ollivuud

Presente Matrix Reloaded? e The Bourne Identity? Die hard 4? Ecco, sono molti di più, ovviamente: film in cui ci sono solitamente degli hackers che digitano sulla tastiera velocissimi ed entrano ovunque, violando qualsiasi banca dati o rete privata. Ecco, loro, di solito hanno un notebook o un fisso, più raro, con più schermi sui quali accadono queste cose qui sotto:

Si tratta di un software solo, Hollywood, scaricabile tranquillamente per Linux perché dev’essere lanciato da linea di comando, il quale software semplicemente analizza in tempo reale, che so, i processi aperti del pc, la ram utilizzata, la velocità della rete, insomma bagatelle del genere, e le rappresenta sullo schermo con diversi riquadri, simulando chissà quali attività. Le due gif animate qui sopra mostrano proprio questo. Pum! il gioco è fatto: si può inquadrare e girare la scena.
(Devo riguardare più attentamente alcune cose, non escluderei anche i monitor delle redazioni dei telegiornali, perché ho il sospetto che l’uso di Hollywood sia più frequente di quanto immagini).

nemmeno io sto con Salvini ma, un po’, mi viene da ridere

Il tutto comincia con Rolling Stone, e subito serve una premessa: è una rivista, americana di nascita ma italiana nella versione di cui parlo, che si occupa di musica, costume, moda e cose di questo genere. Pare banale dirlo ma serve precisare per quello che segue.
Rolling Stone, dicevo, pubblica questo mese una copertina con un proclama:

E con un anatema, in fondo: mette un punto, oltre il quale – secondo loro – si è responsabili.
Va bene, è lecito. Inoltre, all’interno, RS (d’ora in poi abbrevierò per mia comodità) riporta un elenco di personalità che hanno (o avrebbero) preso posizione contro Salvini, e lo fa in modo un po’ confuso, senza far capire se abbiano aderito a un’iniziativa della rivista o siano semplicemente state citate.
Va da sé che sorgono immediate le polemiche: Mentana, Robecchi, Mannoia e altri, vedendosi citati nell’articolo di RS, fanno sapere che non hanno sottoscritto nulla. Giusto, ma è l’aspetto che a me interessa meno, a me interessa la copertina.
Salvini posta sulla sua pagina di FB la copertina commentando, in sostanza, così: «Che tristezza questi attacchi personali da parte di artisti, spesso milionari, che non hanno contatti con la vita reale e non capiscono che l’immigrazione fuori controllo è un problema per tutti». Vabbè, non sono d’accordo come tanti, ma può scrivere quel che vuole. Il problema sono i suoi fedelissimi, che partono in tromba con i commenti a cascata, purtroppo difettati a causa della caratteristica mancanza di comprensione dei salviniani: sono un po’ tardi e poco informati, in generale. Infatti, partono alla riscossa prendendosela con, mmm:

Ahia. Ecco perché serviva la premessa: Rolling Stone è una rivista, Rolling Stones con la -s, plurale, un gruppo. Ma se si sta leggendo la copertina di una rivista, forse qualche indizio già c’è. E già qui le risate si sprecano, porelli. Se lo saprebbero. Il che fa un po’ il paio con Rita Pavone che se la prende con i Pearl Jam che se la prendono con Salvini: ma davvero il mondo del rock anglosassone se la prende con la Lega? Mmm, no.

A questo punto, conviene lasciare i leghisti ai propri delirii e proseguire: Selvaggia Lucarelli, alcuni mesi fa nominata direttore responsabile del settore online di RS (la rivista, dai) e dimessasi solo tre mesi dopo, spara a zero sull’iniziativa: definisce il clima all’interno del giornale tossico, illiberale, ostile, scorretto” e calando la scure: “Un appello per una società aperta, libera e moderna me lo sarei aspettato più da Erdogan che dal mondo Rolling Stone Italia”. Qui la versione integrale.
Come spesso accade in questo splendido paese, siamo al casino: molti parlano, nessuno ascolta, parecchi razzolano, e qualunque tipo di messaggio va a ramengo.

O forse, non del tutto.
Ieri, in un microscopico baretto sulle rive di un lago alpino, faceva bella mostra di sé una presa di posizione:

Tutt’altro che scontata – alpino, lo ricordo – e tutt’altro che dovuta (uno con un bar potrebbe benissimo stare zitto in nome del profitto supremo), per questo ancor più gradita: al netto delle polemiche, delle smentite, degli svarioni leghisti, del casino, la copertina di RS è di fatto un bel biglietto da visita utilizzabile per chiarire almeno una cosa.
E se siamo già a questo punto dopo poco più di un mese (il governo si è insediato il primo giugno, lo ricordo), sarà davvero durissima ed estenuante.

star wars treatment

A maggio, quando è uscito l’ennesimo film di Star Wars e in occasione del Record store day, qualcuno ha ben pensato di staruorsizzare alcune copertine di dischi classiconi e questi sono gli esiti che a me piacciono di più. I Queen, in effetti, chiamavano la trasformazione, ma i due Petty-Adams-Solo sono davvero irresistibili.

Qui altri.

‘Shitshow’, il pezzo sette

I Death Grips, una sobria mescolanza di musica tra hip hop, musica industriale, e noise, hanno pubblicato un nuovo disco, Year of the Snitch, dal quale vorrei segnalare il singolo di grande successo Steroids (Crouching Tiger Hidden Gabber Megamix).
Ma ciò che mi piace ancor di più è la copertina.

Sobria e gradevole a guardarsi. Grazie.
[Una menzione, tra le uscite della settimana, la merita però anche Cha Wa, che con Spyboy tocca vette piuttosto inaudite, dall’alto del suo cappellone precolombiano con l’accettina del comando e la giacca da guru].

solfrizzio d’estate: ci siamo ancora una volta

Alle 12 e 7 minuti ora italiana sarà il momento clù: entra l’estate.

Come già detto in altre occasioni, non starò ora a spiegare con precisione il discorso per cui il sole raggiunge, nel suo moto apparente lungo l’eclittica, il punto di declinazione massima positiva e quel fatto per cui ogni anno ritarda di sei ore. No, non è il caso, è ben risaputo.
Io, piuttosto, mi devo concentrare fin da ora e per il prossimo mese-meseemezzo per superare questo periodo che patisco moltissimo, in cui pare che le intelligenze delle persone siano ancora più randagie che nel resto dell’anno. Addirittura, sì.