il mio falegname con trentamila lire lo faceva meglio (o dell’inflazione spiegata non tanto bene)

Diciamo che per un qualche motivo qualcuno voglia comprare un tavolo, impiallacciatura di rovere mordente marrone, diciamo un MÖRBYLÅNGA. Tre immagini esemplificative. Un anno e mezzo fa era così:

Un anno fa, stesso tavolo medesimo medesimo (le due foto sono di shotsandvideos):

Ora, con la dicitura IKEA sul sito “Nuovo prezzo più basso”, falsoni (immagino bisognerebbe verificare le dimensioni):

Ora, detta strappata l’inflazione è che la stessa cosa costa di più. Qui ovviamente l’inflazione non basterebbe a spiegare un aumento così poderoso, il caso rientra nell’aumento dei prezzi generalizzato, dovuto senz’altro anche alle spese di reperimento e trasporto del legname nell’ultimo anno ma non solo. Il governo Meloni di questo dovrebbe rispondere, in qualche maniera, per questo aumento. O, perlomeno, dire qualcosa su come intenda affrontare la cosa, visto che non corrisponde un aumento delle retribuzioni, nemmeno paragonabile. Ma tant’è, però nel frattempo in Sardegna perde, così van le cose.
Quindi: lo stesso tavolo costa il cinquanta per cento in più di un anno e mezzo fa – e francamente quasi settecento euro per un MÖRBYLÅNGA appaiono davvero esagerati -, non aumentando le entrate di solito i consumi si contraggono e quel che il produttore immaginava di guadagnare all’inizio poi ci perde più largamente. A quel punto, sono necessarie misure di governo che invitino ai consumi, bonus e sovvenzioni come questi anni ci hanno abituato, brutto costume, perché è chiaro da parecchio che il sistema è poco sostenibile. Se poi si pretende di sostenersi a un MÖRBYLÅNGA o a un Giorgetti, allora stamo messi proprio bbene.

4 commenti su “il mio falegname con trentamila lire lo faceva meglio (o dell’inflazione spiegata non tanto bene)

  1. Come per altri prodotti, sull’aumento delle spese per il materiale (ammesso che quello dei mobili Ikea sia davvero legno) si potrebbe obiettare (agli aumentatori -beninteso – non a te): e allora come mai le dolomiti trentine e venete sono ancora costellate di enormi cataste di legname, lascito della tempesta Vaia del 2018? (senza contare quelli ancora a terra).
    OT scopro ora che il nome Vaia, non è il richiamo a qualche bizzosa e maligna divinità dei monti, ma la signora Vaia Jakobs, manager di una ditta che produce materassi. che, pagando, ha dato il proprio nome all’evento atmosferico.
    (https://www.ildolomiti.it/societa/2019/chi-da-i-nomi-ai-cicloni-si-possono-acquistare-e-la-tempesta-vaia-si-chiama-cosi-per-la-signora-jakobs-spiega-il-meteorologo)

    • Non sapevo della possibilità di acquisto dei nomi, grazie. Ho prontamente acquistato le prossime cinque, tutte a nome: salvinivaacagare

  2. Per quest’anno dovrai forse rinunciarci: sono disponibili solo poche lettere iniziali. A meno di non voler nominare un’area di alta pressione (associate ai maschi): Xalvinivaacagare.

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