unico – fatto a mano – ispirato a San Francesco

Bracciale in vera pelle colore marrone con chiusura Tau in oro rosa 18 karati satinato (750/1000), realizzato a mano e prodotto interamente ad Assisi, secondo la tradizione francescana e l’ispirazione del Santo.

Prodotto da Humilis, al modico prezzo di € 555,00. Per averlo clicca con modestia e in povertà qui.
E c’è anche il Bracciale HUMILIS in oro bianco 18Kt con croce Tau e pavè di zirconi su entrambi i lati impreziosito dall’esclusiva chiusura HUMILIS, sempre secondo lo spirito del Santo e prodotto da umili artigiani assisiensi. Assisiani. Solo 455 euri.
Se pensi che tutto questo sia una stronzata, e te la ridi per ‘Humilis’ perché non è davvero possibile perdere di vista le cose in questo modo, allora nel tuo cuore non alberga l’amore e la vera fede, ma la cattiveria e l’odio.

‘Shitshow’, il pezzo sette

I Death Grips, una sobria mescolanza di musica tra hip hop, musica industriale, e noise, hanno pubblicato un nuovo disco, Year of the Snitch, dal quale vorrei segnalare il singolo di grande successo Steroids (Crouching Tiger Hidden Gabber Megamix).
Ma ciò che mi piace ancor di più è la copertina.

Sobria e gradevole a guardarsi. Grazie.
[Una menzione, tra le uscite della settimana, la merita però anche Cha Wa, che con Spyboy tocca vette piuttosto inaudite, dall’alto del suo cappellone precolombiano con l’accettina del comando e la giacca da guru].

Hernoul-le-Fin avec sa femme

Il quadro è il “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di van Eyck: enigmatico, ricco di simboli non del tutto chiari, allegorico di certo. Uno dei ritratti di soggetto privato più antichi che si conosca, richiede senz’altro una lunga osservazione e attenzione non comune.

Da vicino, guardato con calma, schiude molti particolari non comprensibili a prima vista. Per esempio lo specchio alle spalle della coppia.

Di dimensioni minime, cinque centimetri circa, lo specchio ha una cornice intarsiata di medaglioni che rappresentano scene della passione di Cristo e, nel tondo centrale, lo specchio vero e proprio, si vede la scena rappresentata da van Eyck con, almeno, un paio di sorprese: prima di tutto due figure che stanno di fronte alla coppia. Chi sono? Uno forse il pittore, in un ribaltamento di prospettiva alla Velazquez? Può essere. E la donna, chi è? Qual è il significato della loro presenza? E la seconda sorpresa? Non c’è il cane. Non si riflette.

Sopra lo specchio, la firma di van Eyck, «Johannes de eyck fuit hic 1434»:

Non «fecit», ma «fuit hic»: ‘è stato qui’, o ‘è stato questo (uomo)’. Altri particolari da indagare, sui quali inventare storie, ipotesi o teorie strampalate. Per dirne un’altra, la cornice – oggi perduta – era quasi tutta ricoperta di scritte che, forse, avrebbero aiutato a decifrare pienamente il messaggio. O, magari, a ingarbugliarlo. E l’unica candela accesa?

Ho qui riportato solo una piccola parte degli interrogativi aperti sul quadro di van Eyck, pittore importante, colui che perfezionò la tecnica della pittura a olio ed ebbe mano finissima come dimostra il suo magnifico autoritratto. I suoi “coniugi Arnolfini” sono uno dei quadri più noti e apprezzati della nostra epoca, come dimostrano i numerosissimi omaggi, tra cui:

Ma se il “Ritratto dei coniugi Arnolfini” ha suscitato la curiosità di qualcuno, allora consiglio caldamente la lettura di un volumino appassionante, che scorre via tutto d’un fiato, dedicato proprio all’osservazione e all’interpretazione del quadro: Jean-Philippe Postel, Il mistero Arnolfini. Indagine su un dipinto di Van Eyck.

L’autore non è uno storico dell’arte né uno specialista, bensì un medico appassionato: il che, certamente, offre uno sguardo diverso e puntiglioso, scientifico, che ben si adatta all’indagine minuziosa di un quadro di questo tipo. Bello.

solfrizzio d’estate: ci siamo ancora una volta

Alle 12 e 7 minuti ora italiana sarà il momento clù: entra l’estate.

Come già detto in altre occasioni, non starò ora a spiegare con precisione il discorso per cui il sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima positiva e quel fatto per cui ogni anno ritarda di sei ore. No, non è il caso, è ben risaputo.
Io, piuttosto, mi devo concentrare fin da ora e per il prossimo mese-meseemezzo per superare questo periodo che patisco moltissimo, in cui pare che le intelligenze delle persone siano ancora più randagie che nel resto dell’anno. Addirittura, sì.