minidiario scritto un po’ così dei giorni di reclusione causa cojonivirus: giorno 7

Devo essere l’unico rintronato che non ha la mascherina. Nel senso che non ne possiedo nemmeno una. Ci ho provato a prenderle, ho chiesto al supermercato, in farmacia, in tutti i luoghi in cui è possibile farlo. Ho quelle del brico per la polvere, ne ho centinaia, non credo siano di grande utilità. Eppure, le hanno tutti, addirittura in molti hanno quelle con il buco centrale, il filtro, che da quanto ne so sono efficaci per otto ore. E non mi spiego: o ne hanno tantissime ciascuno, il che potrebbe essere, oppure la usano anche se è ormai sfiatata. Comunque ce l’hanno proprio tutti e io non riesco a capire dove le abbiano prese, è un vero mistero. Dappertutto ci sono cartelli in vetrina che dicono che mascherine e disinfettanti sono finiti, ci dev’essere un mercato nero, un luogo segreto, un commercio sotterraneo di cui non sono a conoscenza. Nella zona dove vivo, che è piena di immigrati, ce l’hanno tutti e io mi dico che se un domani dovessi trovare rapidamente una cosa che mi garantisce la sopravvivenza, probabilmente ci resterei secco in poco. Poi, alla fine, una persona gentile me ne regala una, di quelle sanitarie blu con i legacci. Grazie. Almeno ce l’ho anch’io, mi dava fastidio non possederne una a mia volta. Per averla.

Si fanno tante telefonate. Io, almeno, che non convivo con molte persone. Ovvio, almeno ci si sente, ci si scambiano informazioni sulla salute reciproca e sulla situazione, ci si rassicura, si scambiano pareri e idee, per fortuna lo si fa. Poi a un certo punto della telefonata ci si dice entrambi, con convinzione, che sarà lunga. Già. E si annuisce, facendo così con la testa. Ovviamente entrambi speriamo che non lo sia ma temiamo che lo sia. Il punto è che ci diciamo che sarà lunga, siamo d’accordo, ma nessuno dei due sa quanto sarà lunga. E, quindi, non lo esplicitiamo. Ma resta un dubbio: magari io sto pensando a giorni e il mio interlocutore di là pensa a settimane. Quanto è lungo? Per me già adesso è un periodo lungo. Già dire ai primi di aprile lo è. Mesi? Anni? Non scherziamo! Non ce lo diciamo e restiamo col dubbio. Perché cozza con la speranza che, invece, non sia un periodo davvero lungo. E poi nessuno sa come avverrà che si riprenderanno le cose come prima, perché d’accordo a un certo punto i casi cominceranno a calare ma che si farà a quel punto? Si ricomincia e si rischia che il contagio riparta? Dovremo aspettare di essere gregge? Ricominceremo pianin pianino? Ma soprattutto: sarà come prima? Quel che è certo è che sarà lunga. Già.

Tempo fa, Guccini disse che «dopo la guerra la gente aveva una voglia di ballare che faceva luce». Bellissima espressione, dice tutto.

A che ora è Conte, oggi? È sabato e quindi decreto?

Il giorno precedente:
minidiario giorno 6

minidiario scritto un po’ così dei giorni di reclusione causa cojonivirus: giorno 6

Esco alle otto e mezza di sera, perché non ho voglia di rifare la coda fuori dal supermercato, a un metro da quello prima e da quello dopo, che ci si guarda in tralice di continuo per far mantenere la distanza, con il serpentone che si allunga finché il supermercato non lo vedi nemmeno. Fuori, vuoto.

