il quarantaseiesimo dodici dicembre

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Racconta Giovanni Pesce che il 12 dicembre 1969 si trovava in stazione Centrale a Milano quando udì un tuono lontano, un colpo secco, un’esplosione.
Dalla stazione si precipitò in centro, riuscì a superare i cordoni della polizia in piazza Fontana: “Nella mia non breve vita sono stato in guerra più di una volta e ho partecipato a parecchie tremende battaglie, ma mai avevo osservato uno spettacolo tanto terribile: corpi insanguinati, brandelli di carne disarticolati. Tornai nella strada non riuscendo a reggere quella vista“.
Che la memoria non si spenga, perdono mai.

scrippshenge

Tra i magici allineamenti con il sole (già condivisi l’estasi per Manhattanenge e il MIThenge qui) vorrei segnalare senza dubbio lo Scrippshenge:

Anche in questo caso due volte all’anno (il 5 maggio nella foto, l’altra data è ad agosto) il sole si allinea con i pilastri del molo Scripps di La Jolla, a San Diego. Il molo è così chiamato perché è di fronte allo Scripps Institution of Oceanography, uno degli istituti di studio della terra e del mare più antichi e validi. Per dare un’idea, fu Charles David Keeling, scienziato dell’istituto e autore della Keeling curve, a dimostrare la crescita della Co2 nell’atmosfera e la correlazione con il surriscaldamento globale.

intrattenimento?

La Freedom Tower o, meglio, l’One World Trade Center è sorta sulle macerie del World Trade Center, a seguito degli attacchi del 9/11. Alta 1776 piedi (vedi alla voce dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti) si erge da un’area che, credo, è e resterà per parecchie generazioni del tutto irrisolta e, al momento, contiene solo il memoriale per i caduti.
Mettendosi in un angolino alla base, si riesce ad avere questa vista:

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In cima in cima, all’ultimo piano di può visitare l’One World Observatory e dare uno sguardo giù dal centesimo piano. Non è il migliore di New York (il tetto del Rockefeller Center lo è, l’Empire State Building al secondo posto), perché non si esce all’aperto, ma la vista è comunque impressionante:

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Com’è ovvio, al centesimo piano e al centounesimo, dove c’è il ristorante, offrono vista e intrattenimento, creando l’esperienza come gli americani sono bravissimi a fare. Purtroppo, e credo non capiti solo a me, l’unico pensiero – costante – che mi viene in mente è che è la stessa identica vista, l’ultima, di coloro che a un certo punto sono stati costretti a buttarsi giù.

un instancabile frequentatore di bar, osterie, pasticcerie, salumerie

Tutte cose pesanti. Alcuni di noi già festeggiano, perché dei signori gentili hanno – finalmente! – ristampato la raccolta delle sue «Vite vere» da «Linus»:

Sarei disposto ad avere 37 e 2 tutta la vita in cambio del senso dell’umorismo di Beppe Viola. Per chi, invece, non lo conosce vorrei dire solo: «Vincenzina e la fabbrica» e suggerire approfondimento.