A Decade in the Life of The Beatles. Credit: Max Dalton.
Ovverosia, i dieci anni con i Beatles da Love me do a Let it be in un’immagine.
Bravo.
A Decade in the Life of The Beatles. Credit: Max Dalton.
Ovverosia, i dieci anni con i Beatles da Love me do a Let it be in un’immagine.
Bravo.
Il 14 luglio a Bilbao ci sarà un’inedita variante della Britpop battle, circa venticinque anni dopo:
Io avrei invitato anche il fratello scemo, per fare un po’ di casino in più.
Scopri la tua reale collocazione politica con il partitometro.
Io l’ho fatto e quasi esco dal piano politico, verso sinistra. Come può essere? Ho pure detto che voglio essere molto ricco e possedere cose costose… non capisco.
Dev’essere come quando uno fa outing ed è l’ultimo ad averlo capito: il partitometro sa ancor prima di te chi sei veramente. Sì, penso sia così.
[Se volete mandarmi i vostri risultati con commento li pubblico volentieri].
A sciocchezza segue sciocchezza: al tempo dell’assegnazione della sede dell’EMA già abbiamo fatto splendide cose, come Stato. Ora proseguiamo: alla notizia che la sede di Amsterdam non è pronta, abbiamo pensato bene di fare un ricorso istantaneo.
Questa è l’intestazione:
Ottimo, ottimo, avanti a tutta birra verso il successo.
[rif: RStone]
Aspettiamo pure qualche giorno ancora…
Questo un giorno sul mio pc:
E questo l’altro (diversa tipologia):
Direi che la mordace lotta contro Spectre e Meltdown sta producendo più casini che toppe. Intel dichiara: le patch potrebbero “portare (…) a comportamenti imprevedibili dei sistemi”. Esatto! Facciamo una pausa?
Campagna elettorale sofisticata, per la Regione:
Come non essere d’accordo? Manca sempre la parte in cui uno dice: «Sì, ma come?».
A questo punto, suggerisco: basta bruttezza; basta ignoranza; basta nuvolo; basta sgarbanza; basta scudetto sempre agli stessi; basta comete nello spazio che vanno dove vogliono. Ma anche: basta.
Una delle cose più noiose di alcuni lavori (tra i quali il mio), e proprio per quello una delle cose che si trascurano di più, è monitorare le proprie attività, registrandone il tempo per ciascuna. Perché poi bisogna capire come le commesse siano coperte, se si produce a sufficienza, se il tempo è ben impiegato e blablabla. Aziendalismi.
Chi ha questa incombenza sa di che parlo e, probabilmente, già usa toggl. Da usarsi insieme o meno, non importa, ma molto molto interessante per questo tipo di necessità è ZEIº.
Uno sformotto piramidale che si appoggia sul tavolo, in posizione a seconda dell’attività che si sta svolgendo. E lui registra. Le facce/attività sono ovviamente personalizzabili (includono gli adesivi ma ci si può anche scrivere e/o disegnare) e il gioco è fatto. Provato, testato, dà soddisfazione.
Poi ci si stuferà lo stesso ma al momento funziona.
Mi arriva comunicazione dal Ministero che non solo è pronta la mia dichiarazione dei redditi (a gennaio!) ma lo è anche l’F24 per pagare le tasse.
Sono estasiato, ormai la digitalizzazione dello Stato è a uno stadio avanzatissimo, era ora. E che comunicazione istituzionale, perfetta. Provvedo subito al pagamento, carissimo Ministero Fall River Productions (dev’essere un ufficio apposito).
Non è possibile. E non solo per il refuso, non solo per il linguaggio informatico del tutto inappropriato al contesto, non solo non solo non solo. Proprio nel posto in cui c’è sempre gente che capisce l’inglese più che nel resto della città intera… Ah, MiBACT.
Davanti al colosseo, ovvero nell’area davanti all’arco di trionfo, se non erro.
Da romafaschifo.
Da Il Lercio, c’è bisogno di dirlo?