memoria, ricordarsi di avere memoria

Niente, va allenata, il 27 gennaio serve a quello: a mettere una scadenza in cui chi è scordarello o, peggio, vigliacchetto, magari tende a dimenticare. Mica perché ricordare sia giusto e dimenticare sbagliato, da un certo punto di vista dimenticare cosa significhi essere sotto le bombe è buon segno, vuol dire che si è al riparo da tempo, cosa buona. Ricordare è necessario perché certe cose non accadano più. Il che è difficile, perché le vite umane sono corte ed è inevitabile che figli, nipoti, pronipoti poi non solo non sappiano, ma non vogliano proprio sapere le storie ammuffite del passato. Il che è bene per molte cose, non per altre, il nazismo, il fascismo, l’olocausto sono alcune di queste.
Se, dunque, i fascisti di Durham nel 1934, tutti impettiti e stronzi davanti alla loro sede, sono poi diventati un kebab è solo cosa buona, visto che il kebab si mangia pure ed è buono, anche se non sappiamo con cosa sia fatto. Ed è buon segno dei tempi, che con tutto ciò che si può dir di male non sono certo disgraziati come altri, ben peggiori.

Però i fascisti a Durham ci sono stati, eccome, e saperlo potrebbe evitare che riaccada. Perché avere un kebab invece dei fascisti è sicuramente molto, ma molto molto meglio.

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