24 marzo 1944

Oggi è l’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine perché ieri era l’anniversario dell’attentato di via Rasella. Il fatto che Meloni dichiari: «La memoria dell’eccidio è da onorare, una strage che ha segnato una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità nazionale: 335 italiani innocenti massacrati solo perché italiani» dimostra quanto sia necessario ricordare a chi mente e omette i fatti come andarono. Furono massacrati solo perché antifascisti.
E non solo: tutti i compari di Meloni si affrettano a tralasciare o specificare solo che si tratti di strage nazista quando, invece, è opportuno ribadire che la strage è nazifascista, dato che il supporto italiano in essa fu tutt’altro che trascurabile, a cominciare dal questore Caruso. Fatti.

so chi sono

Gramellini, in occasione dell’episodio in cui una famiglia ospite di un albergo in Trentino si è vista offrire una saletta da pranzo riservata perché il figlio disabile cognitivo a detta degli altri commensali disturbava, ha sintetizzato molto bene l’aspetto interessante della vicenda:

«si saranno sentiti lesi in un loro diritto, quello di passare la sospirata settimana bianca in santa pace. I diritti, quando sono i nostri, vengono prima. Così come i doveri, quando sono quelli degli altri. Quel ragazzo era come un sensore che li riportava alla complessità della vita, mentre loro avevano pagato proprio per lasciarla fuori dalla porta».

Li conosco, quelli del ah no, io in vacanza voglio riposarmi e non pensare, manco facessero gli intellettuali tutto l’anno, sono i vicini di scrivania, quelli che al supermercato comprano biologico, che fanno la differenziata, che amano i bambini e i gatti e i cani, che comprano l’ibrido, che difendono la propria famiglia contro tutto e tutti, mica solo i mostri.
E sono quelli con cui io lotto, i mostri è più facile: fanno i mostri e almeno ci si regola.

lavori ben fatti: il belvedere

Un magnifico lago, un lembo di terra in mezzo che si insinua e dal quale la vista spazia, montagne innevate in fondo, paesi che si riflettono nell’acqua, insomma un ottimo posto per fare un belvedere. Perché la bellezza sia contagiosa e le persone ne possano godere. Che meraviglia.
E poi, se qualcuno volesse andare a contemplare il lago di notte, una luce la mettiamo? Ma sì, così il posto sarà davvero fruibile per tutti a qualsiasi ora.

Ben fatto.

non basta

Va bene. Quindi non basta un disastro sanitario della tanto decantata ‘sanità migliore del mondo’ sia durante la pandemia sia ora, con liste d’attesa lunghissime e privatizzazione selvaggia dei servizi a sfavore del pubblico. Quindi non basta una situazione ambientale terrificante, fuori legge per buona parte dell’anno, e un consumo di suolo ancora spaventoso nonostante le leggi di consumo zero. Non basta una rete locale di trasporto (parlo dei treni che con loro arrivano in orario) che ha dei costi incredibili a fronte di un servizio inqualificabile (sarebbe diventata una Ferrari con l’autonomia, dicevano). Non basta essersi fregati i camici a spese della Regione. Non basta, per una volta dai tempi di Ambrosoli, avere un buon candidato, serio, preparato, che lavora bene come lavora bene il PD milanese (cosa che non si può dire dei PD locali del resto della regione), con un buon programma e proposte ragionevoli (certo, in grandissimo ritardo per le solite beghe interne). Non bastano un sacco di cose, si potrebbe andare avanti parecchio. Non basta che la tanto decantata ‘locomotiva d’Europa’ (sono fantasie, niente di vero) vada a traino completo dell’indotto tedesco e se loro rallentano noi siamo in braghe di tela e, nel frattempo, si vendano le eccellenze ai fondi speculativi che le spolpano lasciando macerie. Non basta che in nessun luogo (vale anche per l’Emilia) la stessa parte dovrebbe governare per trent’anni ininterrottamente. Non basta che i principali finanziatori delle campagne di questa destra siano i cavatori, gli industriali, che tutelano il proprio bisogno di produrre al di fuori delle regole e del buon senso, facendo pagare i costi alla collettività. Va bene, non basta. Anzi no, non va bene, ma non basta lo stesso. Contenti, anche stavolta?

ecco della comunicazione un po’ più onesta

L’ultimo rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che prende in considerazione gli anni 2020-2021, evidenzia come proprio nelle Provincie di Bergamo e Brescia si sia concentrato il maggior consumo di suolo annuo con ben 143 gli ettari di terreno cementificati nella prima e 307 nella seconda. Per un totale di 450 ettari, pari al 51% di tutto il suolo “consumato” in Lombardia.
Le due Province da sole hanno consumato più suolo di tutto il Lazio e quasi quanto la Campania o la Sicilia.

Ora. Esempio più che brillante di comunicazione, rapida, efficace, trasmissibile, notevolissima. Complimenti. Naturalmente, oltre a questo, solleva questioni non da poco ma non è con questo che cambierà la testa dei bresciani e dei bergamaschi, in questo gnucchi ben più di tanti altri.
Inutile, però, riempirsi la bocca di cultura o presunta tale – infatti al momento si sta scambiando intrattenimento per cultura – se non si affrontano le questioni, se non si apre la mente ai problemi nella loro interezza, se ci si atteggia a villan rifatti facendo finta di niente sul resto.

chi ha spostato l’emendamento che avevo sulla mia scrivania?

Per citare alcuni tra i tanti dietrofront del governo degli ultimi giorni, il ministro Giorgetti che spiega candidamente che hanno accolto alcune indicazioni marginali dell’UE sulla questione soglia dei pagamenti con il POS – da 60 euro come voleva il governo a zero – e che per un errore della ragioneria la soglia dei contanti per i pagamenti è scesa un pochino – da cinque/diecimila come voleva il governo a mille come è ora, cioè niente di fatto -, la sensazione del cane che ha mangiato il compito si fa sempre più forte.
Poi arriva questo e il cane passa nel dimenticatoio, vince il crescendo emotivo:

Ma, naturalmente, sono piccoli aggiustamenti, contentini, accomodamenti per andare d’accordo. Cosine. Perché è finita la pacchia, la nostra voce in Europa è più tonante che mai, ora sì che ciò che diciamo è tenuto nel giusto conto. Finalmente, grazie a questa destra piagnucolosa che riesce a fare la voce grossa quanto il più timido dei PD. E io dico bene: per ogni pezzo in più di sovranità amministrativa, politica, sociale che perdiamo a favore dell’UE io mi rallegro e mi rassicuro.
E, magari per esempio, avere una cazzo di legge sul fine vita, maledetti.

bravo bravissimo (ti salto alla gola)

Sabato scorso, intervenendo all’iniziativa per i dieci anni di Fratelli d’Italia a Roma, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti (nome segnato!) ha dichiarato bellamente di voler: «spegnere gradualmente Spid che raccoglie una serie di identità digitali e facilitare l’azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione. D’accordo tutti dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e avere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale».

Bravissimo. Dopo che alcuni di noi hanno perso anni di vita per fare la SPID ai genitori, zii, parenti vari, a questo vengono le belle idee. Giuro, piglio il treno e vengo a Roma: Butti, prima ti corco di botte e poi ti mando mia mamma, la zia e un bel pullman di persone per fare l’identità della carta d’identità elettronica. Giuro.

cinquant’anni da piazza Fontana e siamo ancora lì

Ho un sussulto alla notizia dell’attentato a Susanna Schlein, ovviamente per lei, e un altro per la dichiarazione della presunta matrice, riportata da tutti i giornali nessuno escluso ed evocata da il presidente del consiglio in giù.

Cinquant’anni da piazza Fontana e siamo ancora lì. La prima pista? Anarchica. E si potrebbe andare ancora più indietro, fino al tempo in cui gli anarchici, quelli veri, colpivano sul serio. Caserio, Bresci, Licheni, Vaillant, decine. Almeno questo avrebbe senso. È tutta la vita che per qualsiasi atto delittuoso sento denunciare immediatamente la pista anarchica. E indovina? Mai visto uno, di anarchico, poi. Pensa te.