Ma vuoto vuoto. Che ho un primo attimo in cui dico ah, però, bello, mai visto così e poi mi scopro inquieto, perché le montagne, le vallate, il mare sono belli quando non ci sono le persone, le città no: se sono vuote sono città morte.
Un ragazzo in bicicletta con la mascherina che consegna del cibo a chissà chi tira dritto, una prostituta appoggiata a una casa: allargo io, per non metterla a disagio, e faccio una mezza circonferenza attorno a lei ma la faccio larga, per non farla accorgere. Non credo di esserci riuscito. Ehi, non è perché sei prostituta.
Al supermercato non c’è coda, i guanti li ho, quelli che uso per fare i lavori, la mascherina no, non mi va, sto lontano da chiunque, tanto pago sempre alla cassa robò. E poi non ce l’ho. Sono l’unico con la sportina, hanno tutti degli enormi carrelli pieni di roba: venti pizze surgelate, buon dio!, ma che freezer ha, signora?
È che son venuto a piedi, non posso portar via un carrello di roba e comunque non saprei cosa prendere. Sono venuto per prendere il silicone, non ho il silicone, mi serve il silicone. Ma ci sarà il silicone all’esselunga? E se non ce l’hanno, dove posso trovare del silicone in questo periodo? Da nessuna parte, devo provare.
È che non ho un cane da pisciare, nemmeno di peluche e non lo vorrei, mi piaceva l’idea di fare due passi ma l’atmosfera da thedayafter mi ha fatto passare la voglia, vorrei uscire dal supermercato, che è tutto silenzioso e le persone nelle corsie si evitano comunque, schiacciandosi contro le scatolette. Compro cose rapidamente, il silicone non lo trovo e dopo cinque minuti di ricerca ho solo voglia di essere all’aperto. Stasera il silicone non mi serve più, forse domani. Esco e mi rendo conto, fuori, di aver comprato dei peperoni grigliati (mai comprato nella vita peperoni grigliati), quattro bottiglie di detersivo ecologico per i piatti (una mi basta per due mesi), degli spaghetti integrali (ho sbagliato a prenderli dallo scaffale, bravo) e due confezioni di uova. Che mi piacciono, figurati, ma quando ’sta cosa finirà avrò bisogno di un dietologo, un gruppo di alcolisti anonimi e di un trapianto di fegato. Saremo in tanti. Io reggo bene, so che magari cederò di schianto, quello sì.
Torno mestamente verso casa, rifaccio il semigiro attorno alla signorina con lo stesso esito, mi spiace, ripenso al fatto che almeno in questi giorni facciamo delle belle chiacchierate con i vicini, alcuni alle finestre e altri da basso, e che oggi le simpatiche figlie dei vicini hanno suonato il flauto in cortile per tutti. E che ho ricevuto una porzione di ottime lasagne fatte da vicini gentili. Ne sono grato. Mi vengono in mente le scene descritte, che so?, da Nuto Revelli che racconta le persone nei fienili a cantare, ballare e tenersi compagnia la sera durante la guerra. O i racconti sentiti, per cui pensavo che sì, in fondo erano persone più semplici. Scemo. E stupido.
Oggi l’Eco di Bergamo aveva undici pagine di necrologi, che delizia per gli anziani al bar, se solo ci fossero. Così tante anche perché non c’è modo di far visita e di portare di persona il cordoglio. E ovviamente perché, accidenti, i morti sono tanti.
È solo il 13.

il Signore ha guardato giù

Ma te pensa se tutto sto casino fosse successo un anno fa.

Esatto, con lui all’interno e la Grillo alla salute, con le sue posizioni ondivaghe sui vaccini. E per la ripresa, poi, con Di Maio al timone dell’economia. Grazie, Signore, so che non ti ringrazio mai e che peraltro nemmeno credo che tu esista ma stavolta devo proprio riconoscere che hai davvero fatto un buon lavoro. Grazie.

gli anni Novanta in 661 pezzi (non tutti facili)

Dall’ultima volta, abbiamo aggiunto circa quattrocento canzoni: una pleilista delle canzoni degli anni Novanta, una per artista, niente doppioni. Il che, di conseguenza, significa che anche i cantanti o gruppi sono seicentosessantuno. Un bello sforzo metterli tutti insieme, non esistono altre compile così complete in spotify né dalle altre parti.
Abbiatene, dunque, chi lo desidera: eccola. Si intitola: Nineties, almost everything e così è. Ed è persino troppo grossa per incorporarla qui.
Ma, anche, chi magari si prepara ad affrontare un viaggio di più di 47 ore: problema risolto. O, in questi tempi tristolotti, almeno sentire musica: quasi due giorni ve li offriamo noi.

