almanacco dei sette giorni, per pfizerizzare (21.19)

✘ Campione del mondo. Andreotti è stato complessivamente al governo per 35 anni e 7 mesi. Ovvero come presidente del consiglio, ministro o sottosegretario. Certo, aver militato in un partito che è stato al governo ininterrottamente quasi cinquant’anni è prerequisito necessario ma ciò non toglie nulla alla performance da record. Per i paesi democratici, s’intende.

☀ Sally Buzbee è la nuova direttrice del Washington Post. Prima, dopo 144 anni di esistenza del giornale. E parliamo di un giornale grosso, non di foglietti locali, mezzo milione di copie al giorno. Bene.

✘ Sempre pessimi. Liberi e Uguali, Partito Democratico, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e +Europa hanno presentato a marzo un testo unificato per inserire la tutela dell’ambiente e degli animali nella Costituzione, modificando gli articoli 9, 41 e 117. Facendola molto molto breve e per fare un esempio, all’articolo 9 verrebbe aggiunto il seguente comma: «Tutela l’ambiente e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni; protegge la biodiversità e gli animali». Voglio dire, sensato, no? No. Non per tutti. La Lega ha presentato quasi 250 mila emendamenti – sì, il numero è giusto – e la cosa è ancora arenata. Perché? Per la caccia, quella cosa iperanacronistica per cui degli ottantenni rinciuliti vanno in giro con fucili carichi sparandosi troppo raramente tra di loro. Oltre a tutto, la cosa è ancor più schifosa perché l’artefice del numero insensato di emendamenti è anche stavolta Calderoli, noto per essersi fatto fare un programmino che genera automaticamente emendamenti, «si cambia una parola, un articolo, un numero, e il giochino è fatto». Bravo, molto, lui e i suoi compari. Nessuna compassione per chi li ha votati o li voterà, da parte mia.

☀ Dice Henry David Thoreau in Walden ovvero Vita nei boschi: «Il costo di una cosa è la quantità di quella che io chiamerò vita che, subito o a lungo andare, bisogna dare in cambio per ottenere quella cosa stessa». Per me, un concetto inciso su ogni muro di ogni mia casa. A parte consigliare il libro a chi è sensibile al tema, segnalo un interessante articolo di Arthur C. Brooks tradotto da Internazionale: “I modi migliori per sprecare il tempo“.

✘✘✘ Cose schifose: i giornali che sparano titoli per fare clickbaiting, poi ovviamente niente di che ma intanto la confusione e l’isteria restano sempre a livello di guardia. Poi, furbaccini, modificano i titoli così da non lasciare tracce troppo evidenti e la notizia si dissolve. Uno dovrebbe passare il tempo a fare screenshots. Questa settimana si segnalano: il razzo cinese che cadrà in Italia sulle nostre teste (caduto a un milione di chilometri e si sapeva); il reattore di Chernobyl che si è riacceso (balla, è sempre stato acceso e quasi per sempre lo sarà, sta solo facendo un po’ su e un po’ giù e non c’è da preoccuparsi); solenni cretinate come il “bacio non consensuale di Biancaneve”, che è tutta fuffa e viene da una piccola nota di una tizia negli Stati Uniti. C’è anche il problema del flusso ininterrotto di notizie, mediamente scadenti peraltro, che crea e creerà non pochi problemi. «La maggior parte di noi non capisce ancora che le news stanno alla mente come lo zucchero sta al corpo» scriveva Rolf Dobelli, autore di Smetti di leggere le notizie, Il Saggiatore.

✘ Ecco il nuovo progetto per piazzale Loreto, in vista delle Olimpiadi. Io dico che un rimando allo storico distributore andrebbe messo, ne vorrei avere cara memoria.

◼ Secondo il critico inglese Terry Eagleton, il comico si può riassumere in tre grandi insiemi: ci fa ridere ciò che rovescia le regole che ci diamo; deridiamo ciò che consideriamo inferiore; l’umorismo fondato sulla rivelazione di incongruenze. E lo dice nel suo libro Breve storia della risata, Il Saggiatore. Ora lo leggo per vedere dove sta la buccia di banana che tanto mi fa ridere.

☀ Proposta interessante: la Pinacoteca di Brera ha ricevuto l’autorizzazione del ministero a non emettere più biglietti ma la BreraCARD, una tessera che, allo stesso prezzo, permette ai visitatori di diventare soci e sostenitori del museo. La validità è di tre mesi e permette in questo periodo di entrare tutte le volte che si vuole. Mica male, sotto molti aspetti, ci vedo qualche spiraglio di futuro nel settore.

✘ Aspetto di vedere il primo. Questo è un gadget di grande bellezza e raffinatezza che in America ha ricevuto una certa diffusione tra le donne divorziate, cui è rivolto. Il messaggio dovrebbe essere abbastanza chiaro, direi, e fa riferimento agli ex-mariti. Poi i maschi, come spesso accade, hanno equivocato e ne hanno comprati per diciassette milioni di dollari, attaccandoli alle proprie auto. Ecco, dicevo, aspetto di vedere il primo da noi. Perché arriva.

✘ E anche Clubhouse è andato. Se qualcuno mi telefonasse prima, avrei potuto dirlo facilmente. Quel che non capisco è come si possa vivere esprimendo sproporzionati entusiasmi che durano il volo d’un niente, di una iscrizione di massa e di un’amnesia poi ugualmente diffusa. Mi sfugge proprio ma è una cosa che noto dappertutto.

Settimana piena, come detto, di titoli idioti in attesa del razzo cinese, tutto sommato però non male, la stretta si allenta e i risultati combinati di vaccinazioni e clima più favorevoli si fanno sentire. Possiamo indossare vestiti foderati di cauto ottimismo, direi. In attesa del prossimo carico di minchiatone, perché quando cala la pandemia riemerge Salvini, è un fatto. Purtroppo.


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