quando uno è ganzo

No, Luther non era una serie tv sul monaco riformatore, anche se in effett… ooops, ho avuto un’idea.
Dicevo, Luther era, è, una serie tv su un ispettore della omicidi di Londra che, come sempre, a una mente brillante accompagna una certa qual insensatezza nelle azioni. Ma ovviamente sempre con grande generosità e disinteresse per la propria salute e i propri averi. Un classico del genere, l’abc della narrativa poliziesca, ma è ben fatta e il protagonista, Idris Elba, tiene, teneva, molto alto il livello.
Bene, ora è il produzione il film, ecco la prima immagine ufficiale.

Disinteresse per la propria salute, dicevo, perché Elba è proprio figo e anche in Antartide o sulla cima del Bianco, non so dove sia, lui ci va vestito come in ufficio. O come, a dirla tutta, è sempre vestito. Un quattro stagioni.

tempo in famiglia

La famiglia Bignotti-Bistazzoni nella loro casa di Muro Lucano in Oclaoma in posa di fronte alla propria collezione di strumenti da difesa, in caso il vicino, il perfido Mignazzi, osi entrare nella loro proprietà o ripitturargli il barbecue.

I figli, orgogliosi, apprendono.

Onofrio Lindenburg mostra orgoglioso nel salotto della propria casa familiare a Oliveto Citra in Tècsas le fotografie dei suoi figli e la sua nuova cassaforte, una Liberty ovviamente.

In caso di apocalisse zombi, Onofrio è a posto.

Biggim Gustafson e Canasta Vitaminic nel proprio monolocale al centro di Calvello, Uaioming, conducono una tranquilla vita familiare ricca di soddisfazioni e di attenzioni reciproche, ovviamente fino alla vittoria finale.

Il loro frigorifero Yeti è stato opportunamente modificato, spiegano fieri.

Mumununu Ghiazzi e i suoi due figli hanno appena adornato il vialetto di ingresso della propria abitazione a Garaguso in Pensilvania con graziosi mattoni forati avanzati dalla costruzione della casa, una delle poche della contea non in legno.

I figli da grandi vorrebbero diventare proprio come il loro papà.

Non c’è niente di bello come il tempo passato in famiglia.
Ameriguns, un progetto fotografico di Gabriele Galimberti.

speak now or forever hold your peace

Il presidente Biden e la moglie hanno annunciato il matrimonio di una loro nipote con un tizio. La cosa di per sé non desterebbe alcun interesse, se non fosse che la cerimonia si è svolta nel giardino della Casa Bianca. Un’immagine della lieta occasione.

Ma ehi, Baiden, signora, guardate. Attenzione. Come a cosa? Non vedete? C’è una persona nascosta nella verzura che vi osserva. La vedete? Ma come dove? Lì, lì, dietro il boschetto, dietro l’aiuolona, peggio di Predator. Sarà una russa, una nordcoreana, una cinese, un’isisiana. State attenti!

Poi, per fortuna, è andato tutto bene. Fiuuu.

non siamo, no, commossi

Aleardo Aleardi fu deputato del regno di Sardegna ma fu senz’altro, e per questo qualche via lo ricorda, poeta romantico. Ebbe qualche fortuna coi contemporanei fino a Carducci, pur avendo alcune cadute fragorose come l’idillio Raffaello e la Fornarina tanto lezioso da suscitare crisi glicemiche per il cattivo gusto, per poi cadere nel dimenticatoio dei lettori, della critica, degli appassionati, se non di un po’ di odonomastica rimasta lì per pigrizia.
Tra i critici, Vittorio Imbriani, letterato, massimo studioso con Tommaseo della lingua italiana nel secolo, liquidò bruscamente Aleardi con un uno-due da cui era difficile uscirne illesi. Comincia Imbriani:

«Non siamo, no, commossi da chi guaisce quasi femminetta, per quasi carcerazione o non lungo sbandeggiamento, consolato da stipendi malguadagnati».

A Imbriani evidentemente il tormento romantico non piaceva quanto piaceva alle dame della buona borghesia del nord Italia, per cui prosegue:

«Riguardo poi all’ostentarci di continuo quei pochi mesi di prigionia… cazzica!».

E qui, grazie a Imbriani, acquisisco la mia nuova esclamazione preferita. Ed ecco arrivare la stroncatura, che è in effetti un vero colpo di grazia:

«Io non sono tanto offeso esteticamente dal modo in cui se ne parla, quanto moralmente dall’udir tanto baccano per tanta parvità di materia».

Cazzica!

A dirla tutta, Imbriani era un duro e non stroncò solo Aleardi, pesce piccolo, ma Goethe per il Faust e Carducci per la sua biografia, lo sguaiato Giosuè. Su, Aleardi, su, che potrebbe andare peggio.
Anzi no, a legger il giudizio critico di Momigliano, mostro sacro:

«nella sua poesia c’è quasi sempre l’aleardismo, quasi mai l’Aleardi».

E bam! Ciao Aleardi.

ma il problema è la birra

Domenica 20 comincia il mondiale di calcio.
Organizzato in Qatar in inverno perché d’estate fa troppo caldo. Gli stadi, comunque, saranno chiusi e avranno l’aria condizionata, mentre voi prendete la biciclettina per inquinare meno. Al momento dell’assegnazione, il Qatar non aveva alcuna struttura disponibile per disputare il mondiale. Per costruirle, dal 2010 il paese ha assoldato operai indiani, bengalesi, nepalesi, pakistani e singalesi spesso nemmeno regolarizzati senza alcuna attenzione per le condizioni di lavoro. Ne sono morti 6.751 secondo il Guardian, 15.021 secondo Amnesty International: 8,11 morti per giocatore secondo la prima stima, 18,05 per la seconda.

Il Qatar ha ottenuto l’assegnazione del mondiale 2022 corrompendo svariati membri della FIFA, come numerose indagini hanno ormai appurato. E nulla dico della proibizione alle donne di guidare e che non sono permessi partiti politici, per dirne due. Che dire oltre? Beh, buon campionato.

quanto lunghe sono le tue dita?

Il nuovo bassista degli ZZ Top, Elwood Francis, suona davvero un bassone.

Sembra uno scherzo ma non lo è. È un basso a diciassette corde, più una basso-arpa a dirla tutta, e sentirlo suonare è abbastanza impressionante (e nel video sono solo quattordici, le corde. Bazzeccole). Va da sé che tutte le corde superiori vanno suonate a mano distesa. Sisitop, amici per sempre, però viene un po’ da ridere. Posso dirlo?
Fallo girare sulla fibbia della cintura, vediamo.

«bisogna rompere la cappa»

Lo so, ma non riesco a trattenermi.
Il neoministro della cultura Sangiuliano, parlando della solita dittatura della sinistra in tema cultura, lamenta la mancanza di serie tv o film di altro tipo: «Fino ad oggi non è stato possibile. Un esempio? La Rai ha fatto una fiction sul ‘sindaco dei migranti’ Lucano ma non su Gabriele D’Annunzio, Oriana Fallaci, Indro Montanelli o Luigi Pirandello». Giusto. L’Oriana (2015) con Vittoria Puccini nel ruolo della Fallaci, su Raiplay. La stranezza, film di Roberto Andò con Toni Servillo e Ficarra e Picone, su Pirandello, è al cinema proprio ora. Il cattivo poeta (2020) di Gianluca Jodice con Sergio Castellitto che interpreta D’Annunzio. Indro, l’uomo che scriveva sull’acqua (2016) documentario su Montanelli con alcuni suoi scritti portati in scena da Roberto Herlitzka, su Nexo+ e Rakuten Tv. Quattro su quattro. Aggiunge Sangiuliano, non contento: «Se qualcuno vuole fare un film su D’Annunzio o su Pirandello, deve poterlo fare liberamente». Giusto, come non essere d’accordo? Qualcuno suggerisce che bisognerebbe essere anche liberi di istituire una manifestazione canora in Liguria, bella idea o, dico io, di comprare alcuni grandi immobili e rendere visibili lì i resti romani così che tutti possano apprezzarli. Bisogna essere liberi, sì.
Il neoministro della difesa Crosetto in un fuorionda a proprosito di Giuseppe Conte, m5s, dice «Ho a che fare con un deficiente». Poi si scusa, dicendo «chiedo scusa a Giuseppe Conte per un fuorionda poco elegante ma usato in modo del tutto falso, scorretto e decontestualizzato». Decontestualizzato, certo. Vorrebbe ricontestualizzare, ministro? Perché farebbe ancor più ridere.