
Invece di stronzeggiare in giro (grazie a Abolizione del suffragio universale).

Invece di stronzeggiare in giro (grazie a Abolizione del suffragio universale).
Salvini ieri a Caorso in un comizio ha detto letteralmente: «È la fine dell’impero, ce lo insegna la storia: ricordate quando Maria Antonietta al popolo che chiedeva pane regalava brioche, questi invece che brioche regalano poltrone, ma non dura molto più».
Difficile fare meglio. Ci provo: «E’ come quando i nazisti attaccarono a Pearl Harbor nella prima guerra mondiale, ce lo insegna la storia: inutile essere alleati prima se poi ti attaccano con i sottomarini quando meno te l’aspetti».

Non sono sicuro di aver raggiunto il livello. Lui, comunque, di errori ne ha fatti almeno tre. In una sola frase. Imbattibile.
(Sarebbe pure uno che si è iscritto all’università. E attenzione: a Storia, mica balle).

Sarebbe stato bello mandar fuori il governo dei fascisti proprio oggi. Beh, accontentiamoci.

Ovvero il giorno che a Conte spuntarono le palline.
Ancora in merito a quel gnarellone permaloso e aggressivo che occhieggia a una certa parte dell’elettorato cattolico baciando rosari e affidando la sua e l’altrui vita a improbabili madonne, due cose: spero, prima di tutto, che la scelta di sfiduciare il governo si riveli un pantano politico tremendo per lui e per la lega e che lo facciano morire (politicamente, chiaro) logorandosi all’opposizione di un governo tecnico o istituzionale che dura fino alla fine della legislatura.

Seconda cosa: ma tanti tanti calci in culo, a lui e a tutti quelli (lo prometto solennemente, non avrò comprensione) che d’ora in poi sosterranno la lega e Salvini in particolare. Perché se lo vedi fare questo sulla pubblica piazza e poi lo voti, allora non meriti niente di più.
No, non è mia nonna in carriola che ha usato facebook per la prima volta.

E’ proprio lui, quello che mette la sua e, peggio, la nostra vita nelle mani di Mariasantissima: «Personalmente affido l’Italia, la mia e la vostra vita, al cuore immacolato di Maria, che sono sicuro ci porterà alla vittoria» (un anno fa a Milano). Il perché lo faccia è abbastanza chiaro, ma se non lo fosse qui c’è una buona spiegazione.
Io, invece, gradirei che non affidasse la mia vita né a Maria né a nessun altro, né come ministro dell’interno né come pirletta che vaneggia in libertà. Grazie.
Quanto tempo, quanta innovazione, quanta qualità della vita, quanto rispetto, quanto benessere, in definitiva quanta vita ci sta facendo e ci farà perdere Salvini?

Molta, moltissima. Perché in questo modo costringe noi a fare la vita che fa lui, che è abbastanza miserina, a dirla tutta. La perdita di tempo e di occasioni è uno dei drammi, enormi, del nostro paese.
Ora siamo davvero in ottime mani, di qua e di là dell’oceano.

Lo vedi il dito? Lo vedi che stuzzica?

Persino facile. Ma ci aspettano tempi ancor più cupi.
La migliore letta finora sul «mandato zero» di Di Maio:

Un mandato «che non si conta nella regola dei due mandati». Che ridere.