Il tweet di Salvini cui replica Sepúlveda non lo riporto, si intuisce, accusava ovviamente due cinesi di aver portato il contagio in Italia, a fine gennaio. Ovviamente, come tutte le volte, smentito dai fatti, oltre che da Sepúlveda stesso.
Quella mattina brutta in casa sua, in corso Umberto 75 a Torino, che ancora non si è capito se fu suicidio o vertigine. Ma che importa, a questo punto? Conta che non c’è più da trent’anni e che avrebbe avuto ancora molto da dire, anche se lui stesso disse pochi giorni prima a Einaudi di non riuscire più a scrivere. Ma, magari, son cose che passano e che capitano a tutti gli scrittori. Oppure no, il peso era davvero troppo. Di Levi penso, con riconoscenza, tutto il bene possibile ed è sempre un piacere rileggerlo, anche nei passaggi più duri, perché mi riporta a sprazzi di coscienza più consapevole, o quando mi fa ridere, perché sì, c’è parecchio Levi divertente, o quando è leggero e arguto. Ne ho scritto qualcosa nel tempo e non serve a nulla ripetermi qui, serve invece a molto ripetere le cose dentro la mia testa. Una fortuna, averlo avuto.
Non conoscevo di persona Elisabetta Imelio (lei è quella col basso che salta di qua e di là), non amavo molto i Prozac+, certo ho saltato come tanti su Acido acida, ho seguito marginalmente i Sick Tamburo, ciò nonostante a lei volevo bene. Come si vuole bene a una coetanea con cui, bene o male, sei cresciuto, hai fatto percorsi diversi ma bene o male non troppo divergenti, ogni tanto senti che fa delle cose, le senti e sei contento che stia bene e che faccia cose. Ecco, proprio per questo motivo è da ieri che sento un dolore qui, di quelli che fanno male perché è morta una persona come te che avevi seguito in qualche maniera, che si era incazzata a vent’anni per Berlusconi, la guerra, il terrorismo, i governi del cazzo, Genova, la guerra nella ex-Jugoslavia e così via esattamente come te. I compagni, in senso letterale. Ecco perché oggi anche a me fa male. Ciao, Elisabetta.
Ancora sulla scomparsa di Terry Jones: una parte non trascurabile del bello delle persone che interpretano, girano, scrivono, pensano, dicono, diffondono, immaginano cose significative è che quando, purtroppo, se ne vanno a noi resta la possibilità di rivedere, rileggere, riascoltare ciò che ci hanno lasciato. Pare una banalità a dirla o leggerla ma non lo è. Una nuova assunzione di numerose puntate del Flying Circus mi ha sì portato la malinconia per la morte di Jones e per il fatto che oggi nessuno è all’altezza di quelle meraviglie ma me la sono anche fatta addosso dal ridere, come accade tutte le benedette volte. Quindi? Grazie Terry Jones e grazie a tutte le persone come Terry Jones. Un accidenti, invece, al tristo mietitore e alla mousse di pesce.
A margine, rimando a una cosa che avevo scritto in riferimento alla scomparsa di un altro Monty Python, Graham Chapman, indimenticato.
Cofondatore dei Monty Python, portatore di una comicità ricca di leggerezza e piacere, stralunata, mi mancava già. Con Cleese secondo me il più divertente, il suo suonatore di clavisorcio resterà sempre nel mio cuore. E il fatto che cogliesse ogni opportunità per recitare nudo, meglio se a sproposito, mi fa ridere ogni volta.
Bandcamp mi avvisa che Charles Bradley ha pubblicato un nuovo disco. Peccato che. È pur vero che è un disco in cui la Menahan Street Band reinterpreta i pezzi di Bradley, magistralmente tra l’altro, ed è altrettanto vero che ’ste mail maledette ormai partono in automatico ma, vivaddio, è così difficile avere po’ di attenzione in più?
Piero Scaramucci, uno dei fondatori di Radio Popolare, giornalista RAI per una vita e un sacco di altre cose. Incontrato molte volte in manifestazione e dove bisognava essere (vedi il discorso dell’ultimo 25 aprile, rifiutato dal Comune di Pavia), ma è per i microfoni aperti alla radio che mi mancherà. Perché la domanda è: stiamo tirando su le persone giovani in grado di prendere il posto di quelle, libere e giuste, che se ne vanno? Perché io ci conto, se no siamo davvero fottuti.
Ha proprio ragione Robert Louis Stevenson: “Ma non vi pare brutto / col cielo così chiaro e azzurro, / quando si vorrebbe tanto giocare, / dovere andare a letto di giorno?”.
Questo sito utilizza dei cookies, anche di terze parti, ma non traccia niente di nessuno. Continuando la navigazione accetti la policy sui cookies. In caso contrario, è meglio se lasciamo perdere e ci vediamo nella vita reale. OccheiRifiutaCookies e privacy policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.