“il suono dell’acqua che scorre tra gli argini del mulino, ecc., salici, vecchie tavole marce, pali fangosi, e fabbriche di mattoni, io amo queste cose”

Old Sarum e Salisbury, raccontavo qualche giorno fa. In un impeto deccurtura, citavo Constable il giorno dopo a proposito delle vedute delle colline inglesi e dei panorami del Somerset, come pittore esemplare dei paesaggi che riconosciamo come tipici del paese. Ora è tempo di dare un minimo seguito a quanto detto, anche per verificare se propalassi menzogna e, magari, io imparare qualcosa.
L’Old Sarum, l’emozionante sito a collina nei pressi di Salisbury, stimolò non solo la mia immaginazione ma, ovvio, anche quella di molti. John Constable, come dicevo, lo dipinse più volte, la versione tra quelle che ho trovato che preferisco è questa.

Da essa, in collaborazione con lo stampatore David Lucas, il pittore ne trasse svariate serie di stampe:

Non ho scattato una fotografia paragonabile, accludo quella qui sotto. Quel che colpisce è che l’ambiente circostante sia intatto, nessuna fabbrica, capannone o condominio, esprimo sincera ammirazione per gli inglesi capaci di preservare il proprio territorio.

Ne ho un’altra paragonabile per inquadratura ed è vero, c’è una porta da calcio. Paesaggio rovinato.

Ovvio che non valga per tutto il paese ma non è raro incappare nella campagna inglese intoccata, chiunque ne ha fatto esperienza se ne ha avuto occasione. Un’altra veduta dell’Old Sarum e la campagna circostante è un bell’acquerello di William Turner – attenzione, da non confondere con l’altro ben più famoso, infatti questo lo chiamano ‘William Turner of Oxford’.

Il dipinto più famoso di Constable è senz’altro ‘La cattedrale di Salisbury vista dai terreni del vescovo’ (Salisbury Cathedral from the Bishop’s Grounds) del 1825, di cui ne esistono due versioni: una con il cielo terso, conservata al Metropolitan Museum of Art di New York, seconda versione, e una con il cielo nuvoloso.

La seconda, che in realtà fu la prima perché fu rifiutata dal vescovo proprio per il cielo non azzurro, è conservata al Victoria and Albert Museum di Londra.

Anche in questo caso, proprio perché il vescovo non mi ha fatto entrare nella sua tenuta e, quindi, dal lato giusto, non ho una fotografia equivalente, ne ho una della chiesa sghimbescia, perché è oggettivamente difficile farla stare in un’inquadratura.

Ancora, l’ambiente circostante è preservato e quasi meraviglioso, non so se di là ci siano ancora le mucche e come il vescovo si vesta ma, insomma, di qua non è cambiato.
Pochi anni prima, aveva dipinto un’altra veduta della cattedrale, ‘La cattedrale di Salisbury e la Leadenhall visti dal fiume Avon’, anch’essa in diverse versioni, eccone due:

Notevoli anche le variazioni di stile, non solo di punto di osservazione. Di questa seconda forse una fotografia presa da un punto non distante ce l’ho, scartabellandole. Si vede la Leadenhall, la cattedrale è orientata nello stesso modo. Anche in questo caso – si tratta di una città non di aperta campagna, Salisbury ha quarantamila abitanti – resto ancora stupefatto dal paesaggio preservato.

Giusto per provare a trasmettere un po’ dell’emozione e della riconoscenza provata camminando per quelle zone e incassare il compenso promesso dall’ente turismo.

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