Grazie, dunque, ai signori M., L. e A. che con me trasformano il cosare di memoria e conoscenza musicale in pezzi veri e propri. E come dicono gli inglesi: and counting. Dai, seguiteci e condivideteci, che vogliamo diventare i più grandi compilation men dell’universo. Ne avrete godimento, prometto.

Due finezze: la compila si apre e si chiude con Drive, ovviamente due diverse, e Shaggy con Boombastic si trova in posizione 501. Ma bisogna sapere le cose.

Hertz, Vignelli e ovviamente Beck: le mappe delle metropolitane

È morto pochi giorni fa Michael Hertz, noto ai più per la sua mappa della metropolitana di New York. Quella, per intenderci, che ancora oggi viene utilizzata da chiunque in città e che, attraverso diverse revisioni, ha nel 1978 attualizzato i lavori precedenti.

I commenti sui giornali in questi giorni semplificano un po’ troppo la storia di Hertz e della sua mappa e – per chi come me apprezza questo tipo di cose – forse è il caso di puntualizzare qualche elemento della vicenda.

La costruzione della metropolitana di New York procedette in maniera abbastanza casuale e disordinata, poiché non vi fu un gestore unico per molto tempo e le concessioni venivano rilasciate a imprese diverse, al punto che – per fare un esempio – alcune tratte avevano addirittura una larghezza diversa e i convogli non potevano transitare ovunque.
La rappresentazione della rete metropolitana, dunque, risentì dei medesimi problemi fino agli anni Sessanta, quando la MTA (Metropolitan Transportation Authority) incaricò la Unimark International di lavorare al sistema di segnaletica della metropolitana di New York nel suo complesso. Il che contemplava ovviamente anche le mappe. Direttore della sede di New York della Unimark International era, per sua e nostra fortuna, Massimo Vignelli, eccellente designer, e direttore della sede milanese della stessa azienda era l’altrettanto eccellente Bob Noorda, che si era occupato dello stesso incarico per la metropolitana milanese.

Ispirandosi, appunto, al lavoro di Noorda a Milano – lavoro che è visibile, nonostante gli strazi contemporanei, e valido ancora oggi – Vignelli fece un lavoro strepitoso di ridisegno di ogni aspetto del sistema metropolitano, declinando le mappe in quattro tipologie: sistema ferroviario, mappa geografica, mappa del quartiere e mappa verbale.
La prima mappa, ovvero quella delle tratte, introdusse molte novità rispetto alle mappe tradizionali a favore di una netta geometria schematica, come per esempio le stazioni segnate con un punto, le curve a 45 e 90 gradi, i colori per le linee, l’eliminazione di molti elementi non utili alla comprensione dei percorsi, la rappresentazione iperschematica degli elementi geografici e così via. Eccola:

E nella sua prima versione, intera, in stile modernista:

Strepitosa, a partire dal font. Naturalmente, il lavoro di Vignelli si rifaceva a un altro precedente lavoro, oltre a quello di Noorda, ossia alla mappa di Harry Beck per la metropolitana di Londra, del 1931.

Accostata a Mondrian per ritmo ed eleganza, o agli schemi elettrici nelle intenzioni dell’autore, la mappa di Beck fu davvero una rivoluzione che determina ancora oggi la stesura di qualunque mappa del trasporto pubblico e non.

Vignelli, dicevo, fece un ottimo lavoro di semplificazione e rappresentazione – le sue mappe sono visibili al MoMa – ma, probabilmente, eccedette nella schematizzazione, non tanto della rete quanto della realtà circostante: infatti, la netta geometria della mappa andava a creare distorsioni geografiche che non venivano ben comprese dal pubblico. Per esempio, le stazioni – a causa delle curvature rigide delle linee – risultavano discostate rispetto alla posizione esatta, le dimensioni di Central Park non erano proporzionate ma, anzi, di molto diminuite, l’oceano e i fiumi erano rappresentanti in beige invece che in azzurro e così via. Tutti questi fattori fecero sì che il successo di tutta l’operazione fosse solo parziale.
A merito di Vignelli, a dirla tutta, bisogna sottolineare che la MTA, per questioni di costi, risparmiò sulle altre tre tipologie di mappe, complementari e necessarie nel progetto complessivo di comunicazione e informazione, ed eliminò arbitrariamente alcuni elementi da quella ferroviaria, non fece gli opportuni test con i viaggiatori prima della pubblicazione eccetera eccetera.

