poi capita la fortuna che un’amica mi porti da una sua amica che è appassionata di ortensie, così che io scopro, altra fortuna, che le ortensie non solo solo un modello con quattro colori ma infinite varianti che, a volte, è addirittura difficile riconoscere come appartententi alla stessa famiglia.

I colori, poi, dipendono da mille fattori, dalla qualità della terra, dalla composizione, persino dai vicini, ovvero dalle piante accanto. Accompagnarsi bene è fondamentale in ogni contesto.

Addirittura un’ortensia bianca fatta a favo, sembra davvero quello delle api. Per poi passare a quelle ancor più strane, con un colore e una forma all’interno e una del tutto diversa all’esterno. Ogni anno, mi dicono, come per le rose ne vengono proposte nuove varianti, frutto di incroci continui. Alcune durano, altre no.

Ne sono davvero uscito ebbro, di tanto colore e bellezza. Grazie.

ancora Bologna, ancora il quattro agosto

1974, alle ore 1.30 del 4 agosto, una bomba esplose nel secondo scompartimento della quinta carrozza del treno Italicus, Roma-Monaco di Baviera, mentre transitava all’interno della galleria della Direttissima a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna.
Morirono dodici persone: Nunzio Russo di Merano, tornitore delle ferrovie, la moglie Maria Santina Carraro e Marco, il figlio quattordicenne. Nicola Buffi, 51 anni, segretario della Dc di San Gervaso (Fi) ed Elena Donatini rappresentante Cisl dell’Istituto Biochimico di Firenze. E poi Herbert Kontriner, 35 anni, Fukada Tsugufumi 31 anni, e Jacobus Wilhelmus Haneman, 19 anni. La bomba uccise anche Elena Celli, 67 anni e Raffaella Garosi, di Grosseto, 22 anni. Silver Sirotti, invece, non era stato coinvolto nell’esplosione. Aveva 24 anni ed era stato assunto dalle Ferrovie da dieci mesi, stava svolgendo servizio sul treno quella notte e, quando vide le fiamme in galleria, impugnò un estintore e incominciò a estrarre i feriti. Rimase anche lui bloccato tra le fiamme. Fu decorato con la medaglia d’oro al valor civile. L’incendio rese irriconoscibili molti corpi, tra cui quello di Antidio Medaglia, 70 anni, che venne riconosciuto dalla fede al dito.

L’attentato fu subito rivendicato. Fu fatto ritrovare un volantino di Ordine nero che proclamava: “Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti“.
Poi qualcuno fece il nome di Tuti, qualche pista portò poi a Gelli (Arezzo è vicina), al SISMI e così via. Facile indovinarne la conclusione: nessun colpevole individuato.

Questo è un post di dieci undici dodici tredici anni fa. E la cosa tragica è che non fa nessuna differenza.

ancora Bologna, ancora il due agosto (e son quaranta)

Ora, con la condanna a gennaio di Cavallini per aver aiutato gli esecutori materiali Fioravanti, Mambro e Ciavardini, sappiamo molto della strage.
Sappiamo molto anche di coloro che depistarono, Gelli e Musumeci, Belmonte e Pazienza, lasciando perdere chi, ogni anno, non si faceva mai mancare il piacere di dire qualche volgare stupidaggine interessata sulla strage, schifosi.

Dei mandanti non molto, diciamo che mancano i nomi ma gli ambienti e i moventi sono chiarissimi, in realtà si potrebbero anche fare dei nomi senza andare troppo lontano: Gelli, Ortolani, D’Amato, Tedeschi, Bellini. Un processo è ancora aperto, perché gli imputati sono vivi: l’ex carabiniere Segatel, l’ex generale dei servizi segreti Spella e Catracchia, che salta fuori di nuovo in via Gradoli a Roma, tutti accusati di aver intralciato le indagini.

Per far memoria di questa strage bisogna – anche – pensare a sé, oggi: mentre si parte per le vacanze, o per una fine settimana, in un autogrill, un casello, un luogo qualsiasi, una stazione, appunto. Gli ottantacinque di Bologna sono io, oggi, ogni giorno e ogni anno ai primi di agosto. Ma bisogna provare a immaginarlo, mentre oggi si fa una cosa qualsiasi, comprare un giornale o fare la spesa al supermercato, all’improvviso scoppia tutto. Ed è finita.

il CML

Trovate eccitante un fronte caldo che sfiora un’isobara? Il meteo è la vostra passione e cliccate refresh ogni cinquanta secondi per sapere se pioverà tra le 14:23 e le 14:28 di oggi? Se avete la fortuna, stavolta sì, di essere lombardi, ho una cosa per voi: il Centro Meteo Lombardo.
Il CML è un’associazione culturale per la promozione dello studio della climatologia che si occupa, tra l’altro, delle previsioni del tempo sulla Lombardia. Utilissimo il loro radar delle precipitazioni, mi ha salvato molte volte da docce intense in motoscurreggia, utile il loro sito e i servizi offerti ma la cosa migliore per cui vale la pena seguirli è il loro canale telegram.
Stante la loro ottima condotta – non inviano nulla dopo le 23, scrivono solo in caso di avvisi urgenti etc. – i testi sono spassosi: «Good Morning, Val Cambogiana» è il saluto dell’altro ieri (in Lombardia fa particolarmente caldo in questi giorni), non male anche la dissuasione di ieri con «sia chiaro: mettetevi il cuore in pace perché tanto domattina sarà ancora più caldo e afoso di oggi» e la previsione cronologica come si trattasse dell’arrotino in bicicletta, «Orari? Teoricamente dalle 20 alle 23, ma molta attenzione perché in questi casi in cui la forzante è relativamente debole non è possibile stabilire orari precisi. Potrebbe anche tardare un po’».
Non sono concisi, questo no, anche perché a volte non li si sente per parecchio, per fortuna allegano sempre anche un’immagine spiegona:

Ma, come ho detto, i testi restano il meglio. Come la memorabile chiusa dell’altro ieri:

La cosa meravigliosa di questo ennesimo pippone è che il meteo ha sempre e comunque l’ultima parola, quindi stasera – per capriccio – potrebbe anche non combinare nulla. Tuttavia l’eccezionalità delle condizioni al contorno ci (vi) impongono la massima attenzione.

Che dire? Grazie, CML. Diffondo e sostengo, chinandomi deferente.