la fama e la gloria

L’avevamo detto, Ferragni trema, ed eccoci finiti in televisione:

Le nostre calamille hanno riscosso l’interesse del sistema, ora la fama, il denaro, la riconoscibilità ci sono piovute addosso e da domani non saremo più gli stessi. Ora tutto cambia, vi saluto, mi aspetta una vita di eccessi in cui arriverò a toccare il fondo, sperperare tutto il capitale economico e di notorietà per tornare, alla fine, a riscoprire i valori veri della vita, l’amicizia, la solidarietà. Ma solo alla fine fine.
Ora, gli eccessi sfrenati, il trapianto di capelli, i denti d’oro, l’auto con le sospensioni rimbalzelle, pellicce e catene, femmine vistose, degrado e irriconoscenza. Adieu, gente normale, ci vediamo, prima o poi.

in partnership con GE, Iveco per l’Europa e chissà chi nel mondo

Era su tutti i giornali tre anni fa, ora ci siamo: arriva anche l’idrogeno.
La parte più bella erano le schede tecniche. Sempre lo stesso giornale e articolista, due anni prima: «La scheda tecnica fa impressione: zero emissioni, autonomia variabile da 800 a 1200 km, 15 minuti per fare un pieno». Quindici minuti. E poi, per dire: «più di 1.000 CV e 2.712 Nm di coppia, ossia – per capirci – il doppio della potenza di qualsiasi semirimorchio in circolazione. Le batterie sono da 320 kWh e tanta meraviglia, battezzata ufficialmente “autocarro elettrico a lunga percorrenza” è stata appena presentata dalla Nikola Motor Company e dalla Bosch». E nessuno che facesse la domanda giusta. Che è sempre un po’ la solita: «che cazzo dici?».

Per chi volesse approfondire, un bel podcast: Mele marce. E l’istruttiva puntata proprio su Nikola e il cattivone Trevor Milton, ottima storia contemporanea che tante cose belle insegna. Perché se si muove con l’elettrico, allora il riferimento d’obbligo è Nikola Tesla, non si scappa.
Anche per il raggio della morte, in effetti. Che anche quello servirebbe assai.