Un altro elemento che può aver contribuito alla mancata riuscita del lavoro di Vignelli, ma è una considerazione a posteriori, è che la semplificazione geometrica che ebbe così grande successo a Londra con Beck non funzionò in una città che è già schematica per sua natura come New York (o, meglio, Manhattan). Ma si fa per dire.
Per ovviare alla difficoltà e alle lamentele manifestate dagli utenti, nel 1978 la MTA decise di rimettere mano alla mappa della rete ed è a questo punto che entrò in gioco Hertz, adattando le intuizioni di Beck, Noorda e Vignelli alle esigenze degli utenti, di fatto rinunciando agli aspetti di design più spinti in favore di una maggiore aderenza al tessuto geografico delle zone rappresentate. Ecco il prototipo della mappa di Hertz:

Le 38 linee e le quattrocento stazioni e più trovarono quindi una collocazione più realistica e meno schematica su un territorio familiare agli utenti, incontrando le loro esigenze di utilizzo. Furono aggiunti moltissimi elementi esterni alla rete ma appartenenti ai quartieri, alle strade e alla città in generale, in modo da dettagliare il contesto. Narra la leggenda che lo studio di Hertz diede incarico al pittore e designer Nobuyuki Siraisi di percorrere tutte le linee della metropolitana a occhi chiusi per percepire meglio le curvature lungo il viaggio e poi rappresentarle correttamente. Furono naturalmente compiute delle distorsioni in favore delle zone più frequentate, Lower Manhattan e Brooklyn, ma in modo da non venire percepite dagli utenti. E fu così che nacque la mappa ancora oggi in uso:

Meno bella ed elegante di quella di Vignelli, ciò è innegabile, ma più duttile e confacente allo scopo per la quale esiste: non solo rendere agevole agli utenti l’utilizzo della metropolitana ma, anzi, incoraggiarli a prenderla mostrandone la facilità d’uso e comprensione. In particolare, ciò capitava – e ne posso ben dare testimonianza diretta – ai turisti e tutti coloro che non conoscono bene né la metropolitana né la città.
Chiaramente, Hertz non sarebbe esistito senza i suoi predecessori, come è ovvio, ma ben comprese il lavoro che andava fatto, conservando ciò che di buono già esisteva. «Mi fa sempre piacere guardare alla stazione della metro qualcuno che consulta la mia mappa. Sento di dargli una mano a orientarsi», diceva Hertz e aveva, per nostra fortuna, ragione.

gli anni Novanta in 223 canzoni

Aggiornamento alla pleilista delle canzoni degli anni Novanta iniziata ieri: ora siamo a 223, finalmente c’è anche la macarena e gli autori in ordine alfabetico sono quelli in piccolo qui sotto.
Nel frattempo, la playlist eccola qua. E cresce a vista d’occhio, grazie anche ai contributi del Signor A. e del Signor L., oltre al già citato Signor M.

2 Unlimited, 4 Non Blondes, Ace of Base, Aimee Mann, Air, Alanis Morissette, Alice In Chains, All Saints, Anggun, Ani DiFranco, Anouk, Apollo 440, Aqua, Ash, Barenaked Ladies, Basement Jaxx, Beastie Boys, Beck, Ben Folds Five, Beth Orton, Better Than Ezra, Bikini Kill, Billie Myers, Björk, Blind Melon, blink-182, Bloodhound Gang, Blur, Bran Van 3000, Britney Spears, Bryan Adams, Melanie C, Bush, Cake, Chumbawamba, Coolio, L.V., Cornershop, Corona, Counting Crows, Cowboy Junkies, Cracker, Crash Test Dummies, Crystal Waters, Daft Punk, Dave Matthews Band, Deee-Lite, Deep Blue Something, Des’ree, Destiny’s Child, Diddy, Faith Evans, 112, Dido, Double You, Eagle-Eye Cherry, Echobelly, Elastica, Embrace, Enya, Espen Lind, Everclear, Faith No More, Faithless, Fastball, Fatboy Slim, Fiona Apple, Foo Fighters, Fools Garden, Fugees, Gala, Garbage, Green Day, Guano Apes, Haddaway, Hanson, Happy Mondays, Hole, Hootie & The Blowfish, Hooverphonic, Hum, Incubus, Inspiral Carpets, Jamiroquai, Jamiroquai, Jeff Buckley, Jennifer Paige, Jewel, Joan Osborne, Joey DeLuxe, Juliana Hatfield, k.d. lang, Ké, Brian Malouf, Kula Shaker, L7, Le Tigre, Lenny Kravitz, Letters To Cleo, Lighthouse Family, Liquido, Liz Phair, Londonbeat, Los Del Mar, Lou Bega, Luscious Jackson, Lush, Macy Gray, Mark Lanegan, Massive Attack, Matchbox Twenty, Matthew Sweet, Mazzy Star, MC Hammer, Melissa Etheridge, Meredith Brooks, Midge Ure, Moby, Morcheeba, Mousse T., Hot ‘N’ Juicy, Mr. Oizo, Ms. Lauryn Hill, Mudhoney, Natalie Imbruglia, Natalie Merchant, Ned’s Atomic Dustbin, New Radicals, Nirvana, No Doubt, Noa, Oasis, Orbital, Pearl Jam, PJ Harvey, Poe, Portishead, Pras Michel, Ol’ DB, Primal Scream, Propellerheads, Shirley Bassey, Pulp, Queens of the Stone Age, Radiohead, Rage Against The Machine, Red Hot Chili Peppers, Republica, Right Said Fred, Robbie Williams, Robert Miles, Roxette, Scatman John, School Of Fish, Screaming Trees, Seal, Shaggy, Shania Twain, Shawn Colvin, Shed Seven, Sheryl Crow, Sinéad O’Connor, Sixpence None The Richer, Ska-P, Skunk Anansie, Sleater-Kinney, Sleeper, Rapino Brothers, Smash Mouth, Smoking Popes, SNAP!, Sneaker Pimps, Snow, Soul Asylum, Soundgarden, Spacehog, Spice Girls, Spin Doctors, Sponge, Stereolab, Stone Temple Pilots, Suede, Sugar Ray, Super Furry Animals, Supergrass, Suzanne Vega, Tasmin Archer, Texas, The Beautiful South, The Beloved, The Beta Band, The Black Crowes, The Bluetones, The Breeders, The Cardigans, The Charlatans, The Chemical Brothers, The Connells, The Cranberries, The Dandy Warhols, The Divine Comedy, The Goo Goo Dolls, The Lemonheads, The Notorious B.I.G., Mase, Diddy, The Offspring, The Presidents Of The United States Of America, The Prodigy, The Rembrandts, The Rentals, The Smashing Pumpkins, The Soup Dragons, The Sugarcubes, The Sundays, The Supernaturals, The Tamperer, Maya, The Verve, The Wallflowers, They Might Be Giants, Third Eye Blind, Tindersticks, TLC, Tori Amos, Tracy Bonham, Tricky, Underworld, Vanilla Ice, Veruca Salt, Weezer, Whirlpool Productions, White Town, Will Smith, Youssou N’Dour e Neneh Cherry

Aggiornamento del 20/02: siamo a 251 brani. Ecco l’elenco autori aggiornato:

2 Unlimited, 4 Non Blondes, Ace of Base, Aimee Mann, Air, Alanis Morissette, Alice In Chains, All Saints, Amparanoia, Anastacia, Anggun, Ani DiFranco, Anouk, Apollo 440, Aqua, Ash, Barenaked Ladies, Basement Jaxx, Beastie Boys, Beck, Ben Folds Five, Beth Orton, Better Than Ezra, Bikini Kill, Billie Myers, Björk, Blind Melon, blink-182, Bloodhound Gang, Blur, Bran Van 3000, Britney Spears, Bryan Adams, Melanie C, Bush, Cake, Cast, Chumbawamba, Collective Soul, Coolio, L.V., Cornershop, Corona, Counting Crows, Cowboy Junkies, Cracker, Crash Test Dummies, Crystal Waters, Daft Punk, Dave Matthews Band, Deee-Lite, Deep Blue Something, Des’ree, Destiny’s Child, Diddy, Faith Evans, 112, Dido, DJ Jazzy Jeff & The Fresh Prince, Double You, Eagle-Eye Cherry, Echobelly, Elastica, Embrace, Eminem, Enigma, Enya, Espen Lind, Everclear, Faithless, Fastball, Fatboy Slim, Fiona Apple, Foo Fighters, Fools Garden, Fugees, Gala, Garbage, Grant Lee Buffalo, Green Day, Guano Apes, Haddaway, Hanson, Happy Mondays, Heather Nova, Hole, Hootie & The Blowfish, Hooverphonic, Hum, Incubus, Inspiral Carpets, Jamiroquai, Jarabe De Palo, Jeff Buckley, Jennifer Lopez, Jennifer Paige, Jewel, Joan Osborne, Joey DeLuxe, Juliana Hatfield, k.d. lang, Ké, Brian Malouf, Kula Shaker, L7, Le Tigre, Lenny Kravitz, Letters To Cleo, Lighthouse Family, Liquido, Liz Phair, Londonbeat, Los Del Mar, Los Locos, Lou Bega, Luscious Jackson, Lush, M People, Macy Gray, Manic Street Preachers, Mansun, Manu Chao, Mark Lanegan, Massive Attack, Matchbox Twenty, Matthew Sweet, Mazzy Star, MC Hammer, Meredith Brooks, Midge Ure, Moby, Morcheeba, Mousse T., Hot ‘N’ Juicy, Mr. Oizo, Mr. President, Ms. Lauryn Hill, Mudhoney, Natalie Imbruglia, Natalie Merchant, Ned’s Atomic Dustbin, New Radicals, Nirvana, No Doubt, Noa, Oasis, Ocean Colour Scene, Orbital, Orishas, Paul Weller, Pearl Jam, PJ Harvey, Poe, Popa Chubby, Porno for Pyros, Portishead, Pras Michel, Ol’ DB, Primal Scream, Propellerheads, Shirley Bassey, Pulp, Queens of the Stone Age, Radiohead, Rage Against The Machine, Red Hot Chili Peppers, Republica, Ricky Martin, Right Said Fred, Robbie Williams, Robert Miles, Scatman John, School Of Fish, Screaming Trees, Seal, Shaggy, Shane MacGowan, The Popes, Shania Twain, Shannon Curfman, Shawn Colvin, Shed Seven, Sheryl Crow, Sinéad O’Connor, Sixpence None The Richer, Ska-P, Skunk Anansie, Sleater-Kinney, Sleeper, Rapino Brothers, Smash Mouth, Smoking Popes, SNAP!, Sneaker Pimps, Snow, Soul Asylum, Soundgarden, Spacehog, Spice Girls, Spin Doctors, Sponge, Stereolab, Stone Temple Pilots, Suede, Sugar Ray, Super Furry Animals, Superdrag, Supergrass, Suzanne Vega, Tasmin Archer, Teenage Fanclub, Texas, The Beautiful South, The Beloved, The Beta Band, The Black Crowes, The Bluetones, The Breeders, The Cardigans, The Charlatans, The Chemical Brothers, The Connells, The Cranberries, The Dandy Warhols, The Divine Comedy, The Goo Goo Dolls, The Lemonheads, The Notorious B.I.G., Mase, Diddy, The Offspring, The Presidents Of The United States Of America, The Prodigy, The Rembrandts, The Rentals, The Seahorses, The Smashing Pumpkins, The Soup Dragons, The Sundays, The Supernaturals, The Tamperer, Maya, The Verve, The Wallflowers, Third Eye Blind, Tindersticks, TLC, Tori Amos, Tracy Bonham, Tricky, Underworld, Vanilla Ice, Vengaboys, Veruca Salt, Weezer, Whirlpool Productions, White Town, Wilco, Will Smith, Youssou N’Dour, Neneh Cherry, Zebda.

gli anni Novanta in 197 canzoni

Sarà che la musica dei propri vent’anni la si ascolta sempre con godimento e nostalgia ma nel mio caso, come nel caso di tutti quelli che nei Novanta avevano vent’anni, la musica era davvero eccezionale. Nel senso: uscivano dischi ogni mese perlopiù strepitosi, per dire un fatto noto il 14 agosto 1995 uscirono insieme Roll With It degli Oasis e Country House dei Blur. E quell’anno, sempre per fare un esempio, uscirono Jagged Little Pill di Alanis Morissette, Tragic Kingdom dei No Doubt, Post di Bjork, Mellon Collie And The Infinite Sadness degli Smashing Pumpkins, i Foo Fighters e gli Alice in Chains con gli album omonimi, Different class dei Pulp, To bring you my love di PJ Harvey e potrei andare avanti per molto.
Per fortuna.

Allora mi sono detto: perché non farne una pleilista e condividere il piacere con gli sconosciuti? Perché non far commuovere anche loro all’ascolto di canzoni dimenticate per vent’anni? Pronti (avevo già fatto qualcosina in questo senso). Grazie al prezioso aiuto del Signor M. abbiamo messo insieme centonovantasette canzoni degne (finora, perché si va avanti) seguendo alcune semplici regole che ci siamo dati:

  • una sola canzone per autore/gruppo (una eccezione), di solito quella che ebbe più successo (due o tre eccezioni perché qualcuna ha davvero rotto);
  • gli anni Novanta vanno dal 1990 al 1999 (non derogabile);
  • si include chi ha cominciato a pubblicare musica nei Novanta e fa parte del periodo, non chi ha cominciato prima e ha suonato anche in quegli anni (secondo regola, Tracy Chapman e Guns ‘n’ roses non ci sono, per dirne due evidenti);
  • poche boyband, questa non è un’enciclopedia della musica, è già molto aver messo Robbie Williams da solista;
  • nessun genere è precluso (in teoria);
  • è la mia (nostra) pleilista e facciamo un po’ come ci pare.

Bene, facciamola breve, eccola qua. La incorporo anche qua sotto ma spozzifai, per scelta aziendale mah, permette la modesta riproduzione di soli cento brani, come si può vedere. Consiglio di cliccare sul link e di ascoltarsela comodamente dal sito o via app o che ne so io.

Poi, per dare un po’ di dettaglio, ecco in ordine alfabetico chi, al momento, c’è (vorrei far notare la finezza per cui la pleilista si apre con Drive e si chiude uguale).

4 Non Blondes, Ace of Base, Aimee Mann, Air, Alanis Morissette, Alice In Chains, All Saints, Ani DiFranco, Anouk, Apollo 440, Aqua, Ash, Barenaked Ladies, Beastie Boys, Beck, Ben Folds Five, Beth Orton, Better Than Ezra, Bikini Kill, Billie Myers, Björk, Blind Melon, Bloodhound Gang, Blur, Britney Spears, Bryan Adams, Melanie C, Bush, Cake, Chumbawamba, Coolio, L.V., Cornershop, Corona, Counting Crows, Cowboy Junkies, Cracker, Crash Test Dummies, Daft Punk, Dave Matthews Band, Deep Blue Something, Des’ree, Dido, Eagle-Eye Cherry, Echobelly, Elastica, Embrace, Enya, Everclear, Faith No More, Faithless, Fastball, Fatboy Slim, Fiona Apple, Foo Fighters, Fools Garden, Fugees, Gala, Garbage, Green Day, Guano Apes, Hanson, Happy Mondays, Hole, Hootie & The Blowfish, Hooverphonic, Incubus, Inspiral Carpets, Jamiroquai, Jamiroquai, Jeff Buckley, Jewel, Joan Osborne, Joey DeLuxe, Juliana Hatfield, k.d. lang, Ké, Brian Malouf, Kula Shaker, L7, Le Tigre, Lenny Kravitz, Letters To Cleo, Lighthouse Family, Liquido, Liz Phair, Luscious Jackson, Macy Gray, Mark Lanegan, Massive Attack, Matchbox Twenty, Matthew Sweet, Mazzy Star, MC Hammer, Melissa Etheridge, Meredith Brooks, Metallica, Midge Ure, Moby, Morcheeba, Ms. Lauryn Hill, Mudhoney, Natalie Imbruglia, Natalie Merchant, Ned’s Atomic Dustbin, New Radicals, Nirvana, No Doubt, Oasis, Orbital, Pearl Jam, PJ Harvey, Poe, Portishead, Primal Scream, Primus, Propellerheads, Shirley Bassey, Pulp, Queens of the Stone Age, R.E.M., Radiohead, Rage Against The Machine, Red Hot Chili Peppers, Republica, Robbie Williams, Robert Miles, Roxette, Scatman John, School Of Fish, Screaming Trees, Seal, Shaggy, Shania Twain, Shawn Colvin, Shed Seven, Sheryl Crow, Sinéad O’Connor, Sixpence None The Richer, Ska-P, Skunk Anansie, Sleater-Kinney, Sleeper, Rapino Brothers, Smash Mouth, Smoking Popes, Sneaker Pimps, Soul Asylum, Soundgarden, Spacehog, Spice Girls, Spin Doctors, Sponge, Stereolab, Suede, Sugar Ray, Super Furry Animals, Supergrass, Suzanne Vega, Texas, The Beautiful South, The Beloved, The Beta Band, The Black Crowes, The Bluetones, The Breeders, The Cardigans, The Charlatans, The Chemical Brothers, The Connells, The Cranberries, The Dandy Warhols, The Divine Comedy, The Goo Goo Dolls, The Lemonheads, The Notorious B.I.G., Mase, Diddy, The Offspring, The Presidents Of The United States Of America, The Prodigy, The Rembrandts, The Rentals, The Smashing Pumpkins, The Soup Dragons, The Sugarcubes, The Sundays, The Supernaturals, The Verve, The Wallflowers, They Might Be Giants, Third Eye Blind, Tindersticks, TLC, Tori Amos, Tracy Bonham, Tricky, Underworld, Vanilla Ice, Veruca Salt, Weezer, White Town, Will Smith, Youssou N’Dour e Neneh Cherry

Ne mancano ancora (l’inno di Forza Italia, per esempio), lo sappiamo, li aggiungeremo, ci sarà anche qualche errore, ogni suggerimento è gradito. Se questa bella compila vende almeno un milione di copie, poi facciamo anche quella italiana (Vivo in vacanza da una vita / (Perché no) Tra una discesa e una salita) ma solo se arrivano molti soldi.
Gli apprezzamenti sono ancor più graditi, gli inseguimenti su spozzifai pure, perché – non è superbia è realtà – non si tratta di un lavoro dilettantesco: menti, conoscenza, esperienza e tempo sono sul tavolo. Provare per credere.
Sono quasi quattordici ore, al momento. Buon divertimento, se vi piace ditelo, per favore.

laccanzone del giorno: Peter Gabriel, ‘Modern Love’

Dopo l’uscita dai Genesis, Peter Gabriel pubblicò quattro dischi in cinque anni, tutti parecchio belli. Poiché sono tutti senza titolo, li si chiama convenzionalmente «I, II, III» e «IV» o, per gli appassionati, rispettivamente «Car, Scratch, Melt» e «Security» dalle immagini in copertina.
Dal primo album, «Car», del 1977, che per inciso è molto bello, uno dei pezzi che preferisco è «Modern Love».

È un disco pieno di ottimi pezzi, cito soltanto «Solsbury Hill» e «Here Comes the Flood» per far capire il livello, ma «Modern Love» per me è sempre spiccata tra gli altri. Non per il video, che dev’essere stato girato su una scala mobile a Shepherd’s Bush ed è di difficile comprensione (ma allora i videi si giravano in questo modo) e, pur concedendo tutto alla voglia di Gabriel di travestirsi, la tuta da motociclista e la maschera da fioretto sono davvero curiose scelte. Ma non importa, conta la musica e quella c’è, eccome.
Poi arrivò «So», disco notevole, e la trilogia di dischi intitolati con una sola sillaba e, insieme, una nuova fase della carriera di Gabriel. Ma i primi per me restano i più belli, più artigianali e più familiari (faccio per dire, Gabriel è uno che la produzione la fa e la sa fare eccome). Vualà.
I fly off to Rome to my prima bella / She leaves me in the rain with telescopic umbrella / Ooh the pain – Modern love can be a strain.

Trostfar, gentilmente, raccoglie tutte leccanzoni in una pleilista comoda comoda su spozzifai, per chi desidera. Grazie.