196

Cassandra De Pecol, una ragazzona di ventisette anni, si è inventata Expedition 196, ovvero un progetto sponsorizzato per visitare tutti i paesi del mondo (da cui il 196, appunto) in un anno o poco più. Al 12 di novembre ne ha visitati 181 e credo le manchi poco per essere non solo la più veloce ma anche la più giovane viaggiatrice che è stata in tutti i paesi.
È palesemente un modo di stare sui mezzi di trasporto e di visitare le attrazioni del mondo, non di viaggiare; qui sotto l’itinerario che sta seguendo.

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Il costo dell’operazione pare sia circa duecentomila dollari, nemmeno così tanto a pensarci bene, forniti da sponsors vari e il tutto sotto l’egida dell’International Institute for Peace Through Tourism, che ammetto che mi era finora sconosciuto.
Anche i centonovantasei paesi del mondo mi erano più o meno sconosciuti, nel senso che avrei saputo elencarne tra i diciassette e i ventidue, ma per fortuna esistono gli elenchi. Eccone uno esaustivo con i centonovantasei paesi del mondo in ordine alfabetico:

Afghanistan, Albania, Algeria, Andorra, Angola, Antigua & Barbuda, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Azerbaijan, Bahamas, Bahrain, Bangladesh, Barbados, Belarus, Belgium, Belize, Benin, Bhutan, Bolivia, Bosnia and Herzegovina, Botswana, Brazil, Brunei, Bulgaria, Burkina Faso, Burundi, Cambodia, Cameroon, Canada, Cape Verde, Central African Republic, Chad, Chile, China, Colombia, Comoros, Costa Rica, Croatia, Cuba, Cyprus, Czech Republic, Democratic Republic of the Congo, Denmark, Djibouti, Dominica, Dominican Republic, East Timor, Ecuador, Egypt, El Salvador, Equatorial Guinea, Eritrea, Estonia, Ethiopia, Federated States of Micronesia, Fiji, Finland, France, Gabon, Gambia, Georgia, Germany, Ghana, Greece, Grenada, Guatemala, Guinea, Guinea-Bissau, Guyana, Haiti, Honduras, Hungary, Iceland, India, Indonesia, Iran, Iraq, Ireland, Israel, Italy, Ivory Coast, Jamaica, Japan, Jordan, Kazakhstan, Kenya, Kiribati, Kosovo, Kuwait, Kyrgyzstan, Laos, Latvia, Lebanon, Lesotho, Liberia, Libya, Liechtenstein, Lithuania, Luxembourg, Macedonia, Madagascar, Malawi, Malaysia, Maldives, Mali, Malta, Marshall Islands, Mauritania, Mauritius, Mexico, Moldova, Monaco, Mongolia, Montenegro, Morocco, Mozambique, Myanmar, Namibia, Nauru, Nepal, Netherlands, New Zealand, Nicaragua, Niger, Nigeria, North Korea, Norway, Oman, Pakistan, Palau, Palestine, Panama, Papua New Guinea, Paraguay, Peru, Phillipines, Poland, Portugal, Qatar, Republic of the Congo, Romania, Russia, Rwanda, Samoa, San Marino, São Tomé and Príncipe, Saudi Arabia, Senegal, Serbia, Seychelles, Sierra Leone, Singapore, Slovakia, Slovenia, Solomon Islands, Somalia, South Africa, South Korea, South Sudan, Spain, Sri Lanka, St. Kitts and Nevis, St. Lucia, St. Vincent & The Grenadines, Sudan, Suriname, Swaziland, Sweden, Switzerland, Syria, Taiwan, Tanzania, Thailand, Togo, Tonga, Trinidad & Tobago, Tunisia, Turkey, Turkmenistan, Tuvalu, Uganda, Ukraine, United Arab Emirates, United Kingdom, United States, Uruguay, Uzbekistan, Vanuatu, Vatican City, Venezuela, Vietnam, Yemen, Zambia, Zimbabwe

Facendo due conti, io sono a quaranta, circa, Vaticano più Vaticano meno. Su comoda mappetta viene una cosa così:

Dal che si evince chiaramente che sono un europeo. E che ho viaggiato meno della regina Elisabetta II, ecco i suoi (le zone più scure indicano visite plurime):

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196 sono gli Stati sovrani riconosciuti a livello internazionale, ovvero quelli dell’elenco qui sopra. Poi ci sono cinque Stati con riconoscimento parziale o minoritario: l’Abcasia (riconosciuta da 6 stati membri ONU: la Russia, il Nicaragua, il Venezuela, Nauru, Vanuatu e Tuvalu); Cipro del Nord (riconosciuto solo dalla Turchia); il Kosovo (riconosciuto da 115 stati membri ONU più Taiwan e il Sovrano Militare Ordine di Malta); l’Ossezia del Sud (riconosciuta da 5 stati membri ONU: la Russia, il Nicaragua, il Venezuela, Nauru e Tuvalu); la Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi (riconosciuta da 84 stati membri ONU).

Poi, e sono quelli che preferisco, ci sono cinque Stati senza nessun riconoscimento: la Repubblica Popolare di Doneck (riconosciuta solo dall’Ossezia del Sud); la Repubblica Popolare di Lugansk (riconosciuta solo dall’Ossezia del Sud); il Nagorno Karabakh (riconosciuto solo da Abcasia, Ossezia del Sud e Transnistria); il Somaliland; e infine la Transnistria (riconosciuta solo da Abcasia ed Ossezia del Sud). L’Ossezia del Sud, a sua volta semi-riconosciuta, ha un ruolo importantissimo in tutto questo.

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