concerti mancati pt. 2 e 3

10.000 Maniacs.
Ovviamente parlo della band con Natalie Merchant (altro concerto perso), cioè fino al 1993, non scherziamo. Magari nel 1987, come questo a Milano, proprio dopo l’uscita di In My Tribe, bellissimo ancora oggi. Ma allora non li conoscevo ancora, me li fece conoscere una ragazza austriaca sulla costa della Manica nel 1989, che bel ricordo. Arrivai tardi anche qui ma più colpevolmente mi sono perso poi anche i concerti solisti di Merchant, sebbene a mia discolpa direi pochi, pochissimi raggiungibili facilmente.

Magari lei ce la faccio ancora, anche se mi tocca il volo intercontinentale, temo.

Di concerti ne ho visti tanti, ma ne ho mancati di più, molti di più.
10.000 Maniacs, Crosby, Stills and Nash, Dire Straits, Natalie Merchant

concerti mancati pt. 1

Dire Straits.
Al tempo avevo consumato sul piatto Alchemy, il loro live del 1984, e se avessi avuto qualche anno in più forse ce l’avrei fatta. Mancati, un gran peccato. Magari a Wembley nel 1985, che cosa meravigliosa sarebbe stata, nel pieno della loro forma. E avrei avuto la fascia antisudore del tennis in fronte.

Di concerti ne ho visti tanti, ma ne ho mancati di più, molti di più.
Dire Straits

la musica delle stagioni, autunno 2022

Altra tripletta di mesi andata, casca quindi la mia compila dell’autunno 2022. Settantun brani per ingannare le quattro ore e mezza che servono per poter fare il bagno dopo pranzo. O, certo, anche per andare da Khartum a Ad Damer lungo طريق التحدى‎ sentendo buone cose all’autoradio.

Secondo me è complessivamente buona, questa compila, i toni predominanti sono autunnali e pacati, devono esserlo, con punte qua e là a sorpresa, perché mica sono costante nei novanta giorni e certi giorni ho quella voglia di disco. Vediamo come viene la prossima.

Eccole tutte: inverno 2017 (75 brani, 5 ore) | primavera 2018 (94 brani, 6 ore) | estate 2018 (82 brani, 5 ore) | autunno 2018 (48 brani, 3 ore) | inverno 2018 (133 brani, 9 ore) | primavera 2019 (51 brani, 3 ore) | estate 2019 (107 brani, 6 ore)| autunno 2019 (86 brani, 5 ore)| inverno 2019 (127 brani, 8 ore)| primavera 2020 (102 brani, 6 ore) | estate 2020 (99 brani, 6 ore) | autunno 2020 (153 brani, 10 ore) | inverno 2020 (91 brani, 6 ore) | primavera 2021 (90 brani, 5,5 ore) | estate 2021 (54 brani, 3,25 ore) | autunno 2021 (92 brani, 5,8 ore) | inverno 2021 (64 brani, 3,5 ore) | primavera 2022 (74 brani, 4,46 ore) | estate 2022 (42 brani, 2,33 ore) | autunno 2022 (71 brani, 4,5 ore) |

Le copertine, certo, così come le ripiglia wordpress:

Fa impressione: tre mesi per copertina, son diciannove, il calcolo facile fa cinquantasette. Oh, mesi. Prossimo giro festeggio i cinque anni, la legislatura delle compile. Fortuna che son costante.
Com’è venuta? Io penso abbastanza bene ma è ovvio che io non conto, l’ho fatta io per me, ci mancherebbe non mi soddisfacesse. Che segnalo? Scoperte che sono andate oltre un singolo, come i Dry cleaner, War on drugs, Pomplamoose, alcuni classici recuperati sull’onda, Kate Bush, Billy Joel, Tricky, Kula Shaker, alcuni che non escono mai dai miei ascolti, gli Shins, Jen Cloher, Pretty reckless, Strokes, Sinéad O’Connor eccetera, e un sacco sacco di musica nuova, per me e in assoluto. Che è la cosa che faccio più volentieri, ascoltare cose nuove. Se vi va, fatelo anche voi, è pappa pronta.

inverno, ora dacci dentro

Stasera alle 22:47 sarà finalmente inverno, nel quasi mezzo della notte più lunga. Notte reale, non della Repubblica o per il governo che si incista sulla finanziaria. Notte solstiziale, di quelle che per inclinazione azimutale in coincidenza con l’allineamento dei saturnidi ci traghetta dalla diminuzione all’accrescimento del tempo di luce.

Che poi, inutile star qui a spiegarlo, tanto chi lo deve sapere lo sa. Si dica solo che le stagioni non dipendono dall’orbita terrestre, questo lo dò per scontato. Bene, buon inverno alle persone che hanno una ricaduta positiva attorno a sé e ciccia a chi, invece, non migliora ciò che lo circonda.

weird stock pictures pt. 3: IT guy, tutto quello che non avete osato chiedere, birth of what?, il comodo packaging

Avanti con le immagini matte dai repertori, rispiego al volo per chi non c’era:

Esistono dei repertori di immagini a pagamento in cui i grafici o chiunque ne necessiti può acquistare immagini ad alta risoluzione per i propri scopi, di solito volantini, slides, manifesti promozionali. Pensate alle foto del tizio in spiaggia col portatile, la ragazza sorridente dal dentista, la gente in riunione in ufficio fico e così via. Chiunque può aggiungere e mettere in vendita le proprie foto in questi portali a patto di rispettare certi criteri di qualità. Qualità dell’immagine, per lo più, non del contenuto.

Perfetta conoscenza del pacchetto office e dei principali applicativi:

Woody Allen? Sì, ma a che scopo?

Promozione per fruttivendoli?

Salamanana.

Tutte in vendita, per ottimi pieghevoli di grande effetto.

laccanzone del giorno: Daft Punk ft. Julian Casablancas, ‘Instant Crush’

Tra quelli bravi, le cose funzionano così, la dico volutamente specifica: quelli stanno facendo una cosa, la fanno sentire a questi, anche se è appena appena bozzata, questi reagiscono allo stimolo e ci fanno sopra qualcosa, quelli sentono e reagiscono a loro volta e vualà, saltano fuori le cose. Poi questi magari ci fanno anche l’assolo di chitarra, quelli aggiungono le tastiere, questi pigliano un vocoder ed ecco qua: Instant Crush. Più Strokes che Daft Punk? Può essere, ma se ne potrebbe discutere. Il bello di quelli bravi è che si mettono anche al servizio dell’idea, quando serve.

Mi parte proprio come un Alan Parsons Project, ma è un fatto di arrangiamento, più che altro, poi vira con il cantato e al ritornello la prima volta pare sbagliato, accelerato male, poi entra e non esce più: Now I thought about what I wanna say / But I never really know where to go / So I chained myself to a friend / ‘Cause I know it unlocks like a door. D’altronde, nella combinazione Daft Punk e Strokes, vivaddio, difficile ne esca qualcosa di meno che buono. Non ha nessuna caratteristica per essere un pezzo dei miei e, invece, lo è. Eccome. Magia della musica.

Trostfar, gentilmente, raccoglie tutte leccanzoni in una pleilista comoda comoda su spozzifai, per chi desidera. Grazie.

weird stock pictures pt. 2: suora, odore, lavaggio, supervista

Proseguo la mia carrellata estemporanea di immagini provenienti dagli archivi di immagini a pagamento. La rispiego al volo per chi non avesse letto il post precedente:

Esistono dei repertori di immagini a pagamento in cui i grafici o chiunque ne necessiti può acquistare immagini ad alta risoluzione per i propri scopi, di solito volantini, slides, manifesti promozionali. Pensate alle foto del tizio in spiaggia col portatile, la ragazza sorridente dal dentista, la gente in riunione in ufficio fico e così via. Chiunque può aggiungere e mettere in vendita le proprie foto in questi portali a patto di rispettare certi criteri di qualità. Qualità dell’immagine, per lo più, non del contenuto.

Avanti con il secondo giro di ottovolantino, allora.

Suor Pistola

Siamo una vera coppia che condivide

Il bucato

Ma cosa vedono le mie fosche pupille?

Persone che fanno cose. E ancora il meglio deve venire.

weird stock pictures pt. 1: nonne, smartwork, saldature, patate

La spiego brevissima per i non addetti: esistono dei repertori di immagini a pagamento in cui i grafici o chiunque ne necessiti può acquistare immagini ad alta risoluzione per i propri scopi, di solito volantini, slides, manifesti promozionali. Pensate alle foto del tizio in spiaggia col portatile, la ragazza sorridente dal dentista, la gente in riunione in ufficio fico e così via. Chiunque può aggiungere e mettere in vendita le proprie foto in questi portali a patto di rispettare certi criteri di qualità. Qualità dell’immagine, per lo più, non del contenuto.

Ed ecco che, eheh, chi bazzica per tali repertori come me si imbatte ogni tanto in soggetti molto molto interessanti, perfettamente acquistabili e utilizzabili. Ne cadauno alcuni, immaginateli nel contesto, ovvero presentazioni, formazioni, promozioni.

Le lezioni di vita della nonna.

Signora, il suo compiuter è spento.

Chiamo l’ambulanza? (O: avete mai tenuto in mano un saldatore?).

E per finire questo giro, una difficile persino da titolare.

Io adooooro stare al mondo. Davvero.

woo-hoo

Preso.

Nel 2013 nella pianura belga tra il Grande Boh e suppergiù Inculonia con gli amici andammo al concerto dei Blur, cominciò alle due di notte e fu il più divertente concerto in assoluto della mia lunga carriera. Alle tre di notte di una caldissima estate a saltare a ritmo di Song 2 fu magnifico. Qui se ne può avere un’idea ma da dentro è molto molto meglio.

Naturale, quindi, andare ora, alla reunion. Oddio, naturale per me. I compagni di allora non sono più molto disponibili, ormai. Ma mica loro in particolare, capita a molti. Lo capisco, l’età, i figli, il lavoro, la partita il giorno stabilito, le vacanze, il compleanno della suocera, quell’incontro così importante, la chat dei rappresentanti di classe, il ruolo di educatori, la routine confortevole, la scuola che indice le riunioni, quell’insegnante che non va bene, l’orientamento, i turni, la dad, la pigrizia. Il comfort. Lo capisco. Sempre un po’ stanchi, sempre un po’ provati, spesso con quell’aria di portare il peso del mondo sulle proprie spalle. Lo capisco.

Anzi no. No. Non è che lo capisca, in fondo. E l’avventura? L’epica nel quotidiano? I Blur sono nostri, siamo noi, anche loro hanno i figli, la chat dei rappresentanti di classe, siamo coetanei. Sono certo che ci sia un modo, un equilibrio, è possibile, qualcuno lo fa. No, non lo capisco. Va bene. Allora scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete forse un aumento ogni tanto, scegliete un maledetto televisore a schermo talmente gigante che nemmeno si poteva immaginare nel 1996; scegliete gli sconti di amazon, bimby, aspirapolveri dyson e macchine per il pane; scegliete di sedervi su un divano a spappolarvi il cervello e ad addormentarvi perché siete abbonati a Netflix, Disneyplas, Amazon Praim, Raiplei e c’è la nuova serie di starwars in 4k.

Scegliete il futuro. Scegliete la vita. Scegliete di lamentarvi quando siete fuori con gli amici. Avete fatto la vostra scelta, è giusto così. Ma siate onesti, perché non è questione dei Blur o di chiunque altro, sono come sempre un pretesto per un’avventura. Ci vediamo là fuori, da qualche parte.