sapete cosa potete fare con il vostro disaccordo?

O stronzoni (oddio, ho detto stronzoni alla CEI, momento epico per me), noi il 25 aprile siamo stati a casa, fatelo anche voi.

Passo allo spieghino: la CEI, con il tono arrogante e supponente che spesso la caratterizza, protesta pubblicamente per il decreto del governo che, dal 4 maggio nella «Fase 2», non permette la ripresa delle messe. Si può anche non essere d’accordo, avere magari una posizione diversa suffragata da elementi validi, ma non si può dire «arbitrariamente» con tono polemico quando si parla di una pandemia, vigliacco cane!, né invocare la libertà di culto o il servizio verso i poveri. Smettete di scrivere lettere pubbliche e andate ad aiutarli per davvero i poveri, che hanno ancor più bisogno in questo momento. Sono davvero senza parole.
Ma io conto poco, visto che li odio, quelli della CEI, ma conta ben di più qualcun altro che, pur non potendo smentirli pubblicamente, dice due cose molto molto chiare.

Capito? La grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni. Perché il bene pubblico è superiore alle esigenze, stavolta men che meno legittime, della CEI. Ah, se piovesse un bel po’ di grazia sulla CEI, che fin dai tempi di Ruini brilla per posizioni progressiste vicine a quelle del Concilio di Trento. Autonomia un cavolo.

memoria? pudore? rispetto dell’intelligenza altrui?

E perché?
Mentana dice più o meno, dopo il discorso di Conte, che se avesse saputo non avrebbe trasmesso la parte in cui il presidente del consiglio se l’è presa con Salvini e Meloni, facendone i nomi.

Perché, dice, «la tv non è e non deve essere il megafono della politica» o, come sopra, che «la tv non è una buca delle lettere». Che detto da colui che ha ricevuto e mandato in onda integralmente al TG5 la videocassetta di Berlusconi della discesa in campo senza fare pio, «l’Italia è il paese che amo», e tutte le successive, mi par, come dire?, curioso… Cordialmente, Mentana, vaccagare pure te.

trentasette e due in Russia, i nemici dell’Europa unita

Putin che stringe la mano al suo successore.

Photo by Kim Kyung-Hoon – Pool/Getty Images

Con la riforma appena approvata, Putin potrebbe stare al potere fino al 2036. Considerando che lo è dal 1999, fa un bel calcoletto complessivo che lo avvicina più a certi dittatori padri della patria africani che a un paese occidentale. Beh, certo, non è un paese occidentale.
Venendo a questi giorni, e non è certo la prima volta (Brexit, Trump, sovranismo e così via), un rapporto dell’Unione Europea visto dal Financial Times e non ancora diffuso sostiene, a ragione, che la Russia stia diffondendo false notizie sul coronavirus. Facile capirlo, basta vedere le ultime cretinate che girano su wapp con il farmaco russo miracoloso. Fa parte della strategia complessiva, intuibile anche dai meno avvisati come me, che vuole un’Unione Europea il più debole possibile, per motivi che è facile comprendere. Obbiettivo condiviso con gli Stati Uniti, tra l’altro.
«Il rapporto cita almeno 80 casi di informazioni false diffuse da account o media legati al governo russo a partire dal 22 gennaio», riporta un breve articolo del Post. Consiglio, per un whatsapp più consapevole.

indovina il partito

Ieri la giunta comunale di Sassuolo, guidata dal valoroso sindaco, ha deposto dei fiori ai piedi della statua di Maria per chiedere protezione contro il virus.

Poi uno pensa di vivere nell’era della scienza e della tecnica ma no, non è mica così. E loro l’hanno fatto per il bene di tutti, anche il mio, mi commuove tanta generosità, grazie, correndo pure il rischio di stare sotto il metro di distanza prescritta. Grazie.
A tal proposito, consiglio la lettura di un libro assai appropriato, scritto con la consueta intelligenza da Cipolla, che ebbene sì, parla anche della giunta leghista di Sassuolo.

Opporc… mi è scappata la soluzione. Non avreste mai indovinato.

non è andata benissimo

Non è servito a Weinstein trasformarsi da predatore a vecchietto malato con tanto di deambulatore, non gli è servito farsi assistere da un’avvocata in tacco 16 spietata con aria da iena che ha fatto piangere tutte le testimoni e fatto la propria parte in quanto donna – la giuria, si sa – e farsi operare al cuore (una banalità) in carcere: 23 anni.

Oddio, a ben vedere forse non è andata così male: considerando che le accusatrici sono, credo, 115 e che ha evitato l’accusa di «predatore sessuale» che gli sarebbe costata l’ergastolo, forse forse poteva davvero andare molto peggio.
Metamorfosi impressionante, comunque. Pochi mesi fa era così:

Aggiornamento del 12/3: Weinstein non è andato in carcere ma in ospedale, causa forte dolore al petto. Chi l’avrebbe mai detto?