A me questa cosa che i Gorillaz si prestino agli scopi della Levi’s mi dà un po’ fastidio.

Poi, per carità: tutti liberi di fare come si crede, loro di farsi sponsorizzare dalla Levi’s e io di averne fastidio.
A me questa cosa che i Gorillaz si prestino agli scopi della Levi’s mi dà un po’ fastidio.

Poi, per carità: tutti liberi di fare come si crede, loro di farsi sponsorizzare dalla Levi’s e io di averne fastidio.
“Sono stati i Fenici a inventare il denaro. Ma perché così poco?”
Brillante battuta di Johann Nestroy, commediografo austriaco di metà Ottocento.

È ufficiale: l’inverno è troppo corto.
Adeline è la cantante della funk band Escort, vabbè, e a novembre ha pubblicato il suo primo disco solista, [ad•uh•leen]. Il disco contiene un singolone, Before, uno «scintillating dancefloor slow burner» (per attenersi al giudizio di Rolling Stone) che, in effetti, ha un suo ritmo abbastanza robusto. Eccolo:
Si fa apprezzare.
Quello dietro, piccolino, è uno scuolabus americano tipico, diciamo forse un Ford B-700 o, più precisamente, un Freightliner FS-65 da sette metri e rotti tra ruota e ruota, undici e più nel complesso.

Così, giusto per dare le proporzioni. E la gomma.

Di quello davanti, ovvio.
Russia e Bangladesh, territorio e popolazione, un rapido confronto.

Il Bangladesh, come non bastasse, ha anche le inondazioni, i monsoni, i cicloni e la contaminazione dei terreni da arsenico. Per dire.
Tra i miei ricordi più buffi di Formula Uno, con la Tyrrell P34 1976-77, la Brabham BT46 1978, la Arrows A22 2001, spicca senz’altro la Ligier F1 1976.


Come i messicani con il sombrero gigante, lord Casco Nero, insomma quelli con le cose troppo grandi: spassosi. Certo, era un prototipo, questo è chiaro, ma che divertimento vederla girare.

E anche la signorina delle Gitanes diventava davvero gigante.

Il pilota era Jaques Laffite, i progettisti Gérard Ducarouge, Michel Beaujon, Robert Choulet e la Ligier fece un ottimo campionato, pur essendo il primo.
Un angolino invernale salisburghese.

Grazie al signor C.
Udio, Capitan cosa t’è successo?

Tutto bene?
Ci sono piccoli dettagli – piccoli, insomma – che fanno la differenza, di solito non si notano al primo sguardo ma la testa, da qualche parte, li registra comunque inconsciamente, recuperandoli poi in fase di giudizio.
Per esempio, un interessante confronto.

Intendiamoci, per una questione di chiarezza delle cose io preferisco il trono, l’oro, l’ermellino, Ratzinger, le babbucce di Prada e la foto di sinistra. Almeno le cose sono evidenti, io so come mi devo comportare e, di conseguenza, non ci sono fraintendimenti.