Questa mattina apro gli occhi e la mia sveglia mi dice questo.

Però, dormito parecchio. E oh, quindi domani è il mio compleanno.
Beh, buon anno a voi là fuori che siete parecchio più avanti. Ci sono cose che dovrei sapere sul futuro?
Questa mattina apro gli occhi e la mia sveglia mi dice questo.

Però, dormito parecchio. E oh, quindi domani è il mio compleanno.
Beh, buon anno a voi là fuori che siete parecchio più avanti. Ci sono cose che dovrei sapere sul futuro?
Questo è il sentire comune, che viene peraltro espresso senza troppe perifrasi da molti.
In questi giorni io sto leggendo, lettura appropriata, il Diario dell’anno della peste di Daniel Defoe, in cui racconta l’epidemia di peste a Londra del 1665 (il titolo-sommario: Diario dell’anno della peste, contenente osservazioni o testimonianze sugli avvenimenti più notevoli, pubblici e privati, che ebbero luogo a Londra durante l’ultima grande epidemia del 1665. Scritto da un cittadino che visse durante tutto quel tempo in Londra. Finora inedito).
Fu ovviamente un disastro, moltissimi morti, quasi mille al giorno, finché finalmente con l’autunno la ‘Grande peste di Londra’ cominciò a placarsi e le persone salutarono con felicità la fine dell’anno e l’arrivo di quello nuovo.
L’anno nuovo, il 1666, così desiderato, non si fece attendere: a settembre Londra fu rasa al suolo dal cosiddetto ‘secondo grande incendio di Londra’. Et voilà.
Cosa voglio dire con questo? Niente, solo di stare attenti con i desideri, che le braci son sempre dietro l’angolo.
Sempre ficcanti quelli del CML, che concludono l’ultima comunicazione dell’anno così:
Il meraviglioso 2020 finisce la sua corsa sotto bianche vesti d’inverno. L’augurio, a questo punto, è che se ne vada candidamente affanculo.
Perché al nord nevicherà, nei prossimi giorni. Metereologismo professionista.
Per chi ne ha soddisfazione, auguri.

Ma preferisco Banksy a Cattelan.

Oggi è sant’Ambrogio e c’è la prima alla Scala.
Niente opera singola, oggi è in programma un puppurrì, un meglio di, una selezione di arie d’opera da Verdi a Indiana Jones, dato che non si è potuto nemmeno provare.

Bei tempi quando, ventenne, andavo a tirare le uova sulle pellicce delle signore che entravano nel foyer. Bei tempi quando, quarantenne, andavo in pelliccia a vedere la prima nel tempio dell’opera. Bei tempi.
Tempi diversi da oggi, tempo in cui ci tocca guardare la prima in streaming da casa perché gli ammessi in sala saranno davvero pochi o, peggio, guardarla su Rai1, presentata da Milly Carlucci e Bruno Vespa (non è una battuta scadente, purtroppo). Questo paese sa di naftalina e pastina da minestra.
A proposito di Vespa, puntuale si presenta sotto natale con l’ennesimo libro vergognoso su Mussolini e fascismo, mistificando e banalizzando i fatti. Da segnalare che son sempre più le librerie che espongono il tomo al contrario, a testa in giù.
Non sfugge nemmeno il Vaticano al Black friday.
Se i conti in rosso erano di segno negativo, quelli in nero, magari, indicano grandi guadagni. Perché dunque il Vaticano dovrebbe esimersi?

Come resistere dunque alla splendida riproduzione della scultura romana del Nilo in resina e polvere di marmo alla modica cifra di duecentocinquanta euro?

Consiglio l’ombrello «paradiso terrestre».
Dice testualmente: «Con la dott.ssa Carla Basagni, curatrice delle Gallerie degli Uffizi, visiteremo la Biblioteca degli Uffizi, conosciuta anche come “Biblioteca Magliabechiana”». E via con la diretta, bello:

Magnifico, più di un’ora sdraiato sulla scrivania per vedere – ad altissima qualità, non bastasse – la diretta. E sono gli Uffizi, mica la civica biblioteca di Camporgiano.
Ricevo da Poste italiane e volentieri corro a incassare:

Io chiudo qui, cambio vita e adiòs, orvuar, bonsuàr. Statemi bene.

E uno poi pensa di essere unico e irripetibile.
Su instagram c’è un tizio, o tizi multipli, che da otto anni si firma Fontanesi – bel nome che stimola la mia immaginazione ridolera, come Musolesi o Lombardozzi – e pubblica con costanza fotomontaggi di due o più foto, messi e tagliati alla grossa, con esiti ironici e spesso surreali. Ora è a circa seimila.
Non tutti mi piacciono, per buona parte mi dicono poco, ma alcuni sono proprio azzeccati e divertenti. Per esempio:



E poi ce ne sono alcuni, tipo questo, proprio spassosi:

È l’immaginazione che mi piace. Fontanesi sta qua.