
Che tristezza, ancora lì siamo.
Che tristezza, ancora lì siamo.
Non essere riconosciuto.
Il signore in questione era candidato a Locate di Triulzi e non è andata bene, visto che il sindaco è Serranò.
A Locate la cosa interessante non sono certo i candidati e i sindaci, bensì il castello di Maria Cristina Beatrice Teresa Barbara Leopolda Clotilde Melchiora Camilla Giulia Margherita Laura Trivulzio. Ne parleremo a breve.
Non so chi ne sia l’autore, forse questo, decisamente bravo.
Certo, bisogna aver visto Chernobyl per apprezzare.
Dalle 9:50 di stamane, da tre ore circa, è autunno.
Anche stavolta, non starò qui a spiegare perché il sole vada di là e la terra di qua mentre le giornate si accorciano sotto l’influenza della rotazione tangenziale parabolica, e l’ellissoide perde la curvatura globale. Tanto si sa.
Buon autunno ai buoni.
Il libro è Status quo. Perché in Italia è così difficile cambiare le cose di Roberto Perotti.
È un libro complesso e ricco di informazioni sulla spesa pubblica e sulle modalità di gestione del bilancio dello Stato. Molto tecnico, interessante nelle sue linee generali più che per i dati in sè, almeno per quanto riguarda me.
Ma il motivo per cui ne parlo qui è che l’autore, che dev’essere certamente una persona molto rispettabile e corretta (adesso sarà chiaro perché) e che ha fatto tra le altre cose da consulente per il governo Renzi sulla spending review, dimettendosi poi per manifesta mancanza di volontà politica, in una nota nell’introduzione scrive:
Questo libro ha delle ovvie sovrapposizioni con il libro di Carlo Cottarelli (…), La lista della spesa. La verità sulla spesa pubblica e su come si può tagliare, Feltrinelli, Milano 2015. Devo confessare che ho letto il libro di Carlo solo dopo aver completato il mio, per non farmi influenzare.
Va bene, comprensibile. Poi specifica, nobilmente:
Avendolo ora letto, mi è chiaro che sulla struttura della spesa pubblica italiana il suo saggio è molto più approfondito del mio, così come più approfondito è stato il suo fantastico lavoro come commissario, rispetto a quello che ho fatto io.
Beh, io qui mi levo il cappello, di fronte a una persona che – nel nostro paese, in cui lo sport nazionale è denigrare le opere, parole, azioni altrui a proprio vantaggio – ammette e riconosce che il lavoro di un concorrente è migliore: mai visto, io.
E non contento, aggiunge:
Può darsi che in alcune parti i numeri non coincidano: in questi casi, è molto probabile che i suoi siano quelli corretti.
Sono basito, quasi commosso. Signor Perotti, ho senz’altro letto con piacere il suo libro, comprendendone ben meno della metà, e le devo confessare che la sua premessa mi ha ragionevolmente rassicurato su una parte, almeno, delle persone che abitano il mio paese. Grazie.
Vedete poi voi se volete cambiare lavoro.
Io sì, fatto. Ma non è che poi il problema non esista più.
Là dove ‘Pezzo’ è un paese e non il taglio della merce.
Facile, d’accordo, quasi una svista per cartello, ma è colpa loro.
Che si fidi poco si può anche capire. Ma perché comprarle?
Bello a vedersi, pure.
Ma con rispetto. Ulteriormente.
Manco sapevo cosa fosse, lo sprédd.