Giove (dal latino Iovem, accusativo di Iuppiter) è il quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e il più grande di tutto il sistema planetario: la sua massa corrisponde a due volte e mezzo la somma di quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme. È classificato, al pari di Saturno, Urano e Nettuno, come gigante gassoso.
Questi avrebbero i numeri per surclassare quasi tutte le band inglesi degli ultimi vent’anni, tipo Kaiser Chiefs, Maxïmo Park, Supergrass, Franz Ferdinand, per dirne alcune che piacciono a me. Purtroppo sono pazzi.
Pazzi nel senso di inglesi, irregolari e incostanti: il penultimo album, per dire, è tutto a cappella. Ma The Chaos, santoddio, quello sì che era un disco. Sono i Futureheads, band di Sunderland, quattro dischi in vent’anni, poco seguito fuori dall’Inghilterra ma immagino largo successo nelle loro zone, una propensione al divertimento musicale (cito una cover di Hounds of love di Kate Bush) e grandi qualità come band. Laccanzone di oggi è Struck dumb, un classico che ben esemplifica ciò che fanno, dal disco che preferisco e che consiglio, The Chaos, appunto. Ma tra i singoli potrei citarne molti, tra cui The Beginning of the Twist, Ever Fallen in Love (With Someone You Shouldn’t’ve)?, Good night out e così via. Non so, qualcuno viene il 15 dicembre a Manchester?
Il racconto di un’ascensione sulle Alpi, dall’alba al tramonto per undici ore, è Una sinfonia alpina di Strauss: poema sinfonico di circa cinquanta minuti, è noto per il gran numero di musicisti richiesti per l’orchestra ovvero, secondo le indicazioni di Strauss, trenta violini, otto corni, dodici viole, dieci violoncelli, quattro fagotti e così via per arrivare a un totale di centoventicinque. Nonostante la difficoltà pratiche dell’esecuzione, la sinfonia ha avuto sempre un buon successo, fin dalla prima del 1915 dello stesso Strauss (che ne fece anche la prima registrazione nel 1941) e ha visto cimentarsi molti dei maggiori direttori d’orchestra, come Böhm, Mehta, Kempe, Solti, von Karajan, Previn e così via.
Qui l’intera sinfonia nella versione di von Karajan. Ora: ci sono alcuni che ritengono Una sinfonia alpina una brutta opera, altri la trovano noiosa, altri ancora tremenda («di rara bruttezza» dice Baricco); a molti piace, diciamo che è piuttosto popolare, e sarà probabilmente questo il motivo che spinse la Sony e la Philips a scegliere proprio questa sinfonia, nella versione di von Karajan con i Berliner, per la stampa del primo cd commerciale della storia, il 17 agosto 1982 in una fabbrica della Philips ad Hannover. Il primo album pop stampato su cd fu invece The Visitors degli ABBA ma il primo commercializzato fu 52nd Street di Billy Joel, sul mercato giapponese. Bel disco, peraltro.
Mmm, dove andare in vacanza quest’estate? Mah, i paesi baltici? Qualche deserto di sale sudamericano? Qualche città del sud-est asiatico? Vorrei un posto dove davvero non sia stato nessuno, un posto di moda ma del quale non ci siano storie di instagram. Ancora. Ecco il posto ed ecco la guida, appena appena uscita.
Guida non esaustiva – sono seicento pagine nell’edizione italiana, meno della Spagna che è in due volumi – ma utilissima per avere un’idea generale di cosa vedere e cosa no, scritta in collaborazione con la NASA (o, meglio, utilizzandone i dati), è senz’altro necessaria per conoscere la gravità del villaggio vacanze dove avete prenotato e per non sbagliare la destinazione e trovarsi, maledizione!, su un pianeta gassoso sul quale non si sa nemmeno bene dove stare.
Universodi Oliver Berry, Mark A. Garlick, MacKenzie MacBride, EDT , 2019. In libreria, di solito non si trova sotto la ‘u’. Anche la guida Mondo è da avere, secondo me, unitamente alla Dove quando.
In tema con la serata, vale la pena di riparlare di Taffo. Agenzia di pompe funebri, romana, nota per l’autoironia e il marketing non tradizionale, il cui nome era circolato in rete per Magari muori, il pezzo cantato da Romina Falconi: goditi la vita che poi magari muori era il messaggio, che poi domani sei in un fosso. Giusto.
Ma Taffo, e bisogna dargliene merito e io desidero farlo, si occupa spesso anche di politica, trasmettendo un messaggio di tolleranza progressista che io apprezzo. Il più chiaro e coraggioso:
Tra le comunicazioni in ambito politico relative all’attualità, segnalo:
Non meno belli sono gli accenni a fenomeni sociali come gli anti-vax, peste li colga, i terrapiattisti, vabbè, a utilizzi stolti di app russe di dubbia provenienza e alla critica sociale allo sfruttamento del capitalismo.
Infine, le tre che a me piacciono di più. La prima, in tema semi-odierno:
La seconda, sulla caducità del…
E la terza, migliore di tutte, ricorda una gran verità.
Mappe. Belle, in generale, perchè astrazione e reinvenzione dello spazio – e del tempo, spesso – e fatte di mille scelte in aggiunta o in sottrazione che se uno non ci pensa compiutamente non ci arriva proprio. E che belle anche quelle stupidine, eccone alcune che non sto a spiegare: o si capiscono o niente, pazienza, un’altra volta.
E anche stavolta è arrivata l’ora-qualcosa per cui fa buio presto.
Quest’anno la sento meno. Di sicuro, sarà l’ultima di sempre, perché a partire dall’anno prossimo non si cambierà più, qualsiasi cosa l’Italia scelga. E, in questo caso, è un altro, enorme segno di debolezza dell’Europa disunita. Male.
Non male ma si poteva fare meglio, sbagliandole tutte. Se pargheggi male, ti rimorzio l’auto, ocio.
facciamo 'sta cosa
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