un film già pronto, la nemesi

Dopo la storia sul temperatore di Venezia, anch’essa un film già pronto e praticamente scritto, un’altra storia già confezionata, pronta per diventare un film d’azione thriller politico: ‘Operazione Nemesis’. Persino il titolo c’è già.

Eccellenza, signor Produttore, maestà, ecco la storia in breve: a seguito del genocidio armeno da parte dell’impero ottomano e del massacro degli armeni a Baku nel 1918, la Federazione Rivoluzionaria Armena nel 1920 diede inizio all”Operazione Nemesis’, la punizione divina: un certo numero di ex personalità politiche e militari ottomane furono assassinate, così come varie figure di rilievo azere, poiché responsabili dei crimini contro il popolo armeno. Un po’ come l’operazione ‘Operazione Ira di Dio’ del Mossad dopo le Olimpiadi di Monaco del 1972, stessa enfasi, e lì il film l’hanno già fatto.

Sotto la guida di Shahan Natalie, politico, scrittore e giornalista, gli uomini dell’ARF, la Federazione Rivoluzionaria Armena, organizzarono l’omicidio di Fatali Khan Khoyski, Primo ministro dell’Azerbaigian, il 19 giugno 1920 a Tbilisi; il più importante di tutti, quello di Talaat Pasha, leader dei Giovani Turchi, Ministro dell’Interno e Gran Visir, a Berlino il 15 marzo 1921; poi quello di Behbud Khan Javanshir, Ministro degli interni dell’Azerbaigian il 18 luglio 1921 a Costantinopoli; e Said Halim Pasha, Gran Visir, il 5 dicembre 1921 a Roma; e Behaeddin Shakir, Membro fondatore del Comitato Unione e Progresso, il 17 aprile 1922 a Berlino, anche lui; ancora in Germania, l’uccisione di Cemal Azmi, Wali del Vilayet di Trebisonda, il 17 aprile 1922; e per finire, l’eliminazione a Tbilisi il 25 luglio 1922 di Djemal Pasha, Governatore della Siria e Ministro della Marina. Sette morti e tutti i tre pascià ottomani scappati in Europa giustiziati.

Allora, signor Produttore, c’è il film o no? La Turchia in reazione approvò la legge numero 882, che assegnava le proprietà ai parenti dei leader ottomani assassinati per il loro ruolo nel genocidio armeno e Recep Zühtü Soyak, segretario di Ataturk, commentò, rivolgendosi agli assassini: «potresti giustiziare un turco attraverso un assassinio! Ma cresceremo la sua prole con i tuoi soldi in modo che domani ti caverà un occhio e ti spezzerà la testa». Non manca nulla, tutti gli elementi ci sono.

Nel 2023, a ridosso della guerra con l’Azerbaijan, il governo armeno ha inaugurato un monumento a Yerevan dedicato ai partecipanti all”Operazione Nemesis’, facendo ovviamente incazzare anche la Turchia, con immediata chiusura degli spazi aerei. Gli armeni hanno tenuto duro e il monumento è ancora lì. Un secolo dopo queste storie sono ancora d’attualità, si respirano ovunque andando in giro per il Caucaso e, ancor più, parlando con un qualsiasi armeno. Ecco perché il film – a differenza di ‘Munich’ – non si farà mai, nonostante sia già qui, servito caldo.

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