Il tizio no-green pass che sabato in manifestazione con il corteo viene fermato dalla polizia e pensa bene di chiamare il 112 per chiedere l’intervento delle forze dell’ordine ci porta tutti in un cortocircuito di surrealtà dal quale sarà difficile fare ritorno. A me gira ancora la testa.
Dopo di che, qualche risposta alle prime domande: no, non gli è ancora stato tolto il diritto di voto, e sì, il suo voto vale come il mio e il vostro. E sì, lui è nella storia.
trivigantismi
questo non è un paese per giusti
Giulia Schiff, un’ex allieva dell’Accademia dell’Aeronautica di Pozzuoli, si è ribellata alle pratiche di nonnismo connesse al “battesimo del volo” a fine corso – è stata colpita ripetutamente dai commilitoni, sbattuta contro una lamiera con la testa e gettata in una piscina -, è stata espulsa per «inattitudine militare e professionale» e TAR e consiglio di Stato hanno rigettato il suo ricorso, che sarebbe una «affermazione apodittica non supportata da alcun concreto elemento probatorio». C’è pure un video, se ne potrebbe discutere. A breve comincerà il processo penale.
Quarta su duemila del corso, non potrà diventare pilota dell’aeronautica. «Mi rifiuto di accettare di essere schiacciata da una situazione disonesta avallata dall’omertà. Merito giustizia e di perseguire il mio sogno», ha detto, e ha solo ragione da vendere. Qui la sua storia.
laccanzone del giorno: The Cardigans, ‘I need some fine wine and you, you need to be nicer’
C’è stato un periodo in cui i Cardigans non sbagliavano un colpo: a partire dalla ripetitiva Lovefool, quindi il disco First Band on the Moon, poi un botto con Gran Turismo, disco bellissimo e una pietra miliare dei Novanta, e i singoloni My Favourite Game ed Erase/Rewind che, al tempo, erano in heavy rotation ovunque. Per non parlare dei video, uno più bello dell’altro, da quello censurato di My Favourite Game, con la pietra alla fine, i cinque dico cinque finali e quella buffa macchia del finto tatuaggio sul sedile, alla stessa Erase/Rewind, girato in una stanza che si fa sempre più minuscola, un classico della fantascienza d’avventura. Ma, come dicevo, non ne sbagliavano una, la cover di Burning Down the House con Tom Jones, per dirne un’altra. Poi la pausa, con il progetto solista di Nina Persson, e i due dischi successivi a buona distanza, meno considerati ma non per questo troppo inferiori. Dall’ultimo disco, questo singolo è notevole e trascinante con un ottimo arrangiamento tipico dei Cardigans, in cui garrisce la chitarra interrotta da pause ricorrenti. Il testo è sufficientemente ambiguo per essere adattabile a una relazione di dominazione tra una donna e un uomo, anche una relazione più piana e giocosa, oppure un cane, e il video, buffo come molti dei Cardigans – lei che comincia a far girare vorticosamente il microfono alla fine è uno spasso – riprende e lascia irrisolto il dubbio.
Se negli anni Novanta Nina Persson mi avesse detto di andare a guidare una tribù di Ubanji nel deserto, probabilmente l’avrei fatto. Forse anche oggi, a ben pensarci, dopo del buon vino e qualche altra concessione. Resta un gruppo strepitoso, secondo me, segnato più nel male da Lovefool che nel bene, come tutti i grandissimi successi poi ha oscurato il resto della produzione. A ogni modo, è uno dei cinque gruppi per cui partirei per luoghi improbabili pur di vederli, se facessero un altro tùr. Per cui ci vediamo a Helsingør, giugno prossimo. Tanto lo so che poi non viene nessuno.
Trostfar, gentilmente, raccoglie tutte leccanzoni in una pleilista comoda comoda su spozzifai, per chi desidera. Grazie.
koninkrijk der nederlanden subbaqquo e non
Una precisazione prima di un po’ di map porn: l’Olanda è un’area geografica dei Paesi Bassi, più o meno corrisponde all’antica Contea d’Olanda, e numericamente consiste in circa sette milioni di persone. La sineddoche di ‘Olanda’ per indicare il tutto è comunemente usata all’estero ma non gradita dagli abitanti, quindi noi sinceri democratici (seee) cerchiamo di usarla il meno possibile. I Paesi Bassi insieme ad Aruba, Curaçao e Sint Maarten costituiscono il Regno dei Paesi Bassi, giova sempre ricordare che è una monarchia. Infine, poiché il Regno ha la stessa bandiera, la stessa capitale, la stessa sede di governo dei Paesi Bassi, è abbastanza comune confonderli. Però, per favore, Paesi Bassi, no Olanda.
E ora il map porn, stavo tergiversando per aumentare l’attesa: ecco i Paesi Bassi come sarebbero se non avessero costruito le dighe qua e là nel tempo. Ovvero, curiosamente, mancherebbe quasi tutta l’Olanda e oggi, se così fosse, non ci confonderemmo.

Alcune tra le città principali, Amsterdam, Leyda, Rotterdam non esisterebbero. Le cannette andremmo a farcele a, che ne so?, Utrecht. Ed ecco come i Paesi Bassi, invece, sono oggi:

Meglio se affiancati? Sì, si coglie di più.
Sempre per il piacere delle mappe, ecco quella dei rilievi. Particolarmente significativa in questo caso, perché l’Olanda, oh no, i Paesi Bassi, sono uno dei pochi paesi al mondo ad avere ampi territori sotto il livello del mare. Ovvero, tutte quelle zone più blublublublu, come gli occhi di Paul Newman.

Che altro? Beh, per ora niente ma che belle le mappe, irresistibili per me. Ci torno.
il mio parco mezzi reale o immaginario: il camion sbarazzino
Due anni fa mi sono detto ora sei un uomo e di conseguenza devi possedere un mezzo adatto alle tue esigenze e, soprattutto, al tuo prestigio finalmente acquisito come uomo adulto e realizzato, con un posto di rilievo nella società.
Allora ci ho pensato, ho scartato le triumph spitfire, le corvette stingray, le ford capri, le alfa romeo gtv, le lancia delta hf integrale, uff, e ho optato per un mezzo che vada su tutto, elegante e funzionale, che mi apra le porte dei teatri come delle trattorie per i camionisti, che desti rispetto e ammirazione ovunque. E l’ho preso.

Un Piaggio Porter, il mezzo più bello del mondo.
Non ci si faccia trarre in inganno, è una bestia, cinque marce, quattro ruote, ottocento chili di carico sotto balestre, millecento di cilindrata, raggiunge i cento lanciato e poi comincia a prendere fuoco. Attualmente servosterzo, antifurto satellitare, chiusura centralizzata, abs, vetri elettrici, impianto stereo, bluetooth, sistema antiribaltamento, antialce, non funzionano. Ma è un momento.
Il mio Porter era del Comune di Torino, ancora le scritte si intravedono sulle portiere, prima o poi andrò a Torino e girerò impunito dicendo che son del servizio verde pubblico. Ed è il mezzo prediletto dai giardinieri, appunto, specie nei paesi del lago dove le strade sono strette. Gran mezzo. La ragazza al telefono dell’assicurazione è nata lo stesso anno dell’immatricolazione e non si capacitava di come potesse non avere l’ABS. Eh, cara. Manco rientra la leva delle frecce, immagina tu.
In molti luoghi del mondo, essere a bordo di un camion – camioncino, sì, anche – ti guadagna immediatamente rispetto. E vantaggi. Durante il lockdown avrei potuto tranquillamente girare perché per il solo fatto che sei su un camion – camioncino, sì, ancora, ma è immatricolato come camion – è evidente che tu stia lavorando. Magnifico. Nelle trattorie dei camionisti, mi trattano come un pari. Piccolo, mi danno una pacca affettuosa, ma pari. Come a un collega bambino. Son soddisfazioni.
tutti i mezzi: Porter |
la musica delle stagioni, estate 2021
Cambio di stagione e nuova pleilista, quella dell’estate appena finita.
Anche qui l’ispirazione di inizio stagione è venuta dalle voci femminili alle prese, genericamente, con i primi lavori nel mondo della musica, dotate di una spinta di genere che apprezzo molto, meno stanche e ripetitive degli omologhi maschi, per dire cose vaghe. Poi, tra qualche ripescaggio di nomi noti dovuti allo stato d’animo del momento e alcune uscite valide, la pleilista ha preso mediamente un’altra piega, come succede quasi sempre.
Ovvio, mica sto facendo la raccolta della migliore musica di sempre, farei tutt’altro lavoro, qui metto in fila alcune cose interessanti sentite in un periodo e – si colga la finezza e lo sforzo – di solito niente che sia già in altre compile, o quasi. E raramente più di un brano per autore/trice. A meno che, scientemente, non abbia deciso di insistere.

Poi ci sono le pleiliste passate, le quattordici stagioni precedenti, longeve, altro che Sentieri.
Eccole, tutte: inverno 2017 (75 brani, 5 ore) | primavera 2018 (94 brani, 6 ore) | estate 2018 (82 brani, 5 ore) | autunno 2018 (48 brani, 3 ore) | inverno 2018 (133 brani, 9 ore) | primavera 2019 (51 brani, 3 ore) | estate 2019 (107 brani, 6 ore)| autunno 2019 (86 brani, 5 ore)| inverno 2019 (127 brani, 8 ore)| primavera 2020 (102 brani, 6 ore) | estate 2020 (99 brani, 6 ore) | autunno 2020 (153 brani, 10 ore) | inverno 2020 (91 brani, 6 ore) | primavera 2021 (90 brani, 5,5 ore) | estate 2021 (54 brani, 3,25 ore) |
Bon, le cose stanno lì, se qualcuno si diverte mi fa piacere e, magari, me lo faccia sapere.
luoghi e cose: in una fontana a Monaco, lo scorso agosto

E niente, è venuta così, da sola.
il Merkel-Raute o del potere
Il «Merkel-Raute» (il rombo) o il «Merkel-diamante» o, ancora, «il triangolo del potere» è senz’altro la signature gesture di Angela Merkel.

Con ripetuto gesto verso l’alto e verso il basso, in Italia starebbe per macosastaifacendo?, munariamente parlando, ma non è questo il caso: questa è una posa riflessiva, di potere concentrato, stabile e focalizzato. Sguardo puntato e due fuochi di emanazione del potere. Se ne potrebbe fare anche un set di Pantone.

La stessa CDU giocò con il «Merkel-Raute» nella propria comunicazione fin dal 2013, usando l’emoticon “<>”, brillante.

Leggermente staccate le mani e ruotate un poco in avanti, in Italia il gesto assume tutt’altro significato, cosa che peraltro ben si accorderebbe con l’atteggiamento della Banca centrale europea nei nostri confronti, almeno fino a Draghi. Ma non è questo, fortunatamente, il caso del «Merkel-Raute». L’ho detto, mi mancherà.