sportivoni maschioni

Nello sport, di questi tempi, bisogna far finta che accada per caso e cogliere tutte le occasioni che si presentano.

Briante Weber dei Los Angeles Lakers e Emmanuel Mudiay dei Denver Nuggets, 4 ottobre, Citizens Business Bank Arena di Ontario, California (Jayne Kamin-Oncea-USA TODAY Sports/LaPresse)

Harlee Dean del Brentford e Craig Conway dei Blackburn Rovers, Sky Bet Championship, Brentford, Inghilterra, 7 maggio (Justin Setterfield/Getty Images)

Uomini duri.

corso minimo di genitivo polacco per poter apprezzare i Deep Purple

Per formare il genitivo singolare, il polacco aggiunge una desinenza in fondo, a seconda si tratti di un sostantivo o di un aggettivo. Nel caso del sostantivo singolare, qualora sia maschile e animato la desinenza da aggiungere è -a, -a/u nel caso in cui sia invece inanimato; qualora il sostantivo sia femminile o neutro, la desinenza sarà -y/i (se il nome finisce con -k, con -g o con -j) o -a.
Tutto ciò genera dei buffi effetti per noi italiani, come per esempio piazza Wagner che diventa, effetto asilo, Wagnera. Insomma, tutta ’sta sbrodolatina per presentare finalmente il memorial polacco dedicato all’indimenticabile tastierista dei Deep Purple, Jon Lord.

La elle col taglietto, al momento, non so bene come affrontarla. Più avanti, magari.

«Impossibile trovare l’elemento»: come windows non fa cancellare cartelle o files e come l’abbiamo gabbato (dopo anni)

Omioddio, questa cosa la devo scrivere perché è troppo preziosa per non condividerla con tuslemond.
Parliamo di windows, di quelle cartelle (o files) che per ragioni note solo a windows stesso è impossibile cancellare perché, dice il sistema, è «Impossibile trovare l’elemento». Bella merda, poi uno sta anni con queste cartelle (o files) – che ’sto pistola di sistema invece fa rinominare e non cancellare va a sapere te perché – piazzate da qualche parte senza poterle eliminare. Niente da riga di comando, niente con unlockers o sbrinatori vari, niente nemmeno pregando Ganesh.
Eppure.

Eppure si può. Ed è pure semplice.
Ecco come: basta avere winrar, tasto destro sulla cartella/file, selezionare il comando “Aggiungi ad un archivio…” e nella finestra delle opzioni spuntare la voce “Elimina i file dopo l’archiviazione”, come da freccina qua sotto nell’immagine.

Fatto. Lo so, anche io ci sono rimasto secco. E ho ancora il batticuore per l’emozione.
Funziona anche con 7zip, medesimo procedimento. Anni sprecati nella più ampia sofferenza di fronte a quelle cartelle e ora non ci sono più. Piango lagrime di gioja.
Un ringraziamento deferente a questi signori che mi hanno indicato la via: servo vostro, per sempre.

Aggiornamento delle 9:50
Vedi le coincidenze, stamattina mi trovo a lottare contro un file che per una qualche ragione (client del cloud, fanculo) contiene un carattere proibito (/) nel nome. Windows, di conseguenza, non cancella e non rinomina, a causa sempre del fatto che è «Impossibile trovare l’elemento». Il metodo winrar qui sopra non funziona (a causa del carattere che viene interpretato come percorso) e nemmeno da prompt (rd nomecartella /s) sono riuscito a fare nulla.
In questo caso ho risolto utilizzando lo strumento “Controllo errori” su disco di windows, che è riuscito da solo a normalizzare il nome e rendere, quindi, il file cancellabile. Ecco, sempre in caso servisse a qualcuno.

accidentally W.A.

La biblioteca di scienze della città di Görlitz è un posto molto affascinante, non solo per la simmetria e la prospettiva.

È uno di quei luoghi che, esteticamente, paiono un set perfetto per un film di Wes Anderson. Ce ne sono molti altri, uno particolarmente interessante è l’Hotel-Restaurant Belvédère al Furkapass.

Bellissimo. Non è un caso che abbia iniziato con Görlitz: nella città tedesca al confine con la Polonia è stato girato Grand Budapest Hotel, tutto torna in qualche modo.
Qualcuno (accidentallywesanderson), condividendo questo tipo di curiosità, si è messo a raccogliere immagini di luoghi che potrebbero, nel senso che non lo sono stati ma che avrebbero potuto, essere dei magnifici scenari per film di Anderson. E sono bellissimi da vedere, uno a uno, perché in effetti l’estetica di W.A. è davvero notevole e molto molto piacevole da guardare.

il nonno che racconta le cose in fondo al tavolo (e che tutti ascoltano con grande attenzione)

Scalfari, padre eterno della Repubblica e leader eterno del giornale (fine delle prese per il culo, c’è già chi ci pensa abbondantemente), dopo numerosi editoriali chilometrici è passato a un livello superiore: l’intervista a sé stesso, in cui spazia tra gli argomenti più disparati.

Va bene, in fondo è libero di far quel che vuole e di vessare i suoi giornalisti finché non lo mettono su un Intercity che va lontano, e io sono parimenti libero di non leggerlo. Cosa che infatti non ho fatto, ho solo individuato un passaggio che mi interessa. Eccolo (Z è Zurlino, l’intervistatore sé stesso, E è ovviamente il grande Eugenio scritto tutto con il suo proprio font):

Z: E il rock?
E: Per me non esiste. È solo ritmo senza alcuna melodia. Nella vera musica jazz c’è il ritmo, volume del suono, melodia. È musica, una parte della grande musica. Ma poi c’è una musica completamente diversa e di grande e più elevata importanza, operistica e sinfonica. I grandi di questa Musica sono a volte compositori, a volte direttori d’orchestra, cantanti e specialisti di vari strumenti detti appunto “solisti” e voci di diverso volume femminile e maschile. Ognuna di queste figure compone la grande Musica e naturalmente con essi e anzi prima di essi ci sono compositori dei testi musicali, Rossini, Donizetti, Verdi, Puccini, Bellini.

D’accordo, ha detto «per me», ma la frase dopo è lapidaria, troppo, abbiamo litigato per molto meno. Ti lascio ai tuoi ponteggi soliloquosi e mi riprendo per me il rock, tutto, alla facciazza tua.