maledetto Mozart

Dal 1 giugno 1967 sono cinquant’anni dalla pubblicazione di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band: la cosa è ampiamente ripetuta, in questi giorni, si sa. Gran disco, è un fatto, trentanove minuti di idee, tra le quali io trovo irresistibile Lovely Rita – vado avanti a canticchiarla ore, troppo divertente e troppo ricca di cori e suoni matti (bda-bda-bda-ah-ah) – i pettini suonati sulla carta e un miliardo di novità che nei dischi non erano entrate mai. Certo, i Beach Boys li avevano bruciati di poco con Pet sounds ma non era mica una gara, si contribuiva tutti.
Comunque, Sgt. Pepper comincia con questi tre pezzi, in sequenza: Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, With a Little Help from My Friends e Lucy in the Sky with Diamonds. Imbattibile, o quasi. Di dischi che iniziano in modo così folgorante non ce ne sono poi molti, li potremmo contare sulle dita della mano di un monco, e gridare al miracolo non è poi così fuori luogo. Aaaaah (grida da miracolo).
Comunque, il mondo è pieno zeppo di gente che fa musica, per fortuna, e la stragrande maggioranza di loro, forse tutti, ucciderebbero per riuscire a scrivere anche uno solo dei pezzi di cui sopra, magari Lucy. E non per scriverli in un disco ma in una vita, uno solo basterebbe a dare senso a una vita musicale. E loro, intendo Lennon-McCartney, invece no: zac!, tre bombe atomiche, senza pensarci troppo. Sfrontati.
E i Salieri del mondo, anche stavolta, a rosicare. Così va il mondo, viva!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *