libri di viaggio: Nostalgistan

Ero scettico, lo ammetto. Pensavo fosse l’ennesimo libro di un viaggio anche interessante ma raccontato da dilettante, cosa che accade di frequente. Non scritto male, intendo viaggiato male, cioè da coloro che non sono in grado di trarre le giuste conclusioni dai viaggi interessanti che fanno. Per esempio, e sì che ha fatto una cosa notevole, il giovane uomo italiano che ha appena compiuto un giro del mondo a piedi, che ha messo avanti l’esperienza da mettere in carnet rispetto all’approfodimento e al confronto e dalle interviste non emerge, mi pare, molto di rilevante.
E invece no, ‘Nostalgistan. Dal Caspio alla Cina, un viaggio in Asia centrale’ di Tino Mantarro è notevole, bel viaggio e bel libro, raccoglie e racconta bene e con il giusto modo. Senza romanzare e senza trovare il bello per farsi bello. Certo, è un libro per appassionati di terre ex sovietiche, come dice lui: «Sono sensibile all’estetica dello sfascio» e io mi allineo. Grazie a R. che me l’ha consigliato sulle strade azerbaigiane, i libri di viaggio sono come i viaggi, si suggeriscono e condividono, difficile si trovino.

E se poi si è stati a Baku, a Khiva, Bukhara, Samarcanda, Tashkent, Dušanbe, Khujand, Bişkek e così via è meglio, che si visualizza. Ripeto, per appassionati del genere-viaggio nelle repubbliche ex sovietiche. O come dice Tesson – prossimo post sui libri di questo genere – che nulla gli piace di più di «una cittadina che si chiama Komsomol o Partisan, semideserta, che sgocciola fanghi di perforazione sotto un cielo d’acciaio, appoggiata alle stampelle di piloni storti e tralicci, abitata da ubriaconi, da hooligan, da ragazze imbronciate e anziani che rimpiangono sempre i tempi dell’Unione sovietica». Anche qui, concordo e già mi viene lo spasmo di preparare lo zaino. Adesso punto Pamir e Karakorum Highways.

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