Finalmente un governo che lavora sulle priorità. Cambiamento climatico? Guerra? Energie? Inflazione? Legge finanziaria? Disoccupazione? Mentre in Germania per rispondere alla crisi inventano il biglietto per tutti i trasporti brevi e medi a 49 euro al mese e inseriscono per davvero il tetto al prezzo dell’energia, da noi si lavora alacremente sui contanti a pioggia e i rave parties. E allora giù di pene e penali per «l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati», accludendo pure il diritto di intercettare le comunicazioni dei sediziosi. Finalmente, dico io, ora sì che sarà impossibile radunarsi a Predappio e inneggiare al pelatone. Bravo governo.
Poi se ne accorgono anche loro, bisogna «tipizzare la fattispecie» dei rave parties, se no saltano le manifestazioni dei «nostalgici», come li chiamano loro. A domanda, la risposta del ministro: «eh, ma Predappio c’è da anni». Beh, certo, tutto chiaro. E anche le intercettazioni non vanno bene, troppo larghe le maglie. Ma non erano i liberali, quelli? E garantisti, tipo Nordio? Se le risposte in velocità sono queste, allora signori miei prendetevi pure tutto il tempo che serve. Con calma.
nemici
ci aspettavamo qualcosa di diverso dalla destra al governo? No. S’apra il dibattito
Una valangata di sottosegretari, chiudere gli occhi su Rauti alla difesa, Borgonzoni quella dei no libri in tre anni e dei confini ballerini ovviamente alla cultura, te pareva?, col suo degno compare capra, per non parlare di tutti quelli che ancora non conosco e che si riveleranno di certo peggio.
Peccato per un tizio, tal Giuseppe Mangialavori, che avrei messo ovviamente al Lavoro e politiche sociali. Peccato, proprio.

my name is Giorgia, but everybody calls me Giorgio
Ed ecco la nota ufficiale, anzi il nota ufficiale de il signor Meloni presidente.

Quisquilie? Sì, beh, considerando che si tratta di un participio presente, quindi comodo, appellarla «la presidente» più che una questione di genere sarebbe una questione di grammatica.
Ma tant’è. Prometto che sei mai verrò eletto a quella carica, io piglierò il femminile e sarò «la presidente». Giuro.
tocca discutere a ogni cappuccino, adesso
La frase di Meloni durante il discorso alla Camera: «Non disturbare chi vuole fare: sarà il nostro motto, basta con la caccia al gettito» è chiarissima e chi doveva capire ha ampiamente capito. D’altronde, gli scontrini avevano cominciato a sparire già dal 26 settembre, notato?
ma benedetti ragazzi, ancora?
Per esser precisini, il cognato è il «fratello, o sorella, del coniuge, o coniuge del fratello o della sorella» e mi attengo a questo significato in senso stretto. Orbene, il ruolo del cognato nella politica italiana non solo non è stato indagato a sufficienza ma nemmeno se ne tengono in giusto conto le pericolose implicazioni. Spesso, infatti, è il cognato, familiare in senso largo ma non così tanto, a contribuire alle difficoltà del capo, agendo con troppa disinvoltura perché si ritiene al limite dell’impunità, e qui vorrei citare i poco luminosi casi di Galeazzo Ciano per Mussolini e di Paolo Pillitteri per Craxi. Oppure, il cognato è dedito ad attività proprie ma approfitta lo stesso del potere familiare e porta alla rovina la sua stessa fonte di ricchezza, come nel caso di Gianfranco Fini, del cognato e della casa di Montecarlo. E non solo, perché nella vicenda dei camici sanitari che coinvolge il governatore lombardo Attilio Fontana è, ovviamente a questo punto, implicato il cognato. Facile immaginare che nei pranzi domenicali, tra un discorso familiare e uno no, si presentino cospicue occasioni di collaborazione, idee brillanti, suggerimenti e anticipazioni dei fatti venturi.
Ora. Il neoministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, è guarda te il cognato de IL presidente Meloni, avendone sposata la sorella. Niente di rilevante, per carità, ma la storia recente e il senso di opportunità avrebbero sconsigliato tale nomina, familiare e troppo vicina. Non succederà nulla, sarà anzi ragione per stare maggiormente accorti, ma se accadrà io dal mio davanzalino non potrò che farmi una bella risata, poi innervosirmi e poi dire l’immancabile frase: io però ve l’avevo detto.
vaccinazioni: già in vacca così in fretta?
Settimane fa avevo facilmente pronosticato problemi sul fronte vaccinazioni, vuoi perché il governo entrante ammicca senza esitazioni agli insofferenti alle vaccinazioni, vuoi perché dal punto di vista organizzativo sembrano abbastanza sprovveduti. Ma davvero non pensavo così in fretta.
Stamane provo a prenotarmi per la quarta dose, lato lombardo, gli unici vincoli sono aver più di dodici anni, ci sono, e che siano passati più di centoventi giorni dalla terza, ci sono. Il sistema però mi dice che non mi riconosce (oh, tessera sanitaria e codice fiscale, eddai), insinua il mio errore e se non, devo essere abilitato.


Mmm, sarebbe la quarta dose, dovreste sapere tutto. Invece, mi fa di fatto ri-registrare e reinserire tutte le mie credenziali, il che mi fa sospettare che abbiano delegato di nuovo la faccenda alle regioni e che non abbiano le base dati. E invece di dirlo, costringono a reinserire il tutto postulando l’errore dell’utente. Stronzi. Alla fine, bisogna inserire la categoria in cui si ricade, io “Persone over 12”, che dose si richiede, “Seconda dose Booster (Quarta Dose)”, maiuscole a caso, quale dose si abbia ricevuto e quando, io devo saperlo?, e il sistema dice di aspettare conferma entro 24/48 per l’autorizzazione.


Solo che dopo 48, 72, 144, 360 ore nulla accade. Amici e colleghi da più di dieci giorni aspettano risposta. Speravo, in fondo, fosse solo mal pensare mio e, invece, no. Vigliacchi.
proteggici
Orcocane mi scoccia proprio che tra pochi minuti abbia l’incarico una fascista e che per di più sia la prima donna in quel ruolo nella nostra storia, dopo tutte le donne di grande spessore, coraggio, forza, convinzioni e sostanza che abbiamo e abbiamo avuto. Sposto avanti il santino che ho sul tavolo da anni, Nilde guarda giù.

Mmm.
dai che c’è speranza anche per noi
Dopo un inizio a dir poco disastroso, tra cui segnalo aver fatto morire la regina e fatto venire un coccolone alla banca d’Inghilterra, la premier inglese si è dimessa a tempo di record.

Daidaidai che ce la facciamo anche noi, che cominciamo sabato o domenica, presumibilmente. Giusto per capodanno. E, allora, saremmo noi a imitare loro e non il contrario, come insinua pesantemente l’Economist con la sua copertina di oggi.

Fastidiosetto persino per un criticone verso l’Italia come me. Sarà lo spaghetto, la pizza.
per chi se lo fosse perso
Zerocalcare rilascia un’intervista a Repubblica, esce tutt’altro. Ecco il suo sintetico racconto.

C’è molto.
il giorno del secondo insediamento: ciao al buongiorno
Oggi pure peggio. Perché se almeno la nomina di ieri era un fascista ortodosso ma vecchio, non per questioni anagrafiche ma per questioni storiche, oggi è un fascista contemporaneo, di quelli che prescrivono alle altre persone cosa debbano e cosa non debbano fare. All’ambasciata americana staranno già aprendo il file su di lui, ondivago putiniano. Che poi, dico io, ma che scelta idiota oltre a tutto. Senza essere De Gasperi, anche un neofita della politica meno babbeo capisce che per durare si possono benissimo fare delle scelte proprie, e il controllo delle camere lo si tiene comunque, senza però risultare provocatorii e senza scegliere individui che sono per loro natura un insulto al resto del paese. Invece no, dopo essersi riempiti la bocca da tre settimane con concetti come continuità, rassicurazione, personalità di alto profilo, le due scelte di ieri e oggi dicono l’esatto contrario.
E ci riportano indietro.

Poi si stupiscono e pretendono scuse se il giorno dopo a Roma appaiono manifesti con La Russa a testa in giù e alla Garbatella la sede di fdi viene imbrattata di scritte, gli impudenti. Letta twitta a più non posso il proprio sdegno e io, come tanti altri, pensiamo: adesso? O per citare qualcuno che ho sentito: a Letta sono ora scese le palline, ma Enrico, è tardi. Tra l’altro, la scelta scellerata alla Camera deriva direttamente dai giochini della Lega al suo interno, perché viene nominato un veneto, ed ecco il contentino, ma salviniano e non zaiano, a prescindere dal fatto che sia palesemente idiota. Serve il peso.
Niente di nuovo, comunque, visto che il centrodestra non è stato, negli anni, certamente meno scomposto e meno litigioso di quanto non lo sia stato il centrosinistra, e così sarà nei prossimi tempi in ogni passaggio delicato. L’intelligenza politica di Meloni, che non c’è proprio a parer mio, anche solo per totale mancanza di esperienza in tal senso se non a far baccano alla comoda opposizione, non sta dando gran segni di sé, visto che non ha imparato che bisogna concedere molto agli alleati per governare con pace e tempo, e la lista dei ministri non ha che da arrivare a confermare il più cupo pessimismo.