libri di viaggio: ‘Nelle foreste siberiane’

Si era ripromesso di farlo e l’ha fatto: sei mesi da eremita in una capanna siberiana, sulla sponda del lago Bajkal. Mi piacerebbe.

È ‘Nelle foreste siberiane’ di Sylvain Tesson, nonostante sia più o meno stanziale è un libro di viaggio ed è anche appassionante: le sue visite ai ‘vicini’ sono ilari, i luoghi magnifici e paurosi, curiosi gli elenchi dei libri che si è portato con sé, la condivisione è assoluta, riporta anche tutta l’attrezzatura che ha scelto, ammette di aver conosciuto gioia e disperazione. «Ogni giorno ho annotato i miei pensieri su un quaderno. Adesso quel diario e nelle vostre mani».
Il punto è però un altro, la gestione del tempo: «Nella taiga ho subito una metamorfosi. Nell’immobilità ho ritrovato qualcosa che il viaggiare non mi dava più. Il genio del luogo mi ha aiutato a addomesticare il tempo. Il mio eremitaggio è diventato il laboratorio di queste trasformazioni». Tesson è forse il più interessante tra i viaggiatori degli ultimi anni.
Per curiosità, il primo libro che Tesson ha portato è Quai des enfers di Ingrid Astier e l’ultimo I tre avventurieri di José Giovanni.

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