laccanzone del giorno: Car Seat Headrest, ‘Drunk Drivers/Killer Whales’

L’ho già detto ma il pezzo, poi, ha preso il sopravvento, It doesn’t have to be like this, e ha occupato tutto lo spazio possibile nella mia scatola cranica.

E fin qui, tutto bene. Però nel disco c’è un sacco di altra ottima roba tra cui la strepitosa Just What I Needed/Not Just What I Needed, ripresa da un vecchio pezzo dei Cars, che ultimamente sta avanzando nei miei ascolti: per sentirla tocca o comprare il disco, eddai, o andare su quei servizi brutti che ti danno la musica senza darla veramente (qui, la cinque). Tra l’altro sono completamente d’accordo con lui, ci sarebbe davvero bisogno di porno fatto bene.
Comunque, CSH si conferma il disco dell’anno in quest’anno, cioè del 2016 che io ho davvero scoperto nel 2017. Bella scoperta.

fine della vessazione

Avere un telefono con le mappe, che fa il calcolo percorso, che trova, sceglie e prenota alberghi, che prenota e compra biglietti di aerei, navi, taxi, che noleggia cose e le restituisce, che ricarica le carte prepagate e che invia mail e messaggi, non serve a un cacchio, o quasi, quando uno è a casa.
Se uno è in viaggio, allora sì che la cosa è favolosa. A poterlo usare, vista la criminale imposizione del roaming (stronzoli).
Ma la vessazione, ora, è finita.

E, infatti, è stato bellissimo. Finalmente. Giuro, non pensavo che l’avrei visto da vivo.

ancora Bologna, ancora il quattro agosto

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1974, alle ore 1.30 del 4 agosto, una bomba esplose nel secondo scompartimento della quinta carrozza del treno Italicus, Roma-Monaco di Baviera, mentre transitava all’interno della galleria della Direttissima a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna.
Morirono dodici persone: Nunzio Russo di Merano, tornitore delle ferrovie, la moglie Maria Santina Carraro e Marco, il figlio quattordicenne. Nicola Buffi, 51 anni, segretario della Dc di San Gervaso (Fi) ed Elena Donatini rappresentante Cisl dell’Istituto Biochimico di Firenze. E poi Herbert Kontriner, 35 anni, Fukada Tsugufumi 31 anni, e Jacobus Wilhelmus Haneman, 19 anni. La bomba uccise anche Elena Celli, 67 anni e Raffaella Garosi, di Grosseto, 22 anni. Silver Sirotti, invece, non era stato coinvolto nell’esplosione. Aveva 24 anni ed era stato assunto dalle Ferrovie da dieci mesi, stava svolgendo servizio sul treno quella notte e, quando vide le fiamme in galleria, impugnò un estintore e incominciò a estrarre i feriti. Rimase anche lui bloccato tra le fiamme. Fu decorato con la medaglia d’oro al valor civile. L’incendio rese irriconoscibili molti corpi, tra cui quello di Antidio Medaglia, 70 anni, che venne riconosciuto dalla fede al dito.

L’attentato fu subito rivendicato. Fu fatto ritrovare un volantino di Ordine nero che proclamava: “Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti“.
Poi qualcuno fece il nome di Tuti, qualche pista portò poi a Gelli (Arezzo è vicina), al SISMI e così via. Facile indovinarne la conclusione: nessun colpevole individuato.

Questo è un post di otto nove dieci anni fa. E la cosa tragica è che non fa nessuna differenza.