that’s when that little love of mine / dips her doughnut in my tea

Il mistero del Canada prosegue, come possa aver contribuito in maniera così significativa alla storia della musica. Tra gli altri, e tra i migliori, Robbie Robertson, scomparso oggi.

Grande nella Band, sia come gruppo di Dylan nella svolta elettrica che da soli – lui, Danko, Helm, Hudson e Manuel erano tutti musicisti e compositori eccellenti con grande predominanza di Robertson -, i loro primi quattro album – in tre anni! Solo i CCR alla pari – sono fenomenali, che botto esordire con Music from Big Pink!, per poi proseguire con i strepitosi The Band, Stage Fright, Cahoots, testi mai banali. E grande poi nella musica per il cinema, con Scorsese più che altro, da The Last Waltz in poi, forse il primo documentario musicale che vidi. Meno, per me, la sua produzione solista e ammiccante agli indiani d’America, evidentemente avere alle spalle, pur come primo attore, una band così solida dava i suoi frutti, ricchi e succulenti. Before the Flood è senz’altro, con Alchemy e Made in Japan, uno dei live che ho ascoltato di più. Adesso The weight, che meravigliosa soprattutto in apertura, poi The night they drove old Dixie down, ballatona, la mia preferita Up on Cripple Creek che sfiora quasi il funk e avanti, The shape I’m in e quante meraviglie, un brindisi a Robertson.

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