le questioni/questione di genere/genera, il casino/casina della lingua e una cosa una volta per tutte, finalmente

Il tentativo, politicamente corretto, di essere rispettosi delle identità di genere e di utilizzare, se possibile, la neutralità di genere nel linguaggio spesso producono mostri. Dai «bambine e bambini, ragazze e ragazzi» che precede ogni inizio di documento di certe associazioni di sinistra al democratico Emanuel Cleaver che pochi giorni fa, in seduta alla Camera dei Rappresentanti a Washington, ha concluso il discorso con un improbabile «amen» e, per essere rispettoso, con un ancora più improbabile «awomen». Essendo pastore, nel senso delle anime, era stato incaricato di chiudere la seduta con una preghiera – e già qui qualcosa da dire ci sarebbe – ed evidentemente è stato preso da un irresistibile afflato paritario. Auomen, qui il video.

Sempre attratti dalle figure di merda, i compagni del PD, stavolta di Palermo, hanno ben pensato di sventrare il sostantivo «militante» facendone una questione di genere. Essendo un participio presente (da «militare», che anche se non sembra è anche un verbo), ha il brutto vizio di essere insieme maschile e femminile. Pardon, femminile e maschile. Anvedi. I dizionari dicono: «agg. e s. m. e f.».

Per cercare di porre rimedio a questo sfacelo, scusate: sfacela e sfacelo, segnalo un ottimo articolo della sociolinguista Vera Gheno, dal titolo esplicativo: «La questione dei nomi delle professioni al femminile una volta per tutte». Utile, molto. Oddio, utila, anche. Scusate, scusate tutte.

musical doccia

Se volete sentire la musica sotto la doccia o alzate il volume della radio o del telefono in bagno, oppure usate una cassa bluetooth impermeabile, di quelle adesive da attaccare al vetro o alle piastrelle. Ce ne sono tante.

Ce n’è una, però, che si attacca al tubo della doccia e si ricarica con il flusso d’acqua, si chiama Shower Power e la produce Ampere. Che voglio dire, mica poco eliminare la menata della ricarica. Oltre a questo è realizzata in plastica riciclata e qualcuno assicura che suoni sufficientemente bene.

Su Kickstarter, costa nemmeno troppo. Per i più esigenti, c’è il modello con i LED variopinti, effetto disco, e una cassa aggiuntiva per un’esperienza immersiva (stavolta detto in senso letterale).

certo, affanculo il 2020

Questo è il sentire comune, che viene peraltro espresso senza troppe perifrasi da molti.
In questi giorni io sto leggendo, lettura appropriata, il Diario dell’anno della peste di Daniel Defoe, in cui racconta l’epidemia di peste a Londra del 1665 (il titolo-sommario: Diario dell’anno della peste, contenente osservazioni o testimonianze sugli avvenimenti più notevoli, pubblici e privati, che ebbero luogo a Londra durante l’ultima grande epidemia del 1665. Scritto da un cittadino che visse durante tutto quel tempo in Londra. Finora inedito).
Fu ovviamente un disastro, moltissimi morti, quasi mille al giorno, finché finalmente con l’autunno la ‘Grande peste di Londra’ cominciò a placarsi e le persone salutarono con felicità la fine dell’anno e l’arrivo di quello nuovo.
L’anno nuovo, il 1666, così desiderato, non si fece attendere: a settembre Londra fu rasa al suolo dal cosiddetto ‘secondo grande incendio di Londra’. Et voilà.
Cosa voglio dire con questo? Niente, solo di stare attenti con i desideri, che le braci son sempre dietro l’angolo.

il 7 dicembre a Milano, una volta

Oggi è sant’Ambrogio e c’è la prima alla Scala.
Niente opera singola, oggi è in programma un puppurrì, un meglio di, una selezione di arie d’opera da Verdi a Indiana Jones, dato che non si è potuto nemmeno provare.

Bei tempi quando, ventenne, andavo a tirare le uova sulle pellicce delle signore che entravano nel foyer. Bei tempi quando, quarantenne, andavo in pelliccia a vedere la prima nel tempio dell’opera. Bei tempi.

Tempi diversi da oggi, tempo in cui ci tocca guardare la prima in streaming da casa perché gli ammessi in sala saranno davvero pochi o, peggio, guardarla su Rai1, presentata da Milly Carlucci e Bruno Vespa (non è una battuta scadente, purtroppo). Questo paese sa di naftalina e pastina da minestra.

A proposito di Vespa, puntuale si presenta sotto natale con l’ennesimo libro vergognoso su Mussolini e fascismo, mistificando e banalizzando i fatti. Da segnalare che son sempre più le librerie che espongono il tomo al contrario, a testa in giù.

il venerdì successivo al Giorno del ringraziamento

Non sfugge nemmeno il Vaticano al Black friday.
Se i conti in rosso erano di segno negativo, quelli in nero, magari, indicano grandi guadagni. Perché dunque il Vaticano dovrebbe esimersi?

Come resistere dunque alla splendida riproduzione della scultura romana del Nilo in resina e polvere di marmo alla modica cifra di duecentocinquanta euro?

Consiglio l’ombrello «paradiso terrestre».

il bello della diretta

Dice testualmente: «Con la dott.ssa Carla Basagni, curatrice delle Gallerie degli Uffizi, visiteremo la Biblioteca degli Uffizi, conosciuta anche come “Biblioteca Magliabechiana”». E via con la diretta, bello:

Magnifico, più di un’ora sdraiato sulla scrivania per vedere – ad altissima qualità, non bastasse – la diretta. E sono gli Uffizi, mica la civica biblioteca di Camporgiano.