aveva diciannove anni quando pubblicò ‘Tubular bells’. Così l’ho scritto anche su Reddit: “TIL that ‘Tubular Bells’ was the debut studio album of Mike Oldfield and that he was only 19 years old when he recorded it, playing all instruments”. E abbiamo detto un sacco di cose interessanti e spassose e poi mi hanno cancellato perché un altro aveva detto la stessa cosa sei anni fa. Ma io l’ho appreso oggi. Ahah. Vediamo se ne posso apprendere una che nessuno l’ha già detta.
nullezze
elevating them from mere visual aids to striking coats of arms serving as rallying cries for sports fans
Certo. Fedele alle mie funzioni di servizio, ricordo che l’estate prossima ci saranno le olimpiadi.
E alle olimpiadi servono prima di tutto, prima degli impianti, prima dei record, prima delle strade, servono i pittogrammi. Cioè quelle immaginine con il simbolo di un’attività sportiva. Devono essere semplici ma comprensibili, riproducibili facilmente – sono le stesse che utilizzeranno le tv, i siti, chiunque al mondo e che danno l’immagine grafica all’evento stesso – sia in grande formato che, soprattutto, in quello piccolissimo, a fianco dei programmi. Ecco, l’organizzazione ha appena presentato ufficialmente quelli delle prossime olimpiadi e posso dire, modestamente, che pochetti sono gli obbiettivi raggiunti. Ma alcuni sì, eccome. Eccoli.
Il trivial pursuit per non vedenti:

Il torneo di call center:

L’infermeria delle olimpiadi:

La lotta a sciabolate dei paragrafi:

L’accecamento del ciclope:

E in piccoletto, peggio:





E in piccoletto con i colori originali?

Blurp, gasp, sknorz. Ma son cose da addetti. Forse.
Un esempio del ciclismo nel tempo olimpico.

Anche in questo, anni Settanta vincono.
cattiva
Mi scappa l’occhio sul mio estratto conto e noto con inquietudine.

Possibile? Quando? Me ne ricorderei… E solo 19,90 qualora l’abbia assoldata?
la luna è un’altalena tra le nuvole di una notte stellata
E anche quest’anno tocca assistere impotenti all’ingiustizia: niente premio nobel per la letteratura per lui.

No, l’hanno dato a Jon Fosse, a saper chi sia. Sarà il fratello di Bob. Per la sua «immensa opera, scritta nel norvegese Nynorsk e che spazia tra una varietà di generi (…) costituita da una ricchezza di opere teatrali, romanzi, raccolte di poesie, saggi, libri per bambini e traduzioni», evabbè, ciao. E la grandezza del nostro prediletto? Non solo uno che scrive cose come: «Io e te, come bellissime stelle, 30 mila metri sopra il cielo», impareggiabili, e l’ancor più ermetico: «Io e te, elevati all’amore», che lirica, ma si senta qui che incipit:
«”Cathia ha il più bel culo d’Europa.” Il rosso graffito, frutto di una mano furtiva che di notte aveva colpito con la complicità di una bomboletta spray, splendeva in tutta la sua sfacciataggine su una grossa colonna del ponte di corso Francia.
Vicino, un’aquila reale, scolpita tanto tempo fa, aveva sicuramente visto il colpevole, ma non avrebbe mai parlato. Poco più sotto, come un piccolo aquilotto protetto dai rapaci artigli di marmo, era seduto lui».
E di cui vorrei ricordare il titolo della tesi, presentata quest’anno in una prestigiosa università telematica per la laurea in lettere, proprio come me: «Due visioni comparate dell’amore: Jack London e Federico Moccia, differenze e affinità di stile, visione e ispirazione attraverso il tempo». Grandissimo, anzi grandissimi, lui e London, in quest’ordine.
No, Fosse, te pare? Ma che mondo è in cui Fosse batte Cathia? E Ernaux, Gurnah, Glück, Handke, Tokarczuk, Ishiguro? Chi sono costoro? Che vogliono? Perché e percome? Ci mancavano «la drammaturgia e la prosa innovative che danno voce all’indicibile», ma che è ’sto indicibile? Senti qua come si capisce bene: «Con una persona che non conosci a volte ti trovi meglio, ti racconti più facilmente». Forse che non è vero? Forse che non accade così?
Nobel a Moccia, perdio, istituiscasi il dicibile comitato. E poi l’oscar, che è anche reggista.
Fosse, per davvero
Premio nobel per la letteratura 2023. Uscirà a breve la seconda parte del suo Settologia: oltre milleduecento pagine senza mai un punto. Non vedo l’ora.
gli devono essere occasionalmente spuntate le palline

E non è il solito Matteo con cui ce l’ha, è l’altro. Condivisibile, per una volta, e la pesca ha veramente frantumato le palline di cui sopra.
dove lui parcheggiava l’auto

Le virgolette ammiccano, eccome, lo vedi come stuzzicano?
Ovviamente Amsterdam, dove se no?
la nuova compatta della BMW

Mi gusta, eccome.
in effetti quasi manca

Impossibile consolarsi con le figure minori, i La Russa, i Salvini, le, ops, i Meloni, troppo poco. E la vedova che tace nella villona probabilmente alla ricerca dell’usucapione, senza dare nell’occhio.
E noi qui, in preda tra l’altro all’atroce domanda:

Cremato col padrone, si spera, come si conviene fin dai tempi dei faraoni.
TAFKAP
The Artist Formerly Known as Prince.

Belle anche le ditozza.