iddio benedica il polygen: recensioni snob di musica indie

Due plausibilissime recensioni di musica indie (che non vuol dire un cazzo), dal meraviglioso Polygen (che gli dei lo proteggano sempre):

The Iraqi Americans – Deep Funks Of The Biafra In Blowjob (4XLP, Past, 2004)

Dolcezza arsty. New wave. New wave-(new) wave. No wave.
C’e’ lo zampino di Dj Hell nel collaudato trio formato da Dj Hell (turntable), Devendra Banhart (tuba) e Pharaoah Sanders (clavicembalo).
Eclettico fino alla nausea, il disco amalgama diafanamente cinghie di trasmissione math, new wave-new wave da camera, no(w) wave, new wave-post wave tradizionalista, cimbali milanesi, no(w) wave, e no wave decadente, perfetto per stupri on the road again.
Il riferimento alle Spice Girls e’ oggettivamente ridicolo.
(new) wave dunque. New wave-valzer, olocausto disinvolto dunque elettricamente amaro, per un disco che inserisce un hard-core chiaroscurale e cosmico in un mondo assolutamente no wave.
Una delle perle dell’anno.

(10) per l’idea, (0) per il disco.

E l’altro disco, che vorrei davvero avere:

Hitlers Over The City of Canterbury – S/t (2Xmini-CD, Black7 Records, 2007)

Nu wave-new wave. Il Rock è vivo. Spirale.
Puntuale nuova uscita della Black7 Records, che mette a segno un nuovo colpo con questo gruppo nato dall’incontro tra Michael Stipe e Otomo Oyuhide.
S/t e’ una perfezione improvvisamente free-gay e massimalista che indica fragranze kitsch e pedanti, adatto a scalate attraverso lande desolate.
Il riferimento potrebbe essere uno scontro tra John Cage e John Coltrane.
Lampi e armonia si alternano affrontando estraneamente delle bombe derivativamente finlandesi.
Tonico